I cazzari del Sì

8 Dicembre 2016
7 Commenti


Francesco Cocco

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Avevano terrorizzato  il popolo italiano con minacce di sfascio, di disastro economico Era la tecnica propagandistica dei cazzari del Si,  cioè dei vari Napolitano, Renzi. Boschi etc etc (l’elenco a citarli tutti sarebbe interminabile) . Avevamo messo in ballo persino la salute  compresa quella dei bambini, se avesse prevalso il No. Per definirli mi è piaciuto il termine “cazzari”  . Questo bel neologismo, ma non l’ho coniato io. Cazzari: quelli che dicono cazzate e soprattutto quelli che raccontano bugie, i pinocchietti della propaganda. Naturalmente  non mi riferisco a quelli che in buona fede sostenevano il SI, spesso le prime vittime  dei cazzari  Persone  che finivano per credere alla cazzate sparate 24 su 24 dai mass.media, soprattutto dalla RAI , occupata dal premier-segretario con suoi uomini di fiducia.
Ebbene questo pomeriggio , paventando un grave tracollo economico, ho dato uno sguardo alla borsa di Milano. Vi confesso che non credevo ai miei occhi. Ebbene il Mibtel  è aumentato del 4,15% . Una performance  di quelle che si realizzavano in tempi lontani  di economia florida. Forse i mercati hanno compreso che l’ Italia  col voto del 4 dicembre si è liberata di una cricca di avventurieri e che forse si può cominciare ad aver fiducia.
Debbo però confessare una profonda amarezza: molte persone  amiche che io giudico profondamente oneste e democratiche si sono fatte abbagliare dai cazzari. Hanno dato loro fiducia e si son fatte convincere a votar Si. A dare quindi la loro fiducia ad un progetto in cui era evidente il carattere eversivo . Credo sia nostro dovere porre in essere un ‘azione di recupero di queste persone ai voleri democratici e di consolidamento in loro di un sincero e tenace spirito pubblico.
                                                                
 

7 commenti

  • 1 admin
    8 Dicembre 2016 - 05:39

    Da Andrea Pubusa

    Caro Francesco,
    condivido in ogni parte, compresi punti, virgole e punti e virgola, il tuo scritto. Dissento solo, ma poco poco, dall’ultima parte, stavo per dire ultimo comma per deformazione professionale!, quella in cui parli dei poveri amici del sì in buona fede e via lacrimando. Sai cosa penso? Che, se sono compagni di ruvido pelo, sono dei pezzi di merda! E quando li incontri o li senti telefonicamente diglielo: ha detto Andrea che siete dei pezzi di merda, anzi, dei grandi pezzi di merda! E se perdi il tuo prezioso tempo dialogando con loro via mail, segnala il link di questo tuo post (si dice così oggi) e raccomanda loro vivamente di leggere questo commento. Non solo: fai saper loro che molti erano puzzoni già da quando erano nel PCI e che al loro cervello piattamente servile si deve anche la distruzione di quel grande partito. L’unica cosa che non si meritano è che noi ci siamo fatti il mazzo anche per loro! Visto che hanno indole servente, da servi bisognerebbe farli vivere sotto i tacchi di un capo! Ma all’inferno c’è un girone tutto per loro, uno dei più bassi e freddi, quello dei traditori della patria. Lì, di sicuro, finiranno! Francesco, di quale lavoro di recupero parli?, abbiamo ben altro da fare! Batterci per attuare la Costituzione, ad esempio. Se questi vogliono tornare fra i vivi, trovino da soli il modo di redimersi… ma i traditori non si pentono mai, aspettano, in silenzio, la buona occasione per rifarlo.
    Caro Francesco, ora parliamo di cose più degne: anche se, nella campagna referendaria, ti sei mosso poco, per via dei tuoi acciacchi, per noi sei sempre stato un saldo e alto sostegno politico e morale. Per questo ieri all’assemblea ti abbiamo ricordato e ti abbiamo tributato un forte, caloroso applauso.
    Andrea Pubusa

  • 2 francesco Cocco
    8 Dicembre 2016 - 10:03

    Caro Andrea, alcuni erano dei marci opportunisti anche in passato, e nella vicenda referendaria pensavano di salire ancora una volta sul carro del vincitore. Ma ne conosco molti in perfetta buona fede che pensavano veramente che l’obiettivo fosse la riduzione dei parlamentari, l’eliminazione del CNEL, la semplificazione burocratica. Non individuavano l’obiettivo eversivo, la ricerca di un potere sempre più accentrato. Verso costoro abbiamo il dovere del dialogo, e della persuasione. Io dico che dobbiamo applicare la lezione gramsciana che ci impone di rifuggire da atteggiamenti boriosi. Certamente ricordi come Gramsci giudicava negativamente la BORIA di partito. La giudicava tra gli elementi più negativi che portano i partiti al fallimento. Non vorrei che subentrasse una sorta di BORIA DEL NO. E questo obiettivo, tu che con tanta generosità e dedizione ti sei battuto in questa battaglia referendaria, a mio avviso devi perseguire. Consentimi di ricordare un’ altra categoria gramsciana: l’ egemonia, si conquista con la perseveranza col rispetto di chi oggi ci pare un avversario. Ciascuno di noi, combattente per la Costituzione, avversario degli avventurismi oggi può fare molto per far risorgere la sinistra. e TU puoi e devi fare ancora molto.

