Andrea Pubusa
C’è poco da fare, Bersani è un animale politico, pieno di buon senso, Renzi un imbecille. Avete visto la mossa dell’altro giorno? L’unica sensata per chi rompe con Renzi. L’idea di una possibile prospettiva alternativa a quella di un piatto e perdente inseguimento del PD che guarda a destra. Ecco il messaggio spiazzante del buon Luigi, leader dei Democratici e Progressisti (MDP): «I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s’indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra». Sarebbero i grillini quindi, non il Pd a trazione renziana, l’argine alla «deriva populista e nazionalista».
Bersani muove da una considerazione di buon senso sul Movimento pentastellato, che «sarà pure solipsista, ma va tenuto dentro il circuito democratico». Diversamente da tanti miopi della sinistra, Bersani tiene conto del fatto che il M5S è stata la maggior forza a difesa della Costituzione nel referendum e perciò vede in esso una risorsa democratica con cui bisogna tentare di dialogare nell’interesse del Paese: «D’altronde, una forza che raccoglie al primo colpo il 25% dei consensi non è un fenomeno transitorio. Anzi loro sono il partito di centro dei tempi moderni. Anche perché i moderati non sono come si prova a rappresentarli oggi. Eppoi i moderati incazzati non sono una novità, visto che agli inizi del Novecento Camillo Prampolini si definiva un “moderato rabbioso”».
Il problema è posto nel momento giusto. Ormai tutto lascia prevedere che si vada o si rimanga in un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale, salvo che un partito raggiunga il 40%, cosa improbabile, anche se il M5S ci crede.
Ma se così non fosse, il M5S, a differenza del passato, non pare disposto a stare all’angolo, salvando la propria purezza, ma mandando il Paese in braccio al centrodestra, come è accaduto dopo le ultime elezioni non corrispondendo all’invito all’alleanza di Bersani, allora leader del PD. Sappiamo poi com’è andata. con la rielezione di Napolitano, il massacro del lavoro e il tentativo di scasso in chiave oligarchica della Costituzione. Di Maio mostra sicurezza sul 40% e si capisce dal punto di vista tattico e propaganfistico. Ma il ragazzo non è sprovveduto e ogni tanto lascia intendere che il suo movimento, se necessario, è «capace di coalizzare in Parlamento». Se così fosse, se dopo aver vinto nelle urne senza ottenere la maggioranzadel 40%, i grillini dessero corso a questo disegno, Bersani sarebbe «pronto» ad accogliere un eventuale invito per una riedizione della diretta streaming del 2013. Allora fu lui a ricercare un accordo programmatico per far partire il suo governo. E anche a parti rovesciate «io ci sarei ancora». «Sarebbe curioso rinunciare», ha spiegato dinnanzi allo stupore dei compagni: «In modo speculare, sarebbe quello che avevo chiesto loro quattro anni fa». E proprio in coerenza con la sua linea politica di quattro anni fa, quando — guardando ai grillini — tentò di evitare l’abbraccio del PD con Silvio Berlusconi, Bersani ora ripropone la prospettiva dell’alleanza in funzione di un governo alternativo al centrodestra, all’alleanza PD-FI, già platealmente annunciata col voto in Senato pro Minzolini. Insomma, se nella prossima legislatura si prospettasse un governo di larghe intese PD-FI, il buon Bersani chiederebbe ai gruppi parlamentari di Mdp di non appoggiarlo. Una posizione diametralmente opposta a quella del Pd, e che renderebbe ancor più difficile — sulla base degli ultimi sondaggi — la soluzione della grande coalizione Renzi/Berlusconi.
Come si vede, l’onda lunga del 4 dicembre squassa la politica italiana. Ha disarcionato Renzi e mandato all’aria il suo progetto oligarchico, ora rende possibile delineare un’alternativa di governo all’abbraccio PD/FI, ormai realizzato nei consigli di amministrazione, nelle amministrazioni e nel malaffare, al di là della apparente distinzione nel teatrino della politica. Bersani, nella sua modestia, dimostra un’intelligenza politica spiazzante e ragionevole. In fondo, se ci pensate, propone un’alleanza di governo di tutte le forze democratiche del NO al referendum costituzionale. Una prospettiva interessante. Se nel fronte del NO a sinistra del PD, nessuno ha la puzza sotto il naso e tutti mettiamo avanti l’interesse del Paese, alle prossime elezioni possiamo mandare PD/FI all’opposizione. C’è speranza, amici miei! Bella mossa buon Luigi!
2 commenti
1 Oggi giovedì 23 marzo 2017 | Aladin Pensiero
23 Marzo 2017 - 08:53
[…] Bella mossa Bersani! Col M5S l’alternativa a PD/FI Andrea Pubusa su Democraziaoggi. giov 23 marzo 2017 aladinews, succiose di marzo 2017 […]
2 michele podda
23 Marzo 2017 - 20:31
Effettivamente, caro direttore, questo poteva esser fatto dal 2013, ma bisogna ammettere che i tempi ancora non erano maturi. Allora c’era diffidenza sul M5S e fiducia diffusa sul galletto fiorentino, bisognava pur rendersi meglio conto della situazione che, col 4 dicembre, si è abbastanza chiarita per tutti. Grazie Renzi!
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