Francesco Cocco
Pubblichiamo la risposta di Francesco Cocco alla lettera aperta di Cristina Lavinio di ieri.
Cara Cristina,
confesso che se non fossi stata tu l’autrice della lettera aperta non avrei risposto. Questo per un motivo molto semplice: prendi come spunto un mio intervento per farmi dire cose che non dico e che non m’interessa dire. Oltretutto in quel che scrivi vi è una buona dose d’insolenza, anche se mitigata dalla formula di stile che la frase non è riferita a me.
Non è forse insolenza attribuire le mie posizioni politiche ad una “delusione per qualcosa cui si aspirava e non si è avuta”? Non me la prendo, anche perché molti degli oligarchi osannanti al nuovo corso mi hanno abituato all’insulto quando combattevo contro i privilegi che la casta nostrana si auto-elargiva. Dopo che nel ‘90 ho votato in solitudine contro l’aumento delle indennità consiliari, sono stato l’unico a non avere assegnata una stanza di lavoro nella nuova sede del Consiglio regionale di via Roma. La casta nostrana pensava così di punirmi, in qualche modo di umiliarmi. Non capivano che per me era una conferma che stavo operando nel rispetto del mandato conferitomi dagli elettori. Ti pare che il mio comportamento sia quello di uno che agisce perché deluso da aspettative frustrate ? Ed alla mia età?!
Ma con te non riesco a prendermela: conosco la tua onestà intellettuale e la buona fede, anche quando arrivi a posizioni di sostanziale rifiuto dello sforzo necessario per comprendere le posizioni altrui. Oltretutto certa polemica politica rientra in un clima complessivo d’insofferenza che vedo pericolosamente rafforzarsi e che contribuisce, in non piccola misura, ad affossare la sinistra. In tale direzione bisognerà indagare per individuare le responsabilità di chi alla sinistra finisce per togliere le ultime possibilità di ripresa.
Nella lettera fai spesso riferimento a Soru. Io non l’ho neppure nominato, né intendo parlarne. Oltretutto non sono mai stato affetto da una qualche forma di culto della personalità: è una sindrome che colpisce sia quelli che demonizzano sia gli osannanti. Se tu avessi letto i miei interventi con altra prospettiva avresti avuto modo di osservare che mi pongo in un’ottica al di fuori di qualsiasi dimensione di mera propaganda. L’unica cosa che mi motiva in questa stagione politica è il dovere di trasmettere ai giovani una testimonianza, dove il primato spetta ai principi, alle idealità. In fondo è la regola alla quale mi sono sempre ispirato.
Per questo i miei interventi si sono sempre incentrati su aspetti che ritengo essere una grave ferita per la nostra democrazia, ancor prima che per il nostro istituto autonomistico regionale. Sono ferite non attribuibili, per loro natura, ad un unica persona. Investono un intero sistema di potere che per comodità chiamiamo berlusconismo, ma che va ben oltre la persona fisica di Berlusconi ed è penetrato profondamente nella sinistra.
Di fronte a un tale fenomeno di corrompimento del nostro tessuto democratico, tu poni in seconda linea la difesa dei principi e delle idealità. Ma su cosa cominceremo a ricostruire la nostra democrazia repubblicana se le fondamenta e le pietre angolari del nostro edificio istituzionale vengono squassate? Come puoi pensare che io, vecchio combattente di sinistra, resti indifferente e non m’indigni quando nel nostro ordinamento autonomistico si ammette che i titolari dei vertici del governo regionale possono operare commistioni tra interessi pubblici e privati? Come pensi possa accettare che la “castina” nostrana si auto-blindi con la legge statutaria escludendo la possibilità di referendum a modifica dello stato giuridico dei consiglieri regionali? E come fai a giudicare pettegolezzi o leggende metropolitane atti normativi ufficiali della Regione e quindi della Repubblica? Com’è possibile che ti sfuggano le conseguenze che tali regole possono determinare nel costume sociale ancor prima che nell’ordinamento giuridico? E di fronte a questi vulnus dovremmo tacere in base ad una astratta difesa della sinistra? Ma di quale sinistra parli? Sei convinta che basti il nome per darle sostanza?
Ti ripeto quanto altre volte ho avuto modo di dirti: conoscendo la tua onestà intellettuale, sono certo che potremo ancora combattere insieme per una sinistra che voglia essere veramente tale. Ti saluto caramente Francesco
5 commenti
1 admin
31 Gennaio 2009 - 07:35
Nel ringraziare Franceso Cocco, Cristina Lavinio e Umberto Allegretti nonché gli interventori al dibattito, avvertiamo che domani verrà pubblicata un’analisi sulla politica economica del Presidente Soru.
2 Cristina Lavinio
31 Gennaio 2009 - 11:19
Caro Francesco,
sai bene che hai da sempre tutta la mia stima proprio e anche (ma non solo) per l’episodio che ricordi, dei tempi in cui eri in Regione. Perciò trovo ingiusto che tu non abbia preso per buona la mia precisazione sul fatto che quanto dicevo non ti riguardava, ma riguardava altri (e di quel tipo di atteggiamento verso la politica, che viene da lontano, tu stesso confermi l’esistenza ricordando la ‘punizione’ che, con quella stessa logica, ti venne inflitta).
