Andrea Pubusa
Ha fatto bene Napolitano a mettersi di traverso. Hanno ragione gli avvocati della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini e Giuseppe Campeis, quando definiscono “un’ipotesi costituzionalmente abnorme, che non si è mai verificata nell’Italia repubblicana” il ricorso da parte del governo ad un decreto che anticipa il disegno di legge sul testamento biologico. Si tratta evidentemente di un uso eversivo della funzione legislativa. Anzitutto, perché il decreto è volto a bloccare una decisione definitiva ed esecutiva della Corte d’appello di Milano. Inoltre, esso mira a dare veste legislativa ad un provvedimento altrimenti illegittimo e dunque annullabile dal Giudice amministrativo. In realtà già eliminato dall’ordinamento, perché il Tar Lombardia ha annullato nei giorni scorsi una delibera della Giunta regionale lombarda avente lo stesso contenuto del decreto legge che Berlusoni aveva in animo di presentare al Colle. Si tratta poi di un atto legislativo ad personam, in violazione del carattere di generalità che la legge deve avere: il provvedimento vieterebbe, infatti, di sospendere l’alimentazione e l’idratazione forzate a tutti i pazienti in stato vegetativo, ma in realtà con un destinatario ben preciso: Eluana. A ben vedere, inoltre, questo decreto evoca l’idea del provvedimento del capo del governo che sospende diritti costituzionali, una sorta di legittimazione, seppure per un caso concreto, dello “stato di eccezione”, che, esteso a tutte a tutte le libertà, travolse la Repubblica di Weimar. Un precedente gravissimo, su cui - per nostra fortuna - il Presidente della Repubblica ha esercitato con fermezza la sua funzione di custode della legge fondamentale.
Un grave attacco alla Costituzione, per ora bloccato dal Presidente della Repubblica, ma non del tutto scongiurato. Cosa succederà se il d.d.l. verrà approvato in tre giorni? La vicenda, come si vede, è emblematica dell’inesorabile affossamento della Costituzione e dei principi dello Stato di diritto, cui conduce la corsa verso forme monocratiche sempre più marcate, dai comuni, alle regioni al vertice dello Stato. Tutto si tiene: le leggi ad personam, i molti conflitti d’interessi, la violazione di leggi diffusa da parte d’importanti organi istituzionali: dei sindaci sceriffi di destra, di centro e di sinistra (contro i migranti, i rom etc.) , dei tanti governatori regionali ormai slegati dai rispettivi consigli e accecati da un presidenzialismo senza bilanciamenti. Anche la Sardegna ha dato il suo apporto: i rifiuti campani sono stati importati in violazione di una precisa legge regionale che lo vieta espressamente, così come la legge statutaria è stata promulgata in violazione della legge che ne disciplina la promulgazione. E ancora il conflitto d’interessi, l’iperpresidenzialismo. Il caso Englaro oggi è solo l’emblema di un assassinio in diretta, in larga parte già consumato, della legalità costituzionale repubblicana. E i congiurati sono tanti: Berlusconi ne è il principale, ma c’è il concorso materiale di molti altri, a destra, centro e sinistra. E c’è il concorso morale di quanti, fra i cittadini, con varie motivazioni, chiudono gli occhi su questo accoltellamento di gruppo della nostra Costituzione. Anche di quelli, fra di noi, che dicono che sulle questioni istituzionali e sulle garanzie democratiche si può chiudere un occhio, perché c’è ben altro da difendere o da combattere!
