Amsicora
Tutti negano di esserlo. Con sufficienza ed irrisione. Io non mi vergogno di ammetterlo, anzi lo confesso: sono un complottista. Sia ben chiaro, non nel senso che faccio complotti, ma più semplicemente che credo che altri ne facciano. Del resto, lo stesso Obama, nella sua ultima conferenza-stampa da presidente, ha detto che l’elezione di Trump è stata favorita da un complotto informatico di Putin. Dunque. i complotti esistono e io sono un complottista dichiarato; la storia d’Italia la leggo quasi principalmente in questa chiave. Per esempio, la dissoluzione del PCI e la lenta, ma incessante distruzione della sinistra italiana, è frutto di un evidente infiltrazione della CIA nelle nostre fila, anzi nella nostra dirigenza. Non so dire quali sono gli agenti. Certo è che Occhetto, D’Alema e poi, vistosamente, Veltroni e Fassino sono stati, non dico, agenti consapevoli, ma certamente guidati e ispirati da centrali, direttamente o indirettamente, collegate alla CIA. Il disegno è così distruttivo e autolesionistico, da escludere che sia stato il frutto soltanto di egemonia culturale spontanea o di insipienza congenita (anche se questa c’è stata e palese!). La dissoluzione è stata sicuramente aiutata dall’interno per via d’infiltrazione. Ciò che non era riuscito al fascismo e alla guerra fredda è stato un gioco da ragazzi guidando D’Alema & C. Un patrimonio morale e organizzativo così forte e radicato come quello comunista e socialista in Italia non si fa scomparire per stupidità spontanea dei dirigenti. Non vi pare?
Ma veniamo ai nostri giorni. Cosa vedete dietro Renzi? I poteri forti, JP Morgan e compagnia? Bene. Questo è visibile, Ma, amici miei, c’è dell’altro, che s’intuisce dalla sequenza di atti della politica italiana con al centro Napolitano e culminata col trombettiere di Rignano.
Premessa: lo scasso della democrazia repubblicana, nata dalla Resistenza, non è riuscita con Belusconi, troppo forte e ramificata l’opposizione. Il giugno 2006 insegna: il corpo elettorale, col referenduma, batte lo scasso costituzionale Berlusconi-Bossi. 50 articoli d’un colpo toccava il Cavaliere (ora ex), ma la legnata referendaria è stata secca e perentoria! Ci vuole altro. Un politico non inviso al centrosinistra per compiere la demolizione. Monti, ad esempio, presentato come il super tecnico, salvatore della patria, con l’applicazione neutrale delle buone regole economiche. Sfascia un bel po’ con la legge ordinaria (pensioni, lavoro, servizi), ma i suoi provvedimenti sono così impopolari da smascherarlo. La sua non è obiettività tecnica, è feroce azione politiva antipopolare e anticostituzionale. Introduce però il pareggio in bilancio, che tocca prima e seconda parte della Carta. E’ un vulnus incisivo, ma alle forze oscurenon basta, vogliono intaccare il bilanciamento dei poteri. Far prevalere il potere governante, l’esecutivo, sul corpo elettorale e il parlamento. Comprimere le autononie territoriali. Battere la sovranità popolare in favore di strette oligarchie politiche ed economiche. Tuttavia, non può essere lui a realizzare un’operzione così ardua, anche perché Monti compie l’errore di misurarsi col voto. Gli italiani con lui sono impietosi, non prende quasi nulla. Vince di poco Bersani, ma lui è escluso a priori. Ha un vizio nel DNA, la sua origine popolare. Commette un errore fondamentale: non la nasconde. Anzi la proclama. Inizia la campagna elettorale politica partendo dal distributore di benzina del padre, quasi a dire che lui da quella matrice non si staccherà del tutto. Napolitano non ci pensa neppure a incaricarlo. C’è in mezzo l’elezione del presidente della Repubblica. Nessun altro meglio di Napolitano può finire l’opera, neppure Prodi, che in una situazione normale sarebbe la persona più indicata per salire sul Colle, anche per tenere unito il Paese. Ma il professore non è così malleabile da eseguire la volontà altrui. E poi non lega con Berlusconi. Fuori Prodi, nel segreto dell’urna. Napolitano di nuovo presidente, dunque, con un colpo di mano e con una evidente forzatura. Il capo dello Stato reinvestito scarica Bersani, e - senza un perché apparente - dà l’incarico a formare il governo al suo vice, Enrico Letta. Ma costui è impacciato, non trascina. Ci vuole uno lesto, bugiardo, spregiudicato. Renzi fa alla bisogna. Scalpita. Il PD è infiltrato e facilmente addomesticabile, come nella carica dei 101 contro Prodi.
