No, cari Margherita e Mario, nessun voto ai ladri di democrazia

6 Febbraio 2009
8 Commenti


Andrea Pubusa

Cari Margherita e Mario,
il vostro intervento è così civile e garbato (merce rarissima di questi tempi) che quasi mi dispiace non darvi ragione. Voglio però, a mo’ di ricompensa, graziarvi delle mie solite argomentazioni e rispondervi con un gioco. Poniamo che voi siate in una stanza e un uomo malvagio (B.) abbia chiuso ermeticamente una finestra, togliendovi, per metà, l’aria. L’altra metà, che vi consente ancora di respirare, proviene da un’altra finestra e voi siete ben attenti a impedire che anch’essa venga chiusa. Vi sforzate che vi montino la guardia persone fidate e per maggior prudenza volete che siano più d’una. Ne va della vostra esistenza. Un brutto giorno uno dei custodi (S.), mostrandosi molto premuroso nei vostri confronti, dice di voler essere l’unico guardiano e a questo fine pone in essere atti inequivocabilmente volti a far fuori tutti gli altri. A quel punto voi dovete decidere se lasciare la seconda finestra in custodia soltanto a questo signore (S.), oppure se contrastarlo, affinchè la guardiania sia collettiva e, dunque, più affidabile. In questa situazione voi cosa fareste? Credete che S. sia il meno peggio e ne incoraggiate il proposito di rimanere l’unico custode della finestra? Oppure, pensate che, tra il vedere e il non vedere, sia meglio impedirgli di realizzare il suo proposito?
La risposta a me sembra ovvia e banale: occorre contrastare il proposito di S.  Ammetto, però, che il quesito si presti ad altre soluzioni a seconda di un’altra opzione. Se voi ritenete di poter sopravivere anche avendo tutte le finestre chiuse lascerete fare. Se invece voi ritenete di aver necessità dell’aria metterete in atto ogni azione di contrasto, pur sapendo che c’è un malvagio che già vi ha privato, per quanto in suo potere, del 50% dell’aria.
Morale della favola: voi ritenete che Soru vi consenta di respirare, io no. E così voi metterete un granello per sostenerlo nel suo intento monocratico contro chi l’aria ve l’ha già tolta; io, invece, metterò il mio granello per far sì che la seconda finestra abbia più custodi, e lo faccio non votando chi pretende d’essere il mio unico premuroso amministratore e lavorando ad un’alternativa democratica.

So che così ragionando mi espongo quasi ad un linciaggio e se ne sentono gli echi in qualche commento anche in questo blog (ovviamente risparmiamo ai lettori quelli violenti dei più imbecilli). Ma, vedete, per me la democrazia è come l’aria. Se qualcuno la vuole restringere, non riesco a parlar d’altro. Scuola, formazione professionale, ambiente non riescono a distogliere il mio pensiero dal problema principale, anche perché son convinto che, senza democrazia, poi anche quelle storie belle, presto o tardi, andranno a farsi benedire.
So che qualcuno degli ultras soriani (e non solo) dubita dell’integrità delle mie capacità mentali. Del resto, l’internamento, nel migliore dei casi, è sempre stata, nei regimi autoritari, la misura per i dissenzienti e gli eretici.  Se ci pensate bene, però, il mio modo di vedere non è molto diverso da quello che in questi giorni ha enunciato uno che il cervello lo ha sempre mantenuto a posto e al massimo livello, Valentino Parlato. Ebbene questo grande vecchio della sinistra italiana sul Manifesto avanza una proposta di astensione alle elezioni europee. Sentite cosa dice il buon Valentino: “L’astensione dovrebbe significare che c’è ancora un vasto popolo di sinistra che fa sciopero contro queste elezioni truccate e si propone partendo dal no di costruire una nuova sinistra“. Dunque qual’è il dilemma? A questo punto occorre “scegliere se giocare in una partita truccata che ci vuole perdenti oppure dichiararre … un clamoroso no a queste elezionii truffa“. E ancora. “Personalmente credo che un forte no sarebbe molto più valido di alcuni striminziti e forse perdenti sì“. Bene. Voi direte che le elezioni europee sono altra cosa rispetto alle regionali: non sono un test importante. No, amici miei, sia Veltroni che Berlusconi le hanno scelte come banco di prova delle loro politiche e come misura del loro consenso, tant’è che hanno, di comune accordo, fissato lo sbarramento al 4%. E allora? Valentino rema per il Cavaliere? Non scherziamo! E’ che ci sono momenti in cui la partita è così palesemente truccata da non offrire serie alternative. Per esempio, rimanendo sempre nell’ambito dei giochi, di fronte a due ladri (di democrazia) uno di nome B. e l’altro S., che mirano allo stesso risultato (comando monocratico), ha senso scegliere l’uno o l’altro? O, se si è in presenza di due squali egualmente pericolosi (la specie nostrana S. e quella esotica B.), ha senso, ai fini della sicurezza personale, preferire la specie autoctona? In altri termini, dobbiano far finta di non capire che la scelta che ci viene offerta dall’autocandidato e dall’eterocandidato è fra due forme di monocrazia fondate sulla ricchezza e sul conflitto d’interessi, sulla sistematica violazione del principio di legalità? O è più saggio prendere atto della situazione e chiamarsi fuori da questa partita truccata? Per far che? Per costruire un percorso alternativo! Per me la risposta è naturale e ovvia, ed è inscritta in tutta la mia vita di impegno a sinistra, in cui più d’una volta anche a livello elettorale, con altri compagni o semplici democratici, ho voltato le spalle alle sirene delle forze maggiori. E sempre l’ho fatto non lasciandomi travolgere dal richiamo alla paura: dispersione del voto, oggettivo sostegno agli avversari e così via. In fondo, anche alle ultime elezioni politiche nazionali chi ha votato a sinistra ha dovuto resistere agli inviti allarmati  di Veltroni e compagni contro la dispersione e per il voto utile. D’altronde, alla proposta secca dell’astennsione esistono alternative. Il voto disgiunto, ad esempio: preferenza ad un candidato ritenuto meritevole di fiducia e voto per la presidenza a Balia o a Sale. Entrambi non si sono genuflessi davanti a Soru né sono passati dall’altra parte. Balia ha condotto una limpida battaglia istituzionale contro l’iperpresidenzialismo soriano, per un bilanciamento dei poteri Presidente-Giunta-Consiglio, ha criticato la disciplina del conflitto d’interessi chiedendone una più rigorosa. Ed oggi è fuori dalla coalizione per via di questa sua azione contro le tendenze mmonocratiche. Sale e l’iRS hanno rifiutato la candidatura nel listino proposta loro da Soru per parare la rottura coi sardisti. Hanno assunto un atteggiamento di grande dignità: o in Consiglio ci mandano i sardi o restiamo fuori. Di fronte alle tante prostrazioni, che mirabile esempio di schiena dritta! Solo questo atteggiamento merita il voto. Ma non dimentichiamo  la battaglia dell’iRS contro l’accoglimento dei rifiuti campani disposta da Soru, a scopo propagandistico, in violazione di una legge regionale che lo vieta. Una lotta pacifica ma ferma per la legalità regionale.
Questi sono solo esempi di voto alternativo per minoranze attive. Ma ce ne sono anche altre.  Ed allora proseguiamo nel  confronto pubblico su questi temi. Chiedo agli interlocutori solo una cortesia: di grazia, non usate come arma di persuasione la paura; è uno strumento abusato e logoro.  Per convincere offrite una speranza.