Ma tutto questo rimane in ombra. Berlusconi anzi incassa il plauso del Vaticano e, dunque, degli ambienti più integralisti dell’elettorato. Era quanto voleva e lo dice espressamente: “Oggi abbiamo preso atto della decisione del Quirinale di non firmare il decreto legge che abbiamo approvato al Consiglio dei Ministri”. Come dire, noi abbiamo fatto il nostro “dovere”, se il decreto non è andato in porto la responsabilità è di Napolitano, uomo di centrosinistra. Se il provvedimento non ha effetti ci sarà, anzi è già pronto, un disegno di legge a cui dare una corsia assolutamente preferenziale. Ma nel PdL non c’è unanimità. Al Consiglio dei ministri, nel corso della discussione sul decreto legge, Silvio Berlusconi ha “quasi posto un voto di fiducia” ai componenti dell’esecutivo, come ha rivelato il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Il ministro Prestigiacomo voleva astenersi, in linea con la posizione di Fini. Il presidente della Camera ha espresso una posizione fermamente critica della posizione del Governo in sintonia con il Quirinale. Paradossale e quasi provocatoria la posizione di Sacconi. E’ un principio “laico, di precauzione e prudenza” quello che ha ispirato il Governo a varare oggi in Consiglio dei ministri il decreto legge che blocca la sospensione dell’idratazione e della nutrizione artificiali di Eluana Englaro. “Ci siamo ispirati - chiarisce il ministro del Welfare, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi - ai suggerimenti arrivati dal presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida”. Ma il vero principio laico è che lo Stato consente a tutti i cittadini di decidere su queste grandi questioni di coscienza in piena libertà e responsabilità. E con questa visione lo Stato deve disciplinare la delicata e complessa materia senza propagandismi, in piena autonomia da gerarchie o fedi religiose. Il contrario insomma del percorso delineato da Berlusconi in sintonia con i vertici vaticani e gli ambienti integralisti cattolici. Lunedì il disegno di legge è già all’esame del Senato. Schifani si è prontamente mobilitato secondo i desideri del dominus. Non bisogna stare con le mani in mano. La partita è di vitale importanza per la democrazia italiana. Urge una vasta mobilitazione dei democratici.
6 commenti
1 admin
7 Febbraio 2009 - 10:47
Riceviamo e pubblichiamo:
E’ dalle 14.23 che sto male. Quello che ha fatto questo governo è indecente. Ma oltre all’accanimento ipocrita e disumano di questa classe politica, senza credibilità alcuna per il disprezzo che porta ai diritti umani individuali garantiti dalla nostra costituzione, quello che offende da provocare il vomito è che quest’uomo miserevole abbia potuto solo pensare che Eluana potrebbe in ipotesi anche avere un figlio. La donna, anche se tenuta artificialmente in vita contro la sua volontà, come Eluana, viene pensata e trattata come una macchina per fare figli, oggetto delle decisioni altrui, di quelli che dicono di rispettare la vita e non sono neppure capaci di rispettare la morte. L’ultima violenza. Ma cosa è diventato questo nostro paese? Dobbiamo farci sentire.
Rosa A.
2 Antonello Murgia
7 Febbraio 2009 - 16:54
Credo che Berlusconi intenda, più che agire in linea con la nuova Vandea cattolica (di cui è buona testimonianza la riammissione da parte del papa dei preti e vescovi lefèvriani, anche di quelli apertamente neonazisti, a conforto del sincero attaccamento alla vita che questi signori hanno), fare le prove per la demolizione completa e definitiva della nostra Costituzione. Se non ci sarà un’opposizione forte, il nostro capirà che è il momento buono per cucirsi addosso l’abitino cui pensa da tempo e che gli consegnerebbe il potere assoluto insieme alla garanzia definitiva di impunità. Sarebbe compito dei partiti di opposizione contrastare risolutamente e senza tentennamenti questo disegno, ma abbiamo speranze che ciò succeda dopo i cedimenti e le meschine furbate cui abbiamo assistito in questi mesi? Ricordo solamente uno dei casi più recenti ed eclatanti: il sottosegretario Cosentino viene indicato da 6 pentiti di camorra come organico alla loro organizzazione criminale per cui si pone l’opportunità delle sue dimissioni dal Governo. Il PD presenta una richiesta in Parlamento in tal senso e poi, al momento del voto, 47 suoi parlamentari abbandonano l’aula, per rientrarvi subito dopo l’esito della votazione, mentre 26 (PD e radicali) si astengono e così Cosentino rimane in sella (per chi volesse, un resoconto abbastanza completo è presente sul sito di LiberaCittadinanza all’indirizzo http://www.liberacittadinanza.it/articoli/cosentino-ancora-al-governo-con-lapporto-decisivo ). E allora che fare? Oggi ho ricevuto richieste di riattivare la sezione cagliaritana del Comitato per la difesa della Costituzione per organizzare un sit-in e/o altre iniziative che rendano visibile l’irriducibile dissenso della cittadinanza rispetto al disegno di legge ad alta velocità e alle altre iniziative anticostituzionali del Governo. Sto perciò prendendo contatti per verificare la fattibilità della cosa a brevissima scadenza. E’ chiaro che per avere speranze di riuscita è necessario il massimo di unità: la mia speranza è che tale unità possa essere raggiunta con un accordo “alto” ed abbandonando logiche di parrocchia che nel recente passato hanno fatto scantonare taluni dalla strada maestra della difesa delle regole condivise, magari difese quando chi le attaccava era l’avversario politico, ma tranquillamente violate se il beneficiario era dei “nostri”
3 admin
7 Febbraio 2009 - 17:16
Riceviamo da Mario Sciola (Iglesias) e pubblichiamo:
Avevo deciso altrimenti, ma ora ritengo indispensabile VOTARE PER SORU.
