Maria Laura Ferru
Continuiamo la analisi sulle belle casse fiorite del Sulcis e sulla loro possibile origine con questo secondo intervento di Maria Laura Ferru. Seguirà domani, a cura di Andrea Pubusa, una comparazione fra fregi arabeschi e composizini floreali delle casse sulcitane.
Il gusto arabo che - come detto nel mio precedente intervento - riscontro nelle cassapanche fiorite deriva da alcune caratteristiche dello stile arabo, esemplificate qui con riferimento alla produzione libica di Melkiorre Melis degli anni Trenta, abbastanza rispettosa della tradizione locale del nord-Africa. In particolare è evidente l’abitudine araba di inserire la composizione floreale in cornice architettonica (cosa che mi sembra di riscontrare anche se in forma semplificata in alcune cassapanche). Lo sviluppo stesso del mazzo di fiori, la stilizzazione accentuata e la tendenza ai colori solari mi sembrano ugualmente comuni.
Ecco alcune immagini a conforto di quanto si va dicendo.
Rosone da cassapanca fiorita
A sinistra: bacino ceramico, arte islamica siciliana o tunisina del I° quarto del XII secolo, san Nicola di Trullas (Sardegna); a destra: incisione su pietra, chiesa di san Salvatore, Sestu (Sardegna)
Per quanto riguarda invece gli aspetti storici, occorrerebbe verificare se si trovano le registrazioni dei viaggiatori Sardegna-Africa nei documenti della compagnia Rubattino, dalla seconda metà dell’Ottocento. Nell’Archivio di Stato di Cagliari, nel mazzo della Segreteria di Stato (o anche in altri), potrebbero esserci le “Relazioni sullo Stato della popolazione”, con notizie sui flussi migratori e, con un po’ di fortuna, anche dei nomi e, forse, i permessi di uscita per la Sardegna. Altrettanto potrebbe trovarsi in Africa. Qualche informazione potrebbe trovarsi anche nei registri di battesimi-cresime-matrimoni-morti delle parrocchie dei paesi interessati Nuxis-Santadi-Sant’Antioco, etc., raccolti nell’Archivio Arcivescovile di Cagliari. Comunque, anche i ricordi familiari possono aiutare molto a fare chiarezza su un periodo che riguarda solo tre-quatttro generazioni fa, come rivela la preziosa testimonianza della sig.ra Rosamaria Maggio sulla bisnonna nata a Tunisi.
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