Pietro Maurandi
Dal Coordinatore regionale di Sinistra democratica riceviamo e volentieri pubblichiamo. Cogliamo l’occasione per informare che Claudio Fava, segr. naz. SD, parlerà all’Exmà di Cagliari venerdì 6 alle 17.
A campagna elettorale inoltrata è bene che gli elettori – in particolare gli elettori di sinistra – abbiano chiaro il panorama delle forze in campo e il terreno sul quale si gioca il futuro della Sardegna.
Non è più questo il tempo di tornare sulle vicende e sulle valutazioni che hanno segnato il cammino tormentato della maggioranza di centrosinistra. E’ bene però che le posizioni politiche di ciascuna forza siano chiare affinché gli elettori possano esprimersi con piena consapevolezza. E’ chiaro che mi rivolgo agli elettori di sinistra e di centrosinistra, delusi e smarriti come non mai in questa stagione politica, fortemente tentati dall’astensionismo o dal votare turandosi il naso. A questi elettori voglio parlare dello schieramento che rappresento e che, in mezzo a mille difficoltà, ha deciso di presentarsi alle elezioni regionali: la lista de la Sinistra.
Abbiamo scelto di stare nel centrosinistra, dopo una discussione faticosa e tormentata, nonostante i problemi e le difficoltà, perché questa è la collocazione naturale di una forza della Sinistra. Ma non abbiamo mai pensato di stare nell’alleanza in posizione subordinata e prona ai desideri e agli obiettivi di altri; abbiamo detto sempre che in una coalizione non ci sono capitani e gregari ma forze e persone che pretendono di avere la stessa dignità; purtroppo non tutti stanno nell’alleanza in questo modo.
Di fronte alle difficoltà e alle incomprensioni siamo andati avanti per una strada che riteniamo limpida e onesta: presentarci con le nostre linee programmatiche per il futuro della Sardegna, con candidati che rappresentino tutte le realtà dei nostri territori, con un disegno politico che va al di là delle elezioni regionali e delle prossime elezioni europee e non con un cartello elettorale.
Il nostro programma si fonda sull’idea che una forza di Sinistra debba esistere e lottare per combattere le scandalose disuguaglianze sociali, che affliggono le persone, le classi, i territori, i popoli. Dalle disuguaglianze allo sviluppo socialmente sostenibile, che produca più ricchezza e più lavoro, che non consumi risorse naturali e territorio, che rimuova le disuguaglianze sociali e territoriali.
La questione morale per noi è un principio fondamentale dell’attività politica, non una vuota formula; riguarda il modo in cui si sta e si lavora nelle assemblee elettive e il modo in cui si governano le istituzioni.
Il conflitto d’interessi rimane anche in Sardegna un problema da affrontare con serietà e rigore, modificando la legge statutaria laddove contiene lacune e insufficienze.
Rivendichiamo quella dell’Autonomia rinnovata come una nostra bandiera, che deve tradursi nella riforma dello Statuto, per ridefinire i rapporti con lo Stato, per definire i rapporti con l’UE e per ridisegnare l’assetto interno della Regione, modificando il rapporto con gli enti locali ed eliminando la clausola di dissolvenza nel quadro di un rapporto equilibrato fra Presidente e Consiglio regionale.
Le nostre candidature nascono da uno sforzo autentico di apertura e di rinnovamento razionale. Fra i consiglieri regionali ne abbiamo candidato tre che avevano una sola legislatura, abbiamo inserito giovani e donne, quattro donne sono capolista nelle circoscrizioni elettorali.
Il nostro disegno politico è molto semplice, anche se difficile da far passare nei media invasi dalle contrapposizioni false e dagli inciuci veri fra il capo del governo e il capo della presunta opposizione. Noi lavoriamo per costruire, in Italia e in Sardegna, un partito della Sinistra perché non ci accontentiamo dei partitini identitari rivolti al passato; lavoriamo per una Sinistra rinnovata che si muova nell’ambito della grande famiglia del socialismo europeo. Da questo disegno nasce la lista de la Sinistra per le elezioni regionali e la nostra scelta di stare con il centrosinistra.
Non è facile muoversi sul terreno della buona politica in una stagione in cui dilaga la mala politica. L’ultimo episodio è quello dell’accordo fra PD e PDL sulla legge elettorale europea. Questa volta lo sbarramento alle forze politiche minori non ha nemmeno la motivazione di garantire la stabilità dei governi, problema che nell’UE non esiste. L’accordo nasce dall’intento miserabile di raccattare un po’ di voti per un PD in crisi di consenso. E’ bene dire al PD e al PDL che la Sardegna aspetta una riforma della legge elettorale che le consenta di eleggere qualche deputato nel parlamento europeo, al PD è bene ricordare che la destra non si batte senza l’alleanza di centrosinistra, né in Italia, né in Europa, né in Sardegna.
Tuttavia io credo che la migliore risposta strategica a questa vergogna debba essere la battaglia politica per aprire una nuova prospettiva; senza ossessioni da quorum e senza improbabili cartelli elettorali, bisognerà cercare il consenso degli elettori sull’obiettivo di far nascere non l’ennesimo piccolo partito, ma un partito della sinistra che in prospettiva rappresenti, come nel resto d’Europa, l’effettiva alternativa alla destra. Che è la strada da noi scelta per le elezioni regionali.
Con queste posizioni e con la nostra prospettiva politica pensiamo di offrire agli elettori di centrosinistra una seria e importante alternativa, senza che nessuno senta il bisogno di turarsi il naso o di rifugiarsi nell’astensione o peggio di votare per partiti che hanno scelto di stare con il centrodestra.
