Laconi costituente della Repubblica e della nostra identità

2 Giugno 2017
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  Francesco Cocco

Per celebrare il 2 Giugno, Festa della Repubblica, ricordiamo un padre costituente, Renzo Laconi nel 50° dalla morte

Proponiamo perciò una testimonianza di Francesco Cocco esposta all’incontro organizzato dall’ANPI su “Renzo Laconi costituente sardo”, nell’ambito delle iniziative per il 2 giugno.

Ricorre nel maggio del 2017 il cinquantesimo anniversario della scomparsa  di Renzo Laconi.  Credo sia doveroso ricordarlo  essenzialmente per due motivi :  egli è stato una dei padri della nostra Costituzione repubblicana (membro della Commissione dei 75 e del Comitato dei 18) ed ha avuto la capacità d’intravedere che le ragioni della nostra autonomia speciale non erano semplicemente da individuare  nel sottosviluppo economico ma soprattutto  nella particolare storia e cultura dell’ Isola.
Laconi aveva ben chiaro che le ragioni  della nostra specialità  erano da individuare  in un contesto più ampio rispetto alle condizioni di sottosviluppo  economico e sociale della Sardegna negli anni ’40 del secolo scorso. Già nell’ immediato dopoguerra,  in un articolo pubblicato sul periodico del PCI  “Il Lavoratore” scriveva di un particolare “diritto  all’ autonomia che trova il suo naturale presupposto nelle caratteristiche storiche, culturali  e geografico-economiche dell’ Isola”. Posizione riaffermata  in un discorso alla Camera  del 54 , in cui affermava “ …la Sardegna  non è come le altre regioni ………è stata per secoli una nazione a sé, ha avuto ed ha una sua lingua, una sua tradizione, una sua storia. Non possiamo ignorare questa realtà”
Laconi negli anni della Costituente non era certo disattento alle condizioni economiche dell’ Isola. E’ sua la proposta di un piano straordinario (art.13 Stat. Spec. Sardegna), ma è nel 57, con l’assunzione della segreteria regionale del PCI, che i fondamenti identitari  della sua concezione autonomistica  diventano programma di azione politica. Due saggi ( Questione sarda e questione meridionale “ e Note per un’indagine gramsciana” ) apparsi sulla rivista  “Rinascita Sarda”, sono le basi teoriche per trarre il PCI dalle strettoie di un operaismo chiuso e porlo in un orizzonte  di un autonomismo aperto,  concepito come strumento di riforma complessiva dello Stato. Ecco perché Laconi è uno dei padri del nuovo pensiero  regionalistico sviluppatosi in Sardegna nella seconda metà del Novecento, di un regionalismo non più fondato essenzialmente sulle condizioni economico-sociale ma sulla più complessiva identità storico-culturale.
In tutta la sua azione politica, e segnatamente in quella di parlamentare, la sua idea centrale è la sovranità popolare che trova la sua espressione  ed il conseguente esercizio nel Parlamento. Un pensiero quindi manifestamente antitetico a processi in atto , che vedono la sovranità popolare disattesa da una costruzione istituzionale con al centro non più il popolo ma l’ “uomo forte” destinato in nome di una pseudo governabilità a dominare tutte le istituzioni ed in ultima istanza a creare le condizioni di uno strisciante autoritarismo.
La lezione del Laconi politico non è solo quella istituzionale: Vi è anche quella di una dedizione totale alle sue idealità. La sua stessa morte diventa testimonianza di questa  dimensione di vita. Nella primavera del 67  non si era voluto sottrarre, benché  gravemente malato, ad una pesante campagna elettorale in Sicilia. Così la morte lo colse  mentre si accingeva a rientrare a Roma  alla guida della sua utilitaria.

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