Dunque, cercavo solo di fare un inventario di posizioni variamente intrecciate che spingono più persone a decidere, il 15 e 16 febbraio, di non andare a votare; o che, peggio ancora, le spingono a dire che centrodestra e centrosinistra pari sono, o che addirittura il primo è meglio.
Potrò anche condividere tutti i principi di difesa della democrazia che si vogliano, ma non dimentico che la democrazia rappresentativa (quella che abbiamo) si esercita con il voto; e il voto oggi ci pone di fronte alla necessità di scegliere tra due schieramenti e i loro candidati presidenti, ci piacciano o meno. Sappiamo tutti che, in questo sistema elettorale, saranno comunque voti persi quelli dati ad altri …
Dunque mi arrabbio quando mi sento dire che tutto ciò non interessa, e quando si privilegia (come tu fai) la difesa di principi che saranno anche giusti ma che, ripeto, in questa situazione data sono pericolosamente astratti. E’ come pretendere di continuare a giocare a scacchi quando invece le regole del gioco sono cambiate e stiamo giocando a dama; e il maggioritario HA cambiato le regole del gioco, mentre la legge elettorale con cui votiamo (e con cui votano le altre regioni) E’ presidenzialista, e non l’ha fatto certamente Renato Soru.
Perciò, caro Francesco, dato che ti conosco e ti stimo, mi arrabbio anche con te , perché ci si arrabbia di più (come tu sai) con le persone cui più si tiene. E vorrei convincerti che, IN QUESTO MOMENTO preelettorale, le posizioni di mero principio come la tua sono perlomeno discutibili e rischiano di fare danni (basta vedere molti degli interventi che leggo da queste parti, fatti da persone che parlano per battute im-pertinenti e che si nascondono sotto vari pseudonimi). Che ci fai tu qui? mi viene da chiederti, prima di spedirti questa inutile risposta e proponendomi di continuare semmai a ragionare con te solo in privato.
Un caro saluto
Cristina
3 Efis Pilleri
31 Gennaio 2009 - 13:10
Sono stato uno dei primi e convinti ed attivi sostenitori di Soru come Presidente della regione e come molti sardisti di sinistra penso oggi che la conclusione di questa esperienza sia una necessità imprescindibile per riprendere la costruzione di una Sardegna democratica ed indipendente. Questo a costo di dare un voto disgiunto sostenendo (perchè no?) uno dei tre candidati alternativi al sistema di vassallaggio, esteso anche all’ordinamento sardo con il contributo determinante di Renato Soru.
Ho fatto parte di quella vastissima opinione pubblica internazionale che si è espressa contro le politiche dell’ex Presidente USA, Bush senza per questo sentirmi in dovere di sostenere le ragioni di un Ahmadinejad.
Leggo le argomentazioni che in questo ed in altri siti portano avanti i sostenitori ed i detrattori di Soru ma cerco di informarmi, da uomo di sinistra, anche sulle opinioni di chi ha poca voce sulla stampa e sul web. In tal senso ritengo assolutamente improbabile che possano cambiare opinione nei confronti dell’operato di Soru gli oltre 200 addetti (in gran parte donne) delle imprese di pulizia della Regione che hanno perso il posto di lavoro in cambio di un risparmio che ha portato nelle casse regionali un po’ di soldi insieme ad un po’ di sporcizia. Ma credo che anche chi quel posto di lavoro ha mantenuto non sia molto felice di aver visto il suo reddito mensile calare da 600 a 480 euro.
4 Roberto Boi
31 Gennaio 2009 - 22:32
Condivido in tutto il ragionamento di Cristina Lavinio. Il momento impone una scelta netta: contribuire alla vincita del centro sinistra oppure della destra. Io sono per la prima. Anche per le valide e inconfutabili argomentazioni qui proposte da Cristina. Francesco e Cristina hanno messo nudo, nello scambio epistolare, gli ideali e i principi che accompagnano le loro scelte di vita politica e non solo. Ho notato una comunità d’intenti e mi sono chiesto perchè questi sani principi non possono ritornare all’attenzione della vita dei Partiti di sinistra? Altro che parlarvi in privato. Uscite e Portate questi ragionamenti in ogni sede.
5 Andrea
2 Febbraio 2009 - 00:02
La verità è che a Voi dell’”etica del principio” - a Voi “principisti” - vi piace farVi tante seghe auto-celebrative, uno dinnazi all’altro, con nello specchio nient’altro che Voi e le rovine che, nel frattempo, immancabilmente lasciate sul Vostro passaggio. Poi uno dovrebbe guardarsi in giro, scegliere un punto d’osservazione privilegiato - magari fermarsi in qualche cantiere polveroso, arso dal sole e dal ferro coi lavoratori-elettori che inevitabilmente e sfortunatamente Vi disprezzano - ed arrivare all’unica sintesi possibile; ossia, chiedersi dove eravate Voi - coi Vostri principi - mentre accadeva tutto questo.
Manovale dequalificato e soriano
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