Gavino Corda - Iglesias
Alcuni lettori ci inviano brevi articoli con le loro opinioni sul voto, che pubblichiamo volentieri al fine di alimentare il dibattito sulle elezioni e per far comprendere quanto vari siano gli umori nell’area democratica. Ecco di seguito l’intervento di Gavino Corda e più avanti quello di Stefano De Candia. Naturalmente ringraziamo entrambi per il loro contributo.
Molti di noi non si sentono rappresentati in questa campagna elettorale. Molti di noi non lo saranno nel Consiglio Regionale che verrà eletto. Ma il momento delle elezioni è tale che non sempre riesce a contenere profondità di concetti costituzionali, difesa di istituzioni, storie di personalità trasparenti, chiacchiere da bar e momenti di cattiva coscienza. E’ un momento in cui si realizzano obiettivi postivi, o si contrastano pericoli immediati. Gli impegni e le speranze non contenibili in questo atto vengono rimandate a dopo.
Se è vero che il fenomeno per cui la politica come terreno comune di confronto, resta in subordine rispetto allo strapotere dell’economia, se è vero che questo è un fenomeno diffuso e trasversale, se è vero che ordinamenti democratici e costituzionali vengono erosi da forme autocratiche e dirigiste, non è detto che resistere a questa deriva sia l’unica battaglia degna d’esser combattuta.
Ci sono gli avversari di sempre da battere; quelli che per decenni hanno avuto mani e tentacoli nei centri di potere, nei meccanismi democratici ed autonomisti ai quali tanto teniamo. Aspettano, insieme ai loro compagni di merenda d’oltre Tirreno, che le nostra capacità di resistenza, i nostri patti di solidarietà si frantumino completamente, oltre il limite dell’attuale collasso. Del quale siamo, occorre dirlo, anche noi oggettivamente responsabili. Noi appassionati cultori delle strutture costituzionali e statutarie, noi personalità solidali e trasparenti, noi militanti devoti ed integerrimi.
L’uomo solo si è potuto arrogare il comando di strutture che hanno ceduto perché infette e cariate. Ricostituirle sarà un impegno da perseguire su altri terreni e con strategie di prospettiva che non siano quelle di una campagna elettorale, dopo che il pericolo rappresentato dagli avversari di sempre sarà fermato.
Quale risultato concreto, fruibile da una vasta area di astensione? Quale, dalle alchimie improbabili di voti dispersi su liste inconsistenti? NO! Non mi ci vedo a fregarmi le mani compiaciuto per aver dato una lezione a Soru e contemporaneamente aver restituito tutti i poteri a forze che combatto da 50 anni.
2 commenti
1 Enea Dessì
7 Febbraio 2009 - 10:32
Ciao Gavino, non ti vedo da trent’anni e colgo l’occasione per salutarti.
Ho creduto moltissimo in quello che con molti amici (Maninchedda, Pigliaru e anche Pierluigi Carta) stavamo costruendo con Progetto Sardegna. Quando Soru non riconobbe i coordinamenti territoriali e impedì l’uso del simbolo (vi aveva iscritto il copy right) tra me mi sono detto: “ma chi crede di essere?”. Lo ha fatto vedere (eccome!) chi è e chi sa essere. Non volermene se dico che tra Fidel Castro e Augusto Pinochet io non vi ho mai visto molta differenza e non la vedo tra Soru e Berlusconi: usano il potere della finanza e dei media per occupare potere politico allo stesso modo e con lo stesso cinismo. Comunque io non considero la destra mia nemica, avversaria ma non nemica; i nemici, questi si, sono coloro che sono ubriachi di potere, coloro che bramano per il potere e che più ne hanno più ne vogliono. I due, caro Gavino, diversi non sono e davvero non meritano un solo voto.
2 M.P.
7 Febbraio 2009 - 21:24
Da decenni, da sempre militante di sinistra con l’anima sardista, entusiasta dell’avvento di Soru nel 2004 (ho visto un “sardismo di sinistra”), ora voto Psdaz e non la sinistra.
Non per una lezione a Soru, poco propenso ad accettarne, bensì per uscire dalla brace pur sapendo di tornare alla padella, in attesa di qualcos’altro che si potrebbe costruire o “ricostruire” più correttamente.
La lista inconsistente è meno dolorosa, benchè inutile. E se dovessi scegliere il male minore, pur convinto che fra Castro e Pinochet differenze vi siano (ma è una realtà diversa), ho l’impressione che non sceglierei Soru. E’ grave? In fondo sono elezioni regionali, e l’angelo custode ha altre gatte da pelare.
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