2 commenti
1 Quesada
5 Febbraio 2009 - 12:05
Onorevole Maurandi,
conosce qualche forza politica della passatta maggioranza che riconosca di essere stata “nell’alleanza in posizione subordinata e prona ai desideri e agli obiettivi di altri”? Certo che no!
Tutte sono pronte a sottoscrivere che “in una coalizione non ci sono capitani e gregari ma forze e persone che pretendono di avere la stessa dignità”.
Eppure nel centrosinistra tutte hanno svolto il ruolo di maggiordomi del principe, quando non addirittura di questuanti.
Aver preteso di non fare delle elezioni politiche una questione personale: pro o contro Soru, vi ha cacciati tutti in questo cul de sac dal quale vi sarà molto difficile uscire.
Questo sistema elettorale è monarchico ed il sovrano Soru ha dato prova di non ascoltare e non lasciare spazi a nessuno.
Quindi, finchè ci sarà questo sistema e questo Re, sarà inutile parlare di politica!
Inutile parlare di sinistra, di democrazia ed altre belle cose che credevamo acquisite una volta per tutte.
Prima cosa: cacciare via Soru!
E come sarà possibile votando Soru?
2 M.P.
5 Febbraio 2009 - 19:12
QUALE GOVERNATORE ?
L’operato del governo regionale (semplificando parecchio) consiste normalmente in tre azioni:
1. impegnarsi nelle controversie con lo Stato italiano o la stessa Europa, come anche nei confronti di Stati terzi, per difendere nel migliore dei modi interessi e diritti della Sardegna;
2. offrire con la maggiore efficienza possibile tutti quei servizi che costituiscono la normale attività dell’importantissimo Ente, insomma l’ordinaria amministrazione;
3. intraprendere, e qui sta il CORRETTO OPERARE DEL GOVERNO, tutte quelle iniziative che la disponibilità finanziaria dell’Ente può consentire e che devono promuovere, rinnovare, sviluppare tutti i settori della vita civile e sociale della regione, come quello economico e culturale, o semplicemente il tenore di vita.
Il terzo punto è quello che conta, nel senso che ogni Governo può effettivamente operare scegliendo fra varie opzioni le più diverse, nel merito e nel metodo. Tale aspetto è così delicato che NON PUO’ ESSERE LASCIATO TOTALMENTE ALLA SOLA DECISIONE DI UNA PERSONA, ma neanche di una Giunta o di un Consiglio regionale per l’intera legislatura; tale operato deve invece essere periodicamente proposto e illustrato a tutti i cittadini, in maniera che essi siano messi nella condizione di comprendere, dibattere ed esprimersi attraverso Enti e Associazioni, primi fra tutti i Comuni.
Dunque trovare il modo di consultare la popolazione e poi decidere negli Organi a ciò deputati, dovrebbe essere normale prassi per un GOVERNO DEMOCRATICO.
Ciò stabilito devo constatare che:
- l’UOMO FORTE al governo della regione non mi serve proprio, anzi lo escluderei; sceglierei una persona che sappia svolgere queste funzioni:
1. coordinare il lavoro della Giunta e dell’intero Consiglio, sollecitando e favorendo la partecipazione e il contributo della stessa minoranza;
2. vigilare perché tutti gli Enti locali e le Associazioni abbiano modo di conoscere e quindi affrontare i problemi trattati dal Governo regionale, in modo da potersi esprimere al meglio;
3. vigilare sulla correttezza di queste operazioni e sul rispetto della volontà popolare, per poi portare a realizzazione quanto deliberato.
- Mai, mi pare, abbiamo avuto alla Regione un Governatore in perenne conflitto con tutti, maggioranza e parte della Giunta comprese, e che poi con vari artifici sia riuscito anche a farsi rinnovare la canditatura. Soru “si è candidato”, e per fare ciò avrà certamente utilizzato anche forze esterne (Prodi, rifiuti, Veltroni-Passoni, Unità, disponibilità finanziaria, amicizie nel mondo economico, … pozioni magiche?).
- Il suo “sistema di lavoro”, da buon imprenditore qual è, è fatto di artifici, corretti o meno, ai limiti della legalità (se legali sono), basati sempre sull’iniziativa personale e sull’utilizzo di esecutori (non certo sul coinvolgimento e il dibattito).
- La maschera che indossa in questo periodo, per la campagna elettorale, è straordinaria, incredibile; porta fino all’eccesso quegli attributi che si era cucito addosso alla prima esperienza: “sardismo” e “sinistrismo” (non oso chiamarlo “socialismo”, non me la sento). Se per cinque anni ha agito con la clava, contrastando a destra e a manca, senza dialogo con alcuno, da uomo solitario, ora (ma è normale) riesce persino a sorridere, con subitanei rasserenamenti del viso, dettati dal voler apparire, non certo dall’essere (mamuthone).
- Vorrebbe anche apparire schivo, quando si schernisce di fronte alle lodi di giovani “trovatelli” accolti nella casa del Signore; e tuttavia sul palco, nelle assemmblee elettorali, E’ SEMPRE SOLO, fa tutto lui: solista in un coro di voci “bianche”, nel senso di “unisone”; presentatore e showman, primo attore unico, Deus; nessuno spazio a NESSUN ALTRO.
- A me NON PARE proprio l’uomo ideale per governare la Sardegna, UNO che dice “fidatevi, lasciate fare a me e non vi pentirete”; preferirei qualcuno che dicesse: ”controllatemi a vista, correggetemi se sbaglio!”.
- “Sinistra e sardismo” sarebbe l’idale, per noi sardi; forse mettendo insieme i “partitini identitari” e la VERA sinistra, si potrebbe fare.
Per il momento, NON VOTERO’ CERTO PER SORU.
Lascia un commento