Andrea Pubusa
Caro Pigliaru,
spero che mentre scrivo queste righe il tuo malessere sia definitivamnte cessato e tu sia pronto a riprendere le tue attività ordinarie. E’, il mio, un augurio di pronta guarigione, nella convinzione che il dissenso politico, anche aspro, non possa e non debba fuoriuscire dai binari della civiltà e tantomeno incrinare i rapporti personali.
Detto questo, non posso esimermi, come cittadino e come esponente del “Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria”, dal richiamarti ad un dovere di informazione insito nella tua alta carica di Presidente della Regione sarda. Un malore di brevissima durata non richiede particolari comunicazioni. Quando, invece, la durata è meno breve la questione assume un carattere diverso, acquisisce una pregnante valenza istituzionale. Anche perché la sciagurata legge elettorale sarda non prevede la figura di un vice-presidente elettivo e, dunque, Paci, mentre è legittimato da te per brevi sostituzioni, non lo è per lunghi periodi. E’ una questione di democrazia molto delicata che non ammette deroghe. Paci assume oggi decisioni che, stante il protrarsi della tua assenza e la non chiara natura della tua malattia, non paiono esecuzione semplice e precisa di una tua volontà.
Caro Francesco, devi ammettere inoltre che la tua giunta non vive un periodo di normale navigazione. Il Sì che tu così maldestramente hai sostenuto, anche al di là del dovere di autocontrollo imposto dal tuo ruolo, è stato battuto sonoramente con una percentuale ben più alta di quella, già consistente, del livello nazionale. Non puoi, dunque, negare che nel voto referendario sardo c’è un giudizio severo verso la tua giunta proporzionale all’esposizione che tu e i tuoi più stretti collaboratori avete avuto nella campagna referendaria. C’e’ quindi un dovere di analisi e di attenta valutazione, posto che - come credo - il governo dev’essere animato da una tensione verso la sintonia con la volontà del corpo elettorale. Renzi si e’ dimesso. Ed anche questa evenienza devi considerare nel valutare le tue capacità di dare adeguate risposte alla grave situazione dell’Isola. Questo è un dovere eminentemente politico, e perciò non è delegabile, così come non lo è quello, strettamente connesso e di pari rilevanza, della reintegrazione dell’esecutivo, mancante di alcuni assessori dimissionari, e sopratutto privo di un indirizzo capace di rispondere efficacemente ai bisogni dei sardi, aggravati dalla crisi e dalle avversità atmosferiche. Qui prende risalto l’urgente necessità di uscire dall’attuale follia in cui avete cacciato il governo locale, con le vostre estemporanee soluzioni legislative. I disastri solo in parte sono naturali, gran parte conseguono al disarmo dei territori, privati di istituzioni elettive e con efficaci poteri e mezzi su scala provinciale.
Questo vuoto istituzionale e politico è poi aggravato dalla stato del PD, anzi dalla sua stessa natura, ormai non più partitica, ma sempre più simile ad un’accozzaglia di consorterie in perenne lotta fra loro attraverso oscure e deteriori manovre in cui la politica, intesa come elaborazione per risolvere i problemi generali, ormai non riesce neppure a filtrare.
Ecco in questa situazione di grave crisi politica ed economia, in questo che è vero e proprio sfascio sociale e istituzionale, la Sardegna ha bisogno del suo Presidente e tu hai il dovere di dire quando riprenderai il tuo posto. Non solo: devi dire ai sardi quali sono le priorità che intendi dare alla tua azione di governo. Noi del “Comitato costituzionale e statutario” pensiamo che tu, sul piano ordinamentale, debba por subito mano ad una nuova legge elettorale regionale. L’attuale legge-truffa non assicura rappresentanza e dunque ancor meno governabilità, essendo questa non l’esito di alchimie elettoralistiche, ma la risultante di processi ideali, sociali e politici capaci di coinvolgere larghi strati della popolazione. Ma di quale governabilità si può parlare oggi in Sardegna senza presidente della Regione e senza segretario del partito di maggioranza!
Caro Francesco, come vedi, non è una questione personale che ti pongo: è questione squisitamente istituzionale e politica insieme. Anche per fugare il sospetto che tu non assuma decisioni per dar tempo alle satrapie del PD di giungere a quella sorta di ordalia, in cui sembra trasformarsi l’elezione del segretario regionale. Se così fosse però tu staresti venendo ancora meno alla tua funzione ed io non voglio neanche pensare che tu voglia giungere a tanto.
1 commento
1 Oggi lunedì 23 gennaio 2017 | Aladin Pensiero
23 Gennaio 2017 - 08:04
[…] Caro Pigliaru, sul tuo rientro hai un dovere di chiarezza di Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Caro […]
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