Tonino Dessì
Ancora una volta, sulle entrate regionali, leggiamo dichiarazioni dell’Esecutivo regionale confuse e improprie, aventi ad oggetto un provvedimento ministeriale del 23 dicembre scorso, relativo alle modalità di pagamento delle accise sul gas naturale e sull’elettricità da parte delle ditte obbligate operanti in Sardegna.
L’Assessore Paci parla di inversione del flusso tributario, mentre l’Assessore Maninchedda si spinge a definire il provvedimento un passo avanti verso l’indipendenza tributaria.
Entrambi connettono il risultato anche all’approvazione della legge regionale che ha ricostituito l’ASE (l’agenzia regionale delle entrate), recentemente impugnata dal Governo presso la Corte Costituzionale per violazione delle competenze statali previste dall’articolo 8 dello Statuto e del principio di buon andamento previsto dall’articolo 97 della Costituzione.
Vediamo di cosa si sta parlando, leggendo gli atti (http://www.tcnotiziario.it/Articolo/Index?idArticolo=355753&tipo&cat=ULTFIS&fonte=Teleconsul.it+-+Ultimissime+Fiscale).
Il provvedimento ministeriale semplifica, effettivamente, gli adempimenti dei contribuenti (non più due dichiarazioni e due versamenti con bollettino postale, ma un solo F24 telematico), i quali dovranno corrispondere l’intero dovuto direttamente a favore di un capitolo del bilancio dello Stato.
Nel contempo il decreto prevede, attraverso l’indicazione di due distinti codici-tributo nell’ambito di una sola operazione telematica, l’automatica imputazione allo Stato e alla Regione delle quote di relativa spettanza.
La quota di spettanza statale affluirà direttamente alle casse dello Stato; quella di spettanza regionale verrà versata alla Regione tramite la nuova Agenzia (statale) Entrate Riscossione, sorta dalle ceneri di Equitalia.
Il flusso (telematico) della quota statale sarà dunque: contribuente-istituto di credito o ufficio postale che riceve dal contribuente ed esegue l’ordine di pagamento-apposito conto corrente presso la Tesoreria dello Stato.
Il flusso (telematico) della quota di spettanza regionale sarà a sua volta: contribuente-istituto di credito o ufficio postale che riceve dal contribuente ed esegue l’ordine di versamento-apposito conto corrente presso la Tesoreria dello Stato-Agenzia Entrate Riscossione-conto corrente presso il Tesoriere della Regione.
Il tutto salvo conguaglio, come per tutti, che verrà contabilizzato, in sede di verifica delle effettive spettanze e dei relativi versamenti, dall’altra competente Agenzia statale delle Dogane e dei Monopoli.
Non c’entrano nulla, perciò, checchè ne dicano i due esponenti dell’Esecutivo regionale:
a) l’inversione del flusso tributario;
b) la sovranità fiscale;
c) l’Agenzia regionale sarda delle entrate, che inutile era e inutile resta.
Ho idea, piuttosto, che finora, benchè più complicato per il contribuente, l’accreditamento alla Regione della quota di sua spettanza fosse più esplicito e diretto. Sempre ovviamente salvi i conguagli. Basta leggere i chiarimenti forniti con l’apposita circolare dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (https://www.agenziadoganemonopoli.gov.it/portale/documents/20182/3103680/lgpa-n-20170102-285.pdf/7a736fc7-c9b0-4640-a2ea-130bf261e380).
È difficile capire se i nostri amministratori regionali di maggioranza e di opposizione, nella polemica che è insorta sulla questione e della quale abbiamo letto sulla stampa, sappiano davvero compiutamente di cosa stiano parlando.
Mi è parso utile tuttavia che almeno gli amministrati lo sappiano, per dare la giusta dimensione a un provvedimento di semplificazione procedurale che nella sostanza dei rapporti tra Stato e Regione in materia tributaria non cambia proprio nulla.
P.S. Faccio una postilla per scrupolo di precisione.
In realtà un’inversione del flusso c’è, ma non è quella che ci hanno raccontato, con qualche tono perfino delirante (http://www.sardiniapost.it/economia/accise-niente-piu-passaggio-da-roma-paci-incasso-diretto-della-regione/).
Fino a ieri le accise erano accreditate alla Regione, con devoluzione allo Stato della sua quota. Forse l’unico tributo che seguiva quella strada.
D’ora in poi la strada sarà inversa, come per tutti gli altri tributi compartecipati, perfino con un più puntuale controllo incrociato da parte delle agenzie e degli uffici statali. Forse prima qualcosa allo Stato non garbava.
Carta canta, c’è poco da fare. La circolare dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli lo dice chiaramente:
“Prima dell’entrata in vigore della richiamata novella normativa, i soggetti obbligati al versamento dell’accisa sull’energia elettrica, di cui all’art. 53 del Decreto Legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, operanti in Sardegna, dovevano effettuare due distinti versamenti (tramite conti correnti postali o bancari intestati alla Regione medesima): uno a favore dell’Erario, pari ad un decimo dell’accisa versata, e l’altro a favore della Regione, pari ai nove decimi dell’accisa versata”.
I nostri o non hanno capito nulla o hanno sparato consapevolmente una balla.
Non si fa, così.
Buona ripresa della consueta politica regionale … sovranista.
1 commento
1 Oggi sabato 7 gennaio 2017 | Aladin Pensiero
7 Gennaio 2017 - 09:48
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