Andrea Pubusa
(la giunta Pigliaru come il vascello dei fantasmi)
Caro Pigliaru,
tu hai avuto la fortuna di nascere nella casa di un filosofo, e così ti sei trovato tra le mani fin da bambino le opere dei giganti del pensiero. Ecco perché il loro insegnamento è per te come il latte materno e lo tratti con disinvoltura e sicurezza. Lo so cos’hai pensato, quando quell’encomiabile accozzaglia d’indagati (e anche condannati) del PD ti ha scelto a fare la foglia di fico per sostituire la Barracciu inciampata nelle pompe di gasolio. Hai pensato a Platone, alla forma perfetta di governo, ossia il «governo dei migliori»: e poiché i migliori sono i sapienti, hai puntato ad un governo di dotti. E “i migliori” hai scelto: Demuro, Paci, Deiana, Morandi, Maninchedda, trascinati (si fa per dire!) dalla cattedra allo scranno assessorile. Peccato che non abbia potuto inserire Pietro Ciarlo! Ma lui, quando serve, c’è, come Sitzia. Sono - come suol dirsi - a disposizione. E così hai messo su una corazzata, la sapienza sarda all’ennesima potenza! Un’aristocrazia del sapere, delle competenze. Ed aristocrazia è stata in forza della legge-truffa elettorale. Col 19% dei voti hai preso il 60% dei consiglieri regionali. Sapienza, aristocrazia dei sapienti sostenuta dal 60% dei consiglieri. Una condizione ideale, secondo la teoria neoliberista del “potere governante” per agire senza lacci e lacciuoli, senza gli intralci della democrazia, della massa che pure vota. Qualche sardo ha sperato. Finalmente saperi e governabilità insieme! Un mix ideale per far ripartire la Sardegna!
Ma io sapevo che non sarebbe stato così. Non perché sono più acuto degli altri. No, no, semplicemente perché vi ho visto all’opera all’Università. Che disastro! L’avete ridotta in pessimo stato con delibere cervellotiche e barocche. Siete arrivati perfino a perseguitare quei lavoratori-studenti che non abbandonano il sogno della laurea, ma, studiando quando possono, vanno immancabilmente a ingrossare le fila dei fuoricorso. Fuoricorso per necessità e per passione per lo studio, mirabile esempio di tenacia, a cui occorrerebbe fare un monumento e a cui invece avete chiuso le porte con decisioni odiose di contrasto.
Caro Pigliaru, poi avete dato prova, fin d’allora, di grande subalternità ai Ministri e ai governi di turno, abdicando a quel ruolo della cultura alta che è anzitutto critica, non pregiudiziale ma ferma, al potere. E’ indipendenza dal potere anziché genuflessione.
E così avete fatto alla Regione.
Caro Francesco, mai una giunta è stata più subalterna al governo centrale della tua. Forse Cappellacci, ma da te ci si aspettava altro. E invece le tue foto con Renzi nella campagna referendaria rimarranno per generazioni il simbolo dell’abdicazione al ruolo di rappresentanti delle istituzioni della Sardegna e dell’intero popolo sardo. Sono le immagini del vostro tradimento delle istituzioni isolane.
Non sono io a dovertelo insegnare. Tu meglio di me sai che le forme di governo tendono a degenerare. Così, dall’aristocrazia del sapere nasce la timocrazia («governo dell’onore»), in cui i governanti non cercano la sapienza, ma gli onori e inclinano ai piaceri del potere e della ricchezza. La timocrazia degenera quindi nell’oligarchia («potere di pochi»), in cui la direzione del governo non è affidata ai più capaci, ma ai più spegiudicati, al servizio dei poteri forti. E poi viene l’autocrazia. Già ci aveva provato Soru con la sua legge statutaria, cucinata sempre da Demuro e difesa da Ciarlo e da lor sapienza, in cui si formalizzava piu’ che l’oligarchia, il principato, tendenzialmente il governo di uno solo. E anche allora vi battemmo al referendum. Poi sappiamo com’è andata e che fine ha fatto Soru, presentatosi come alfiere della sardità, e finito come evasore fiscale, parola di Tribunale e salvo appello.
