Andrea Pubusa
Il M5S continua ad agitare i sonni della sinistra italiana che fu e quelli di noi orfani di un partito della sinistra. C’è in questo una sorta di invidia, nelle sue diverse accezioni. Quella cattiva che auspica il male altrui a costo del proprio. di chi insomma è disposto a perdere un occhio a condizione che il nemico ne perda due. E c’è anche quella buona, che sconfina nell’ammirazione. Sono invidioso perché sei riuscito a fare ciò che io avrei voluto fare senza successo, ma per questo ti apprezzo. Questa in realtà non è vera invidia perché, al fondo, c’è un giudizio positivo, c’è benevolenza.
Personalmente mi annovero fra questi secondi e rimango stupefatto nel considerare che Grillo è riuscito a fare in poco tempo, almeno a livello elettorale, ciò che a Palmiro Togliatti non era riuscito e neanche a Pietro Nenni, nonostante la Resistenza, l’esilio, il radicamento nel governo locale, nei sindacati e nelle associazioni di massa. Nonostante la storia gloriosa del Movimento operaio. E proprio perché la mia è un’invidia-ammirazione guardo al M5S cercando luci ed ombre, senza pregiudizi. Il lato positivo è largamente visibile, il più grande la difesa della Carta dall’attacco del PD. Questo è un merito ormai iscritto nella storia del Paese. Se non si pecepisce che, senza il M5S, oggi quasi certamente la nostra Costituzione sarebbe stata formalmente quella voluta da JP Morgan, si perde titolo a partecipare al dibattito pubblico. Il secondo è il rilancio della questione morale a partire dalla rinuncia al contributo pubblico, esigibile per legge, mentre gli altri prendono rapacemente anche quanto non spetta loro. La terza è che in tutte le questioni di rilievo i pentastellati assumono posizioni condivisibili e, spesso, rompono dei tabù propri di un certo perbenismo di sinistra. Anche sulla questione migranti, dove una distinzione va pur fatta. Quelli che ho visto arrivare a P. Pino, normalmente vestiti, con telefonini di ultima generazione, non son certo i fratelli a cui dobbiamo accoglienza incondizionata. L’umanità non si deve negare a nessuno, lo impongono la morale e la Costituzione. Tuttavia un’analisi e un distinguo s’impone, anche sul piano normativo.
Per farla breve, di fronte all’attacco del PD e delle destre al mondo del lavoro fino alla vergogna della sottrazione truffaldina del referendum sui vaucher, che sia desiderabile un’alternativa del M5S, mi pare lapalissiano. Altra questione è la preoccupazione sulla capacità di questa forza di reggere l’urto dei problemi e della reazione ad un loro governo di ogni sorta di potere interno e internazionale.
C”è invece chi a sinistra odia più i pentastellati, difensori della Carta e dei diritti del lavoro, del Pd, che ne è il più pericoloso eversore. Senza, fra l’altro, opporre alcunché se non la miseria di piccole formazioni sorte come i funghi dopo le piogge autunnali e senza nessuna seria volontà di riunificazione. Il Fatto quotidiano stimava l’altro giorno in una percentuale a doppia cifra l’impatto di una sinistra seria ed unita sull’elettorato italiano. Ne sono sempre stato convinto. C’è spazio per un partito di sinistra al di sopra del 15%, a condizione che il leaderismo perfino ridicolo dei vari capetti lasci spazio ad una seria volontà di ricomposizione, che faccia leva non sull’elettoralismo infantile, ma sull’immersione sociale, nelle sofferenze di gran parte del mondo del lavoro e del ceto medio basso.
Ora, se tutto questo non matura, certo non se ne può dare la colpa a Grillo, che semmai cresce proprio sull’insipienza altrui. E di fronte a questa situazione torna il dilemma: il M5S va aiutato a superare i suoi limiti, riconoscendone la positività di base o va avversato? A me pare più saggia la prima posizione, pur prestando attenzione a quanto succede a sinistra. Il fatto è che qui non succede nulla di promettente ed è perfino difficile tenere a memoria tutte le sigle esistenti e il nome dei loro dirigenti e aderenti. Dei tanti amici e compagni non si riesce più a stabilire l’appartenenza in questa grande babele nata dalla diaspora comunista e post. In questa situazione non è difficile capire perché anche chi non ne condivide in tutto linea e modo di fare preferisca l’alternativa possibile offerta da Grillo alle vuote parole dei sinistri in preda al cretinismo parlamentare.
1 commento
1 Oggi lunedì 19 giugno 2017 | Aladin Pensiero
19 Giugno 2017 - 08:11
[…] M5S e brandelli della sinistra: che fare? 19 Giugno 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Il M5S continua ad agitare i sonni della sinistra italiana che fu e quelli di noi orfani di un […]
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