Eolico: a Villacidro venti di guerra

4 Giugno 2017
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Antonio Muscas a domanda risponde

Altro eolico in Sardegna, ancora un furto di territorio. Ora tocca a Villacidro. Ne parliamo con Antonio Muscas dell’Assemblea permanente, mobilitata su vari fronti in difesa del lavoro e del territorio.

D. A Villacidro sono arrivati gli espropri per l’eolico. Di cosa si tratta?
R. Non basta la megadiscarica, i progetti per il metanodotto e il termodinamico, gli impianti a biomassa: ora Villacidro avrà finalmente anche un parco eolico tutto per sé.

D. “Pubblica utilità, indifferibilità e urgenza”. Non si scherza!
R. Questa la nuova formula, i termini a giustificazione del progetto di installazione di 14 generatori da 2,2 MW per una potenza complessiva di 30,8MW.

D. Chi fa la domanda e avvia la pratica, di solito, fa il lavoro sporco, poi vende le licenze, Qui come stanno le cose?
R. Il progetto è della Green Energy Sardegna, srl con 10 mila euro di capitale sociale, controllata, dalla Friel Green Power degli imprenditori altoatesini, i fratelli Thomas e Josef Gostner…

D. Nomi noti alle cronache giudiziarie…
R. Sì questa società è finita nell’occhio del ciclone nel 2010, per l’inchiesta avviata dalla Dda di Cagliari, sul business dell’energia eolica nella quale finirono indagati – dalla procura di Roma – tra gli altri, il governatore sardo Ugo Cappellacci (quello che si fa i selfie al Poetto durante i temporali e che per questa vicenda si era definito «un babbeo»), il coordinatore dell’allora Pdl Denis Verdini e il faccendiere Flavio Carboni.(http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/16/sardegna-ombra-della-mafia-sull-eolico.html)

D. Ma ci sono procedure semplificate in materia…
R. Grazie al d.lgs. n. 387/2003, il cosiddetto decreto Bersani, mediante una serie di misure di semplificazione delle procedure autorizzative, gli impianti alimentati a fonti rinnovabili vengono classificati di “pubblica utilità” e la loro realizzazione definita “indifferibile ed urgente”, vengono inoltre semplificate le procedure concessorie mediante l’introduzione di un’autorizzazione unica, rilasciata dalla Regione o da altro soggetto istituzionale da questa delegato.

D. Si vogliono favorire le fonti rinnovabili…
R. La direttiva 2001/77/CE, a cui ci si riferisce, recepita dall’Italia con il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 ha ulteriormente innalzato l’obbligo – stabilito dal decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (cd. decreto Bersani) – di immettere nella rete nazionale una quota di energia generata in nuovi impianti alimentati da fonti rinnovabili ed ha definito nuove regole di riferimento per la promozione delle fonti medesime.

D. Poi c’è il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 del Governo Berlusconi…
R. E così, una srl dal valore pressoché nullo realizzerà un progetto del valore di decine di milioni di euro (nella versione presentata nel 2013 il costo del progetto era pari a 52.645.296€) garantendosi guadagni immensi per almeno 20 anni (forse 30) e lasciando sul territorio futuri rottami e nessuna ricaduta economica. Ciò senza parlare dei danni permanenti al suolo e al paesaggio, del rumore che presto accompagnerà chi frequenta le campagne circostanti.

D. Ma poi serve tutta questa energia?
R. Oggi la Sardegna ha un esubero di potenza elettrica installata, un eccesso di produzione limitato anche dall’incapacità di poterla smaltire attraverso i cavidotti che ci collegano al Continente.

D. Eppure proliferano gli impianti di produzione elettrica da fonti cosidette rinovabili…
R. …Compresi gli inceneritori che rientrano nella catagoria, senza disdegnare una nuova centrale a carbone e senza che le vecchie centrali a combustibile fossile vengano ridimensionate per lasciare il posto all’energia “pulita”.

D. A che serve e a chi giova questo parco?
R. Non certo a noi che vedremo ancora aumentate le noste bollette per pagare gli incentivi di questi inutili mostri, insulti all’intelligenza umana. E neppure agli agricoltori, i quali, stavolta, grazie al decreto Bersani, vedranno i loro terreni espropriati e pagati 4 soldi.

D. Corrudus e apabiaus, si dice da queste parti.
R. La Sardegna continua a vestire i panni della terra d’assalto. Grazie a Bersani e Verdini, alla complicità degli ultimi governi sardi e di diverse amministrazioni comunali, contraddistintisi per il servilismo e la rara capacità di definire carezze i numerosi ceffoni che non smettiamo di ricevere.

D. Sembra che l’esperienza dei decenni scorsi non abbia insegnato nulla.
R. Non possiamo permetterci che altri luoghi della nostra preziosa isola vengano ceduti e deturpati per alimentare mafie e creare ulteriore miseria. Perciò anche stavolta dovremo dare battaglia; per la nostra salvaguardia e perché la coscienza ce lo impone; perché non abbiamo e non vogliamo un’altra terra dove andare.

D. A chi rivolgete il vostro grido di lotta?
R. L’appello a mobilitarsi è rivolto a tutti i sardi, alle istituzioni, organizzazioni e associazioni, a chiunque ami la terra e ne riconosca il valore, l’estrema fragilità e l’eterno bisogno di essere salvaguardata e protetta. La terra non è usa e getta e la dobbiamo difendere palmo a palmo. Rivendichiamo il nostro diritto di decidere per noi stessi.

1 commento

  • 1 Oggi domenica 4 giugno 2017 | Aladin Pensiero
    4 Giugno 2017 - 21:27

    […] Antonio Muscas a domanda risponde, su Democraziaoggi Altro eolico in Sardegna, ancora un furto di territorio. Ora tocca a Villacidro. Ne parliamo con Antonio Muscas dell’Assemblea permanente, mobilitata su vari fronti in difesa del lavoro e del territorio. […]

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