Caro Francesco, ora, avete riprovato e vi è andata peggio! Quel 10% in più del NO in Sardegna è merito esclusivamente tuo e della tua Giunta di sapienti. Ma come pensavate di farla franca? Avete chiesto ai sardi di autoprivarsi del diritto di voto in una Camera, di accettare che le province, moltiplicate e chiamate con nomni strani, siano rette da un podestà (commissario nominato dalla giunta regionale) anziché da organi direttamente eletti dai cittadini. Nell’Isola di Tuveri, Gramsci, Bellieni, Lussu e Umberto Cardia avete preteso di esporre lo Statuto sardo all’onda d’urto del neocentralismo nazionale in caso di vittoria del sì. Poche chiacchiere, in te e in voi sacertoti dei saperi, è il disprezzo degli antichi filosofi per la democrazia che riemerge. Perché dare alla massa un voto uguale a quello dei sapienti o dei ricchi? Meglio togliere il voto! Questo volevate fare con Renzi! Ma vi è andata male, anzi pessimamente. Ora devo dare atto a Demuro di aver compreso il senso della legnata del 4 dicembre e di essersi messo da parte. Lo avesse fatto prima! Anzi, non fosse mai entrato in giunta, avrebbe salvato la faccia! Chi andrà al suo posto? Gente seria disposta a tanto è difficile trovarne. Io un’idea ce l’ho. Conosco nell’Università qualcuno che fa al caso tuo. Che ama gli onori, spacciandosi, ma non essendo sapiente. Ma il nome non te lo dico. Tanto penso che li finirai.
Caro Francesco, mi dispiace dirtelo, ma ho il dovere di farlo. Tu presiedi una giunta di morti, un vascello di fantasmi. Ma voi non siete come la nave della leggenda, destinati a navigare in eterno, senza mai poter scendere. Voi potete abbandonare la nave e tornare fra gli umani, riprendendo le vostre normali attività. Far male all’Università è grave, ma, in fondo, è meglio che far danno ad un’intera regione, ad una comunità che merita se non un governo dei sapienti, una giunta di persone normalmente competenti e appassionate, scelte con una legge elettorale, senza premi di maggioranza, conformemente alla Costituzione e allo Statuto. Di questa bella umanità onesta e democratica, ne ho visto tanta girando nei territori durante la campagna per il NO. Sai che non dico bugie, credimi!, c’è chi può sostiruirvi e far bene. Non vi sembra ora di far tornare la Sardegna alla normalità democratica? Non vi sembra giunto il tempo che i sardi ripartano dalla Costituzione e dallo Statuto per un futuro migliore? Senza di voi, naturalmente. Dammi retta, Francesco, sbarca! Lascia il vascello dei fantasmi!
9 commenti
1 Oggi giovedì 29 dicembre 2016 | Aladin Pensiero
29 Dicembre 2016 - 09:25
[…] volevi una giunta di sapienti… hai un esecutivo di fantasmi! Dammi retta, sbarca! Torna a casa! Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Caro Pigliaru, volevi una giunta di sapienti… hai un esecutivo di fantasmi! Dammi retta, […]
2 Adriano Bomboi
29 Dicembre 2016 - 19:16
Concordo su tutto, tranne sull’esistenza di una sedicente “teoria neoliberale” che vedrebbe nei pochi un vantaggio per governare sui tanti…questa visione casomai in Hayek era proprio il danno dei socialismi al potere contro le democrazie liberali.
Non a caso anche oggi si usano i soldi dei contribuenti per spesare banche gestite secondo criteri clientelari e non di mercato…
3 vincenzo pillai
29 Dicembre 2016 - 20:55
però, andrea, i sassolini dalla scarpa li hai tolti proprio tutti! sono preoccupato perchè non solo non so bene cosa conviene fare ma non ho neppure gli strumenti necessari per un confronto produttivo con quanti vogliono costruire un nuovo percorso. ma voglio provare.
4 Serighe
29 Dicembre 2016 - 21:23
Bellissimo articolo che condivido pienamente.Buon anno a tutti i Sardi e buon anno anche ai pirati del vascello fantasma (siamo in clima natalizio, dobbiamo essere buoni).
5 Vincenzo Migaleddu
29 Dicembre 2016 - 23:25
Troviamo nuovi percorsi di partecipazzione. Come non capire che non è leggitimo in democrazia avere il 60% della rappersentanza con il 19% del voto degli aventi diritto voto? Come si fa a chiamare democrazia un sistema che non da diritto di rappresentanza a circa il 20% dei votanti o che spinge all’astensione il 50% degli aventi diritto al voto?
6 francesco casula
31 Dicembre 2016 - 17:08
Articolo straordinario. Per la forza delle argomentazioni, dei dati incontrovertibili. del lessico, spesso fulminante. Da condividere e diffondere. Come io farò.
7 Marco
1 Gennaio 2017 - 12:45
L’unica speranza è nella lotta. DONNE E UOMINI DI BUONA VOLONTA’ METTIAMOCI ASSIEME PER IL BENE DEL POPOLO SARDO.
8 Enrico meloni
2 Gennaio 2017 - 19:29
ottimo articolo
9 Bruno Pinna
2 Gennaio 2017 - 22:50
Articolo straordinario che condivido.
Mi piacerebbe un suo articolo sulla Zona Franca Integrale. Potrebbe essere una occasione decisiva per il lavoro e per le tantissime possibilità di fare impresa in Sardegna. Senza iva e accise e tasse massimo 15%, le pensioni al lordo, ecc. Pensa che sia fattibile. Saluti. B. Pinna.
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