8 commenti

  • 1 piero rossi
    6 Febbraio 2009 - 09:48

    andrea voterai per Balia?

  • 2 admin
    6 Febbraio 2009 - 10:39

    Caro Piero, a chi darò il mio voto o se non lo darò poco importa. Vedrò il giorno delle elezioni. Ciò che conta è a chi lo daranno o non lo daranno gli elettori sardi e quanti si asterranno. Noi cerchiamo di offrire una base di discussione, ospitando o proponendo le diverse ipotesi sul campo. Del resto, essendo stati - come tutti voi - ridotti da “su meri” a spettatori non possiamo fare altro. Ovviamente escludiamo la posizione di tifosi ultras, che non abbiamo mai avuto neppure rispetto alle politiche che abbiamo condiviso (a.p.).

  • 3 alessandro
    6 Febbraio 2009 - 10:47

    Chi è autenticamente e profondamente democratico e di sinistra non può votare Soru, sono pienamente in accordo con Andrea, anche se Sale è un demagogo e non metterei sullo stesso piano lui con il partito socialista

  • 4 Carlo Dore jr.
    6 Febbraio 2009 - 12:48

    Caro Professore,
    nel gioco c’è una cosa che non va: non è infatti sicuro che S. decida di chiudere la finestra una volta nominato custode unico del residuo spazio di aria. Le certezze sono altre due: la prima è che, se S. verrà allontanato, B. non si limiterà a chiudere quella finestra, ma provvederà a murarla col cemento armato; la seconda è che i custodi disponibili sul mercato in caso di licenziamento di S. hanno dato prova, in trent’anni di politica, di non essere nè più affidabili nè più capaci di S. Vale allora la pena, in ragione della sfiducia verso S., di lasciare la preziosa finestra incustodita, o di affidarla alla cura dei vecchi cloni del Sergente Garçia che S. è riuscito finalmente a mandare in pensione?

  • 5 Efis Pilleri
    6 Febbraio 2009 - 13:12

    Poco tempo dopo che queste scellerate elezioni regionali invernali sono divenute ineluttabili, sono pervenuto a conclusioni del tutto analoghe a quelle di Andrea. Per parlarne ho atteso tuttavia che si svolgesse una riunione del mio gruppo di amici (Costituente Sardista).
    Abbiamo confrontato le opinioni di qualche decina di persone che potremo definire, molto più appropriatamente di altri sedicenti, “rossomori”. La gran parte di questo gruppo ritiene che l’emergenza democratica maggiore in Sardegna, sia costituita dall’operato di Soru. Peraltro alcuni lo sosterranno comunque in odio al berlusconismo mentre altri voteranno Cappellacci per non lasciare niente al caso.
    La maggior parte di noi voterà per candidati del PSDAZ con voto disgiunto a favore di Gavino Sale o Gianfranco Sollai.

