Documento base del Comitato di Cagliari, che sarà discusso nella prossima riunione di lunedì 20 febbraio, alle ore 17.30, nella sede della Confederazione Sindacale Sarda (CSS), che sostiene il progetto dell’Osservatorio.
L’Osservatorio dei Beni Comuni della Sardegna – che promuoviamo partendo da un piccolo gruppo, con l’ambizione di ingrossare le fila in misura consistente e in tempi rapidi - si propone di approfondire e diffondere il concetto di “bene comune”, da individuare concretamente nelle “cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona (…) che devono essere tutelati e salvaguardati dall’ordinamento giuridico, anche a beneficio delle generazioni future” (1)e di cui favorire la fruibilità e la gestione da parte dei cittadini attivi e organizzati in accordo con le Pubbliche amministrazioni. La categoria dei “beni comuni” è immensa, posto che comprende “i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’aria; i parchi come definiti dalla legge, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate” (1). E l’elencazione non è affatto esauriente. Risulta pertanto necessario da parte di un Gruppo ristretto quale è il nostro, sia pure ambiziosamente destinato a crescere, selezionare il proprio campo di azione. Non facciamo però tale scelta “a priori”, decidendo invece di modellare il programma da portare avanti rispetto alle persone che formano ora e che formeranno nel tempo l’Osservatorio, articolato in diverse “sezioni” per “filoni di intervento”. Anche la dimensione territoriale, tendenzialmente riferita a tutto il territorio regionale, nella pratica riguarderà solo parziali articolazioni dello stesso. In questo quadro allo stato attuale dichiariamo che ci occuperemo immediatamente solo di “beni comuni urbani”, limitandoci a quelli che insistono nel territorio comunale di Cagliari. Almeno da qui cominciamo, poi si vedrà.
Il nostro operare sarà pertanto su due diversi ambiti:
- quello di carattere generale, per definire concettualmente i “beni comuni”, partendo dallo stato dell’arte nei diversi ambiti disciplinari;
- quello specifico, di concreto intervento sul territorio, con particolare attenzione al riuso sociale delle ex servitù militari e delle altre strutture pubbliche dismesse o in dismissione o già nella piena disponibilità delle amministrazioni pubbliche.
A noi ovviamente interessa che nella gestione di questi “beni comuni” intervengano direttamente i cittadini, nella pratica attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale, di cui all’art. 118, ultimo comma della Costituzione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Detta norma, allo stato attuale largamente disattesa, riconosce ai cittadini – e dunque alle loro organizzazioni/associazioni nelle più diverse espressioni – la capacità di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e dispone che le istituzioni debbano sostenerne le coerenti iniziative.
Unendo il generale al particolare puntiamo allora a individuare gli strumenti per praticare con tutta la possibile urgenza tali obbiettivi. Per esempio aiutando il Comune di Cagliari a dotarsi di un buon “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni”, magari da copiare, adattandolo, dai migliori regolamenti tra quelli attualmente vigenti in più di 100 Comuni italiani, e, operativamente, per rendere concreto e tangibile il rapporto tra amministrazione e cittadini, invitando il Comune a dotarsi di un ufficio per l’amministrazione condivisa, uno “sportello unico per i cittadini attivi”, che faciliti e semplifichi al massimo il rapporto fra i cittadini che portano risorse preziose per il bene della comunità e le strutture amministrative
Non lo nascondiamo: contiamo nell’immediato di aiutare le entità dell’associazionismo socio-culturale della città (e non solo) a reperire spazi adeguati per le loro benemerite attività. Tra queste ci siamo anche noi dell’Osservatorio, allo stato ospitati nella sede della CSS, che ringraziamo per la consueta disponibilità.
Contiamo evidentemente di attivare tutte le possibili collaborazioni e, di più, di “fare integrazione” con altri soggetti che si propongono come noi la pratica della “democrazia partecipata”.
Ci collegheremo poi agli Organismi simili ai nostri a livello italiano, europeo e internazionale, a partire dal Laboratorio sulla Sussidiarietà fondato e diretto dal prof. Gregorio Arena (www.labsus.it).
In questa direzione stiamo anche lavorando per uno o più Convegni sulla tematica “Costituzione, Beni comuni e Sussidiarietà” da organizzare a Cagliari tra il mese di giugno e quello di novembre 2017, in collaborazione con il “Comitato d’iniziativa Costituzionale e Statutaria”, che veda/no la partecipazione di illustri relatori come Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Stefano Rodotà, Gregorio Arena ed altri. Ed ancora stiamo lavorando per attivare uno stretto rapporto con i Dipartimenti e i singoli docenti dell’Università della Sardegna (Cagliari e Sassari) di diversi ambiti disciplinari, interessati alle tematiche dei “beni comuni” per iniziative di ricerca, didattica, diffusione di buone pratiche.
Buon lavoro!
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1. Proposta di articolato Commissione Rodotà – elaborazione dei principi e criteri direttivi di uno schema di disegno di legge delega al Governo per la novellazione del Capo II del Titolo I del Libro III del Codice Civile nonché di altre parti dello stesso Libro ad esso collegate per le quali si presentino simili necessità di recupero della funzione ordinante del diritto della proprietà e dei beni (14 giugno 2007).
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CONTATTI
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- La mail dell’Osservatorio: benicomunisardegna@gmail.com
1 commento
1 Oggi lunedì 20 febbraio 2017 | Aladin Pensiero
20 Febbraio 2017 - 08:41
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