Gianna Lai
Più profonde le diseguaglianze di genere quando si riducono gli spazi della democrazia, oggi la crisi vede vincenti e in primo piano le ideologie liberiste della modernizzazione e della centralità del mercato. La dittatura della finanza che impone il pareggio di bilancio in Costituzione, e la relativa legge di stabilità con i tagli a scuola sanità e servizi, producono un grave arretramento della democrazia, e delle condizioni di vita e di lavoro delle donne. Così per i cambiamenti, dati talmente per acquisiti che se ne dimentica l’aspetto di conquista, dobbiamo ancora combattere, come contro quell’80% di medici obiettori, responsabili di fatto di spingere le donne di nuovo verso l’aborto clandestino. Si, proprio ora che le conquiste si cancellano in nome della modernità, persino della governabilità, ora, alimentata dal sessismo di una società profondamente maschilista, esplode sulle donne la violenza di uomini che non ne tollerano libertà e autonomia, che non si sono emancipati dal modello sessista dei loro padri. Lo ha detto anche il Papa del resto, pur mantenendo il divieto per le donne di accesso al sacerdozio, discriminazione la cui rimozione sarebbe segnale almeno di un pò di uguaglianza per quei fedeli maschi che non credono nella dignità della donna.
E se flebile è la condanna sociale e delle istituzioni, ormai venuta meno la politica, basta la risposta delle pari opportunità a favorire l’accesso al lavoro, e le quote rosa alle liste elettorali e organismi di partito, per donne scelte secondo ancora una logica partitica spartitoria? Bé, ma allora non scandalizziamoci se ci son solo 4 donne in Consiglio regionale, che tanto non cambierebbe nulla. E la provocazione del fertility day ministeriale a testimonianza della misogina delle nostre maggioranza, delle nostre ministre? Pensassero al lavoro, dice qualcuna, dato che la Repubblica, fino a prova contraria, ha al compito di rimuovere gli ostacoli. Attenua le diseguaglianze il voucher per le madri, da collocare piuttosto nella categoria ideologica dell’assistenzialismo, della mancia, dell’elemosina, niente diritti e garanzie sul lavoro, nessun riconoscimento in busta paga, niente contrattazione? E son la stessa cosa questa parità contenuta nei provvedimenti di governo e la pari dignità senza distinzione di sesso, contenuta nell’articolo 3 della Costituzione? Perché resta ancora la Costituzione il più bel programma di governo, la sua attuazione a garanzia e tutela della dignità della persona e dell’autodeterminazione, anche secondo il principio della differenza sessuale. Che rende esplicito il terreno del conflitto, il sovvertimento cioé dei ruoli tradizionali, delle regole della società autoritaria e patriarcale, fondata sul dominio di un sesso sull’altro, a rappresentazione di tutte le altre forme di sfruttamento.
Proprio in tale contesto le donne organizzate continuano a esercitare un forte impegno contro il sessismo che viola i diritti e la dignità della persona. Un impegno per il lavoro e per la pace, a difesa in particolare delle donne straniere nel nostro territorio, promuovendo strumenti di tutela e costruendo luoghi per il riscatto, ancora protagoniste prime nel conflitto sociale.
Contro la violenza sulle donne, lo sciopero oggi in tutta Italia dei movimenti organizzati. Contro le diseguaglianze di genere, rimuovere gli ostacoli secondo l’art.3 della Costituzione, per combattere ogni consuetudine e comportamento sociale e familiare in cui la donna sia discriminata minacciata, lesa nella sua dignità e libertà. E combattere ‘lo scenario di barbarie di una ideologia millenaria di possesso e di sottomissione che affonda nel sentire comune, che porta a nascondere l’abuso, che influenza il comportamento dei singoli e si infiltra nelle relazioni.’ Bisogna farlo a partire dalla scuola, con l’introduzione finalmente dell’educazione sessuale, fin da quella dell’infanzia, come avviene, tranne che in Italia e in Grecia, in tutti i paesi europei, dove i cambiamenti si sono succeduti a un ritmo rapidissimo, e la scuola che non aiuta i giovani a prenderne coscienza manca a uno dei suoi compiti più importanti. Educazione sessuale come elemento della corporeità, educazione sentimentale e all’affettività e di genere, contro ogni stereotipo e discriminazione. Esperienza di apprendimento, non certo attraverso gli inutili e dannosi progettifici, ma nel quadro del sapere formativo e delle discipline che educano, in classe, la cittadina e il cittadino consapevole.
1 commento
1 8 marzo | Aladin Pensiero
8 Marzo 2017 - 08:42
[…] 8 Marzo: donne ancora in cammino per l’uguaglianza 8 Marzo 2017 di Gianna Lai su Democraziaoggi. 8 marzo, Gianna Lai Democraziaoggi 8 marzo 2017 […]
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