Il golpe istituzionale attivato da Berlusconi sul caso Englaro toglie al voto sardo qualsiasi altra valenza subordinata. Esso assume rilevanza nazionale prioritaria su tutto il resto: bisogna arginare il disegno avventuristico di chi vuole sovvertire e addomesticare le istituzioni. Un risultato positivo del voto sardo sarebbe un segnale nazionale.
Siamo oltre il semplice disegno integralista dell’imposizione della propria etica per legge (quale coraggio, peraltro, a condannare gli integralismi degli ayatollah?).
Ma ora siamo oltre: uno scambio politico tra presidente golpista e gerarchia vaticana evidentemente garantisce a Berlusconi il sostegno elettorale; comunque, anche a costo di cambiare la costituzione in senso autoritario.
Permangono in me tutte le perplessità sugli sviluppi possibili di una vittoria di Soru. Perplessità e dubbi non smussati né dalle argomentazioni a voce, né da quelle propostemi per iscritto dall’amico Gavino (ero persino disposto a sprecare il voto, dandolo agli utopisti dell’indipendentismo sardo).
Ma ora la battaglia ha tutt’altro fronte.
Spero che dalla Sardegna giunga a tutta l’Italia una voce chiara, tesa ad arginare il rischio gravissimo
Mario Sciolla
4 Marco
8 Febbraio 2009 - 02:29
Qui tutti ne fanno una questione istituzionale, di correttezza procedurale, di pericolo democratico, di ingerenze vaticane, di calcolo politico strategico ecc ecc. Perchè non pensare che molto più semplicemnte la presa di posizione di berlusconi possa rispondere a una logica di senso comune, di chi vede calpestati dei diritti fondamentali della persona, e cerca di intervenire. E badate bene che è la il pensiero di molti italiani in questo momento. Sarò ingenuo io, ma riprendiamo a parlare di Eluana.. della persona Eluana e dei suoi diritti di cittadino.
Se mi è consentita qualche semplice considerazione da cittadino, più interessato in questo momento al caso umano Eluana che al caso istituzionale.
Lascitemi allora ragionare a voce alta.
Stiamo affermando che vogliamo l’eutanasia? che se una persona ha la corteccia cerebrale atrofizzata ma tutte le funzioni vitali apposto, è giusto levarle la vita? Ok, posso anche essere d’accordo, ma allora serve una legge che lo disciplini!
E ricordo anche che per Eluana non è corretto parlare di volontà palesemente manifesta. Chi è che le ha chiesto se avrebbe voluto una morte per fame e per sete? Welby sapeva di che morte sarebbe morto. E ha espresso la sua volontà, consapevole di ciò a cui andava incontro. A Eluana nessuno l’ha potuto chiedere! E ricordiamo anche che la scienza non è in grado di garantire al di la di ogni ragionevole dubbio che queste persone non provino, in unu stato estremo di deprivazione di acqua e cibo, qualche forma di sofferenza. Se una persona dà il suo assenso a questo, quando è cosciente e consapevole di tutto, firma cioè un valido testamento biologico, ok, tutto in regola!