Il resto è storia recentissima: Renzi attacca lo Statuto dei lavoratori e i lavoratori, attacca la scuola e mette in campo, senza mandato elettorale, una mostruosa proposta di sfascio della Costituzione: cancella in un sol colpo le autonomie regionali e, dopo aver azzerato l’elettività delle province, attacca direttamente il voto popolare per il Senato, enuclea un bicameralismo così complicato da rendere prevedibile il passo futuro: incremento della decretazione d’urgenza e assalto diretto al voto anche per la Camera dei deputati.
Ma, vien da chiedersi, la mossa è così azzardata che solo un folle può rischiare così tanto. Ma - se ci pensate bene in un’ottica complottista - non è così. Renzi è stato messo lì con quel preciso mandato: o lo esegue vittoriosamente o salta. Tertium non datur. Il rischio è fra tentare e vincere o il non far nulla e saltare. E se perde. Salta lo stesso, non serve più. E in questa scomoda posizione lui è oggi di fronte ai poteri forti che gli hanno dato il mandato. In più ormai è evisente che ha sparato tante balle che nessuno gli crede più. Quasi impossibile risalire la china e chi tira le fila è esigente, non vuole chi si è bruciato, chi non ha credibilità popolare. Il trobettiere ha una sola chance di salvezza: Berlusconi. Se riesce ad allearsi con lui & C. può chiedere ai mandandi una prova di riparazione e fra un po’ ritentare l’assalto alla Costituzione. Questo gli è stato comandato. Questa è ora la partita in corso. Rimanere in sella, anche a costo di spaccare il PD, cercare sponda in Belusconi col pretesto di bloccare il M5S, pericoloso perché difensore della Carta, e poi ritentare l’assalto, ora fallito, alla Costituzione. L’abbandono dell’Italicum per il Mattarellum ha questo preciso senso. Impedire ai grillini di vincere. Loro la Costituzione vogliono attuarla non stravolgerla, e per questo son pericolosi sovversivi! Ed ecco Renzi battersi per una legge elettorale, che consenta l’alleanza con la destra per mettere all’angolo il M5S e riprovare a scassare l’assetto costituzionale nato dalla Resistenza.
Se non c’è una mano invisibile che lo guida, se non c’è un complotto in tutto questo, ditemi voi quandomai nella storia ci sono stati complotti!? Ma la storia ci indica anche l’antidoto contro le manovre oscure: la mobilitazione popolare, la spinta dal basso, come quella che abbiamo messo in campo nei mesi scorsi. scoprendo energie nascoste o sopite e rimettendo la battaglia democratica al centro della vita del Paese. La lotta continua….
2 commenti
1 Oggi martedì 20 dicembre 2016 | Aladin Pensiero
20 Dicembre 2016 - 10:28
[…] Confesso: credo ai complotti, anche a quello di Renzi Amsicora su Democraziaoggi. Tutti negano di esserlo. Con sufficienza ed irrisione. Io non mi vergogno di ammetterlo, anzi lo […]
2 francesco Cocco
20 Dicembre 2016 - 11:21
Caro Direttore, non occorre molta fantasia per capire che dietro il progetto di deforma costituzionale Renzi-Boschi-Verdini c’è un chiaro complotto eversivo: complotto contro la Costituzione repubblicana, contro la democrazia, contro i lavoratori. Stiamo attraversando un periodo storico di regressione. Le conquiste di un secolo e mezzo di lotte operaie vengono messe in discussione. Uno degli aspetti più gravi, che poni giustamente in evidenza, il fatto che spesso personaggi già dirigenti (così autodefinitisi in passato) sono solerti alleati del grande capitale finanziario. Occorre vigilanza e soprattutto capacità di organizzare su basi nuove una tenace lotta di resistenza.
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