PD sardo: renziani sì, ma l’un contro gli altri armati!

15 Aprile 2017
1 Commento


Amsicora

 

 

Lo so che a sinistra ci sono ancora molti compagni che tifano per Renzi: di imbecilli – si sa – ne è pieno il mondo. Credere ancora nel trombettiere di Rignano, dopo il suo attacco alla Costituzione, secondo il progetto della destra peggiore, quella di von Hayech e della associazione di Saint Pelerain è davvero da sprovveduti. E dopo le vicende del Giglio magico ci vuole una buona dose di cecità a credergli ancora. Tutti contro i potere ai convegni della Leopolda, tutti assatanati di cariche e di prebende, una volta giunti a Palazzo Chigi. Vien certo da rimpiangere i rottamati, a partire dal buon Bersani, a cui si possono imputare tante cose, ma non di non essere una brava persona. E che dire dei renziani locali, sardignoli, intendo. Salgono tutti sul carro dei vincitori. E si accalcano. E poiché fra di loro c’era disamistade, ecco il paradosso, tutti renziani, ma l’un contro gli altri armati. Da una parte Fadda e Cabras, dall’altra Soru e Sanna. Ma come fanno, vien da domandarsi, ad essere tutti renziani e in lotta fra loro? Vorrà dire che la linea politica non c’entra, che lo scontro è di altra natura, faida di potere. E della peggior specie. Di qui il diktat del leader: basta divisioni, i renziani devono essere uniti come un sol uomo. Ma i quattro mori son sordi, vogliono tutti l’esclusiva. E allora? Allora, punto morto. Ci vuole un colpo di genio per sbloccare la situazione. E come? Si potrebbe dividere quattro per due e fare Soru/Fadda. Ma, si potrebbe obiettare, sono tutt’e due democristiani. E allora Sanna/Cabras. Ma, si potrebbe dire, sono un dc e un socialista, perfino peggio della prima accoppiata. E vecchi comunisti? Neanche l’ombra! Tutti rottamati! Poverini! Molti neanche sono entrati nel PD. Sono andati via prima. Altri se la sono squagliata dopo. Quelli, che invece sono rimasti, sono stati inesorabilmente segati, fatti fuori senza pietà. Ma, se è così, che senso hanno queste divisioni? Gira, gira si torna al solito nodo. Il controllo del partito. Cariche e prebende. Insomma, una evoluzione della specie, un nuovo prototipo dell’uomo di sinistra, non più tutto rigore ed etica pubblica, ma disinvolto e spregiudicato, spesso ladrone. E’ la sinistra nuova, bellezza! Non vorrete rimanere alla rivoluzione intellettuale e morale di Gramsci o al rigore morale di Berlinguer! E’ la rivoluzione renziana che avanza. Ma la risposta si è già vista il 4 dicembre. Renzi la cancella, ma avrà un amaro risveglio. Scomettete?

1 commento

  • 1 Andrea Murru
    15 Aprile 2017 - 08:11

    Follow the money diceva qualcuno!
    Un’ulteriorea chiave di lettura potrebbe riguardare il cospicuo patrimonio degli ex pci/pds/ds.
    Chi, domani, avrà le chiavi del forziere? Possibile abbiano deciso di lasciarlo al bulletto di Rignano? Ne dubito.

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