Ma chi dà a noi il diritto di decidere per una Eluana, che non ha avuto modo di espimersi?? neanche il padre può arrogarsi questo diritto! E non ne faccio una questione di fede, io non son credente, ma di diritto.
Quindi si abbia il coraggio di dire senza ipocresie che si tratta di eutanasia, da applicare in questo caso anche in assenza di un testamento biologico e quindi di una valida e consapevole manifestazione di volontà della ragazza quando era capace di intedere e volere.
A questo punto pretendo però che le sia levata la vita con una iniezione letale che le darà una rapida morte, certamente senza sofferenze, evitando inoltre lo strazio ulteriore del corpo al quale si condanna una persona con la lenta morte per fame e per sete.
Tutto questo non è possibile perchè la legge non ce lo permette? Allora sin tanto che non sarà possibile, l’unica alternativa accettabile è che si lasci in vita Eluana garantendole tutta l’assistenza possibile (cibo e acqua compresi) cioè garantendole i suoi diritti di persona, sin tanto che vivrà di suo.
5 Antonello Murgia
8 Febbraio 2009 - 13:02
Gentile sig. Marco,
Lei si appella al senso comune, al buon senso, che è proprio ciò che non riesco a trovare nel Suo scritto. Non voglio fargliene una colpa, mi rendo conto quanto un’informazione interessata e strumentale taccia elementi importanti e ne enfatizzi altri secondari o fasulli. Ciò che i giudici hanno deciso per Eluana Englaro è ciò che avviene regolarmente in Italia e all’estero: in assenza di qualsiasi speranza, scientificamente fondata, di ripresa di una qualche forma di vita di relazione, si abbandona progressivamente il supporto nutrizionale artificiale e il malato si spegne. Se non adottassero questa prassi (che ha basi scientifiche, ma anche di buon senso) le Rianimazioni sarebbero occupate in misura non trascurabile da malati terminali privi di speranza. Con l’importante conseguenza che, mentre non si cambierebbe la sorte del malato terminale irreversibile, si impedirebbe ad un malato suscettibile anche di guarigione completa di essere preso in carico tempestivamente ed adeguatamente. Perché dobbiamo ricordarci che agiamo in una condizione di risorse limitate e i posti letto di rianimazione non sono illimitati.
Inoltre, rispetto al fatto che “la scienza non è in grado di garantire al di la di ogni ragionevole dubbio che queste persone non provino, in uno stato estremo di deprivazione di acqua e cibo, qualche forma di sofferenza” Le chiedo: ha una qualche pallida idea di che cosa significhi essere sottoposto ad alimentazione artificiale per via gastro-enterica (sondino nasogastrico e poi, per i casi a lunga scadenza, la PEG o gastrostomia endoscopica percutanea, che ogni tanti mesi deve essere sostituita) o peggio ancora per via ematica (incannulamento di una vena succlavia o di una giugulare, gravato da una percentuale importante di effetti collaterali anche gravi sia in occasione del posizionamento che in seguito) Tutto ciò è fonte di sofferenze, per chi avesse mantenuto la capacità di percepire il dolore o comunque qualsiasi forma di disagio, ben superiori, oltre che enormemente più prolungate, rispetto all’abbandono dell’alimentazione artificiale (ripeto, indicata per i pazienti che non hanno speranza scientificamente fondata). Mi rendo conto che di quest’ultima mia affermazione non Le posso dare la certezza assoluta che sia vera perché la scienza non ha al momento adeguati strumenti di rilevazione del fenomeno): là dove la scienza non arriva dobbiamo cercare di usare quel buon senso che Lei invoca e che per essere tale non può comunque essere in contraddizione con la scienza stessa.
6 admin
8 Febbraio 2009 - 15:11
Dall’agro riceviamo e volenttieri pubblichiamo.
Caru su direttori, tenidi arrexioni Vissignoria: Berlusconi olli proprio axiudai Soru, su fillu spiritualli preferiu. Sa littera de Mariu Sciolla du dimostrada e apu intendiu puru atrasu in bidda chi ianta decidiu de si astenni e chi immo votantata Soru appustisi de sa bessida de BERLUSCA…….. Saludi e trigu Santinu.
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