25 Aprile: il PD e la sua astiosa azione contro l’ANPI

21 Aprile 2017
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Andrea Pubusa

Ricordate il Congresso di Rimini dell’ANPI nel maggio scorso? Era in pieno svolgimeno la campagna referendaria e il PD, mandò in avanscoperta alcuni guastatori iscritti all’associazione per comprovare una spaccatura nel suo seno sul voto del 4 dicembre. Il Congresso si schierò con sole tre astensioni per il NO e l’ANPI è stata l’anima della difesa della nostra Costituzione. La manovra, volta a paralizzare l’ANPI, fallì miseramente, ma la polemica pddina proseguì con astio. Ora la tecnica è la stessa e identici sono i toni  per dire che la Comunità e la Brigata ebraica di Roma non sfileranno al corteo del 25 Aprile. C’è anche l’argomento a suo tempo usato dalla Boschi: l’Anpi «non rappresenta più i veri partigiani».  Naturalmente i certificatori dell’autenticità dei partigiani sono loro…che combattono l’ANPI! Segue a ruota il Pd, che è il veri ispiratore della manovra. Del resto, se questo partito è orientato - come ha dichiarato Luigi Zanda - ad allearsi con FI in funzione di governo, ben si comprende che diserta tutto ciò che evoca la Resistenza e la lotta di Liberazione.
Le argomentazioni sono palesemente pretestuose. La presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, così motiva la sua diserzione: «Non si può cancellare la storia e far sfilare gli eredi del Gran Mufti di Gerusalemme, che si alleò con Hitler, con le proprie bandiere. Per non parlare delle ripetute aggressioni, avvenute negli anni passati, ai danni dei rappresentanti della Brigata Ebraica». Oggi c’è bisogno di celebrare la giornata del 25 Aprile senza faziosità e senza ambiguità». Se la premessa di questa argomentazione fosse vera, dovremmo giungere al paradosso di affermare che anche gli italiani non possono partecipare alla festa del 25 aprile, anzi non dovrebbero neppure farla, perchè sono stati alleati dei nazisti. In realtà, ciò che rileva in queste circostanze è l’ispirazione delle forze partecipanti, che devono riconoscersi nei valori della Resistenza trasfusi nella nostra Costituzione. Da questo punto di vista sia le associazioni palestinesi che la Brigata ebraica hanno legittimazione, seppure a titolo diverso, a partecipare. E d’altra parte sia fra i palestinesi che in seno al popolo ebraico ci sono personalità, associazioni e semplici cittadini che si battono per la pace e la convivenza pacifica dei due popoli. L’ANPI - com’è noto - si batte per questi obiettivi di pace e fratellanza, come ha ricordato il Presidente Smuraglia in un appello all’unità per il 25 aprile.
Un po’ supponente la Dureghello, che pretende addirittura il monopolio della rappresentnaza delle vittime dell’Olocausto e l’esclusiva della ricorrenza della Liberazione, tant’è che mette in campo un’iniziativa alternativa. «Ci ritroveremo alle 10.30 in via Balbo, di fronte all’allora sede della Brigata ebraica - proclama - per tornare a celebrare la liberazione d’Italia dal nazifascismo da parte delle forze partigiane e dei Paesi alleati».  E indovinate chi aderisce prontamente? Manco a dirlo il PD, il mandante della rottura. Il commissario Pd di Roma (anche lì non hanno segretario!), Matteo Orfini, dà voce a questo gesto di divisione, imputandone la responsabilitù all’ANPI: «Purtroppo ancora una volta a Roma il corteo dell’Anpi è diventato elemento di divisione quando dovrebbe essere invece l’occasione di unire la città intorno ai valori della Resistenza e dell’antifascismo. Per questo, come già l’anno passato, non parteciperemo». Il PD spezza così un legame che avrà sicuramente un riflesso negativo in termini elettorali, spianando anche in questo modo, ottusamente, la strada al M5S che, invece, con la sindaca Raggi partecipa alla manifestazione indetta dall’ANPI a Roma.
Un curioso riflesso di questa vicenda si è avuto in parlamento, dove il M5S avantieri alla Camera ha avanzato una integrazione alla proposta di legge per assegnare la Medaglia d’Oro al valor militare alla Brigata ebraica. I grillini hanno aggiunto alla proposta del Pd e di Ap un emendamento che chiedeva la contemporanea assegnazione dell’onorificenza al Battaglione Maori dell’esercito inglese. L’iniziativa pentastellata può apparire una bizzarria o un pretesto dilatorio. Ma sul piano storico non lo è, posto che sia il battaglione Maori sia la Brigata Ebraica facevano parte dell’esercito inglese. Anche qui, con spirito equanime e grato, tutti questi combattenti per la Liberazione dal nazifascismo andrebbero e vanno onorati. Trasferire le divisioni politiche attuali su ricorrenze che - come il 25 aprile - richiamano e richiedono un’ampia unità, è da irresponsabili. Ma c’è chi non  impara la lezione. Eppure il 4 dicembre non è lontano!

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