  • 6 stefano de candia
    6 Febbraio 2009 - 18:27

    egr. professore
    secondo me ha sbagliato l’esempio per il semplice motivo che le due finestre aperte noi non le abbiamo mai avute…
    la finestra di cui lei parla è stata chiusa per quasi 5 anni e non capisco perchè lei parli di finestra aperta essendo palese che se non fosse stata già chiusa allora non avrebbe senso avere paura che soru la richiudesse…
    la realtà è che quì si continua a mistificare la realtà facendo il gioco del dittatore sanlurese e cioè continuiamo a dare per scontato che il prossimo governatore della regione Sardegna sarà Soru oppure Berlusconi…
    non è così sarà Soru oppure Cappellacci, e poco mi importa che sia o meno un pupazzetto nelle mani del cavaliere perchè prima di tutto è da dimostrare nei fatti e secondariamente, ma cosa più importante, non avrà una maggioranza bulgara come Berlusca in parlamento e dovrà fare i conti con una alleanza molto più complessa di quella a livello italiano, quì non è possibile evitare che vengano rappresentati almeno 12 o 13 partiti ognuno dei quali è portatore di interessi precisi con elettorati di riferimento chiari…
    Berlusca quà non potrà fare proprio come al parlamento italiano e solo chi è un semplice ultras, in un senso o nell’altro…, non lo vuole capire.
    Soru ha governato tanto e male e lo ha fatto con metodi talemente illeberali che nemmeno il cavaliera ha mai nemmeno immaginato… forse tutti si sono dimenticati di ciò che è accaduto all’ex assessore all’agricoltura, o all’ottimo Pigliaru o diversi esponenti che lo hanno abbandonato per la totale impossibilità di averci un dialogo.
    chi l’ha conosciuto bene lo ha descritto come un iracondo vessatore, incapace di gestire il dissenso interno ed esterno, e non stò parlando di prsonaggi di secondo piano ma anche di prestigiosi giornalisti che lo hanno avuto come capo e che ne hanno raccontato la storia…
    quì come sempre pur di evitare berlusconi ci dobbiamo piegare a tutto ed io non sono assolutamente convinto che per la Sardegna Berlusca sia peggio di Soru per il semplice fatto che il suo pensiero sarà quanto meno mediato ed attutito, quello del reuccio campidanese sarà il verbo allo stato puro, un verbo assai poco utile alla Sardegna.
    VOTATE PSD’AZ E PRESIDENTI SOLLAI O SALE
    FORTZA PARIS

  • 7 francesco cocco
    6 Febbraio 2009 - 20:38

    Garbata la lettera e garbata la risposta. C’ è una sinistra che ancora ama dialogare e c’è una sinistra (ma è veramente tale?!) che rifiuta il confronto, che a tutte le argomentazioni oppone un muro di gomma e dimostra una predilezione per l’insulto. Ho conosciuto tutte le campagne elettorali per l’elezione del Consiglio regionale dal 1949 in poi , ma nessuna è stata cosi aspra e ricca d’improperi sul piano personale. Comunque si concluda, la sinistra, anche se vincitrice, ne uscirà con le ossa rotte, più frantumata di quanto non lo fosse sino a qualche tempo fa. Non si può portare avanti una campagna elettorale con la logica del meno peggio, che per sua natura contiene un giudizio negativo implicito nel concetto di peggio. E tutto questo è preoccupante pensando alle sfide drammatiche che ci aspettano.

  • 8 Gabriella Lanero
    7 Febbraio 2009 - 11:29

    Ringrazio molto chi anima questo dibattito. E’ un’opportunità di chiarezza e confronto importante per chi, senza aver lavorato nei partiti, si è impegnato/ si impegna politicamente nel proprio lavoro e sente da questo punto di vista, l’esigenza di capire e di esprimersi con gli strumenti della democrazia, cercando la solidarietà più ampia di chi avverte le stesse necessità.
    Per questo, da cittadina, impegnata nella scuola, mi convinco che sia meglio votare Soru. Mi basta l’esempio dell’arroganza di uno strapotere che calpesta il diritto di una e di tutti. Mi muove il desiderio di contribuire alla realizzazione di un piano per l’istruzione, investimento per lo sviluppo di una coscienza civile e per le prospettive di lavoro dei nostri figli.
    Mi convinco che, anche solo per questo, (a me non sembra poco) sia meglio mantenere aperto un altro spiraglio. Due finestre aperte sono meglio di una. Formano una corrente d’aria . All’interno del sistema Berlusconi l’opposizione e la possibilità di contribuire è chiusa. Credo che sia meglio votare Soru per la Sardegna e per l’Italia.

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