    Risposta

    Caro Francesco, mia cugina Giuseppina in paese era inizialmente decisa a votare sì. Era affascinata dalle moine di Renzi. E quando le ho detto che a me il trombettiere non faceva lo stesso effetto, è rimasta sorpresa. Ha sempre saputo che sono progressista, pensava che anche Renzi lo fosse. Non ho pensato che Giuseppina fosse un’opportunista. Era ed è una modesta persona, buona, dignitosamente, povera, poco acculturata. In buona fede. Ho applicato le categorie gramsciane che tu mi hai insegnato e, parlandole con semplicità e dolcezza, l’ho alfine portata al NO. Se però avesse votato sì, la mia stima per lei sarebbe rimasta intatta. Invece, i vecchi compagni, di cui tu parli, sono persone di ruvido pelo, esperte di politica, rotti a manovre e schieramenti. Non sono giuseppine. Sono ben altra cosa. Per loro confermo: son pezzi di merda, anzi grandi pezzi di merda! Quale era la posta in gioco lo sapevano. Conoscevano lo scempio costituzionale esistente nel Paese, tra porcellum, italicum, leggi ferocemente antilavoratori e antipopolari, percepivano le interferenze internazionali e dei grandi centri finanziari, e via dicendo. Ci voleva poco a capire che lo scasso Renzi mirava a rendere costituzione formale questo sfascio già perpetrato nella costituzione materiale. NO, caro Francesco, questi non sono come mia cugina Giuseppina, questi sono pezzi di merda! Servi, intimamente servi. Traditori, intimamente traditori. E se questi mascalzoni avessero vinto? Ci avrebbero anche preso per culo. Caro Francesco, consentimi per una volta di dissentire, non ho la tua signorilità e il tuo garbo. Altro che perdere tempo a recuperarli, questi vadano affan…!

  • 3 aldo lobina
    8 Dicembre 2016 - 10:03

    Il professore ha ragione. Ci sono personaggi che si vendono anche per un piatto di pastasciutta. La loro indole servile li porta a legare sempre l’asino dove vuole il padrone.Militano in tutti i partiti; qualcuno di loro anzi, proprio per queste caratteristiche, assume ruoli assolutamente non adeguati, adattandosi come i molluschi alla situazione ambientale che sembra loro più favorevole. Capisco il risentimento di chi con questa zavorra ha avuto a che fare. Non sono di facile redenzione e nessun purgatorio li potrà mai riscattare. Meritano davvero l’inferno politico, dove potranno ripetere all’infinito questa loro propensione.Canes de istrexiu li chiamava Francesco Masala, che ne conosceva molti. Viene il sospetto che la fortuna di certe carriere sia più influenzata da questo atteggiamento prono in cui la capacità di raziocinio, che pure a volte non manca, viene superata dall’ambizione di ricoprire ruoli di responsabilità con risultati direttamente proporzionali alle loro qualità umane e sociali

  • 4 Tonino Dessì
    8 Dicembre 2016 - 10:20

    Con tutta l’ammirazione per la generosità di Francesco, mi associo tuttavia al commento di Andrea. Chi ha votato per la riforma sapeva cosa stava facendo: levare qualcosa di importante a ciascuno di noi. Non mi potrò fidare mai più di nessuno di loro. O comunque ci vorranno tempo e prove concrete, per poter riprendere a fidarmi.

  • 5 Oggi giovedì 8 dicembre 2016 | Aladin Pensiero
    8 Dicembre 2016 - 11:00

    […] I cazzari del Sì Francesco Cocco su Democraziaoggi […]

  • 6 Lucia Pagella
    8 Dicembre 2016 - 18:38

    Non conosco le persone alle quali si riferisce Francesco o forse non le ho individuate per cui mi astengo da giudizi personali. Ritengo, però, che sia possibile dare un giudizio generale di certi attteggiamenti : chi milita in un partito, magari da anni, non può credere alle menzogne di Renzi. Se lo fa due sono le possibili motivazioni : o ” il tengo famiglia ” oppure la superficialità. Fra le mie amicizie ho incontrato persone colte, che avevano girato il mondo, che nella loro professione erano delle eccellenze e che mi hanno dato delle motivazioni così stupefacenti che spero per loro che fossero solo battute. Però credo che Francesco abbia ragione: dobbiamo recuperare il recuperabile. Per i pezzi di merda, invece, avremo il problema opposto: quando capiranno che con il Bomba non si vince ritorneranno all’ovile e diranno che loro in effetti avevano capito ma volevano combattere il male dall’interno. Bene! Siccome i pezzi di merda puzzano faremo presto ad individuarli e dovremo difendercene. Li troveremo accanto ai Razzi ed agli Scilipoti pronti a vendersi nuovamente finché una legge elettorale come si deve, consentirà agli Italiani di condannarli al meritato oblio.

    Risposta

    Cara Lucia, noi non parliamo dei poveracci alla mercé dei potenti, di quelli ne ho incontrato molti nel Sulcis, in Trexenta e negli altri territori ed erano fra i più decisi sostenitori del NO, perché hanno capito quanto preziosa sia la Carta anzitutto per loro, quanto importante sia che loro possani riprendere a contare nelle decisioni, nella elezione della rappresentanza. Tutti questi mi hanno detto che ricordano lo stato di soggezione dei loro padri o nonni e la luce che per loro è stata la Costituzione, il diritto allo studio per i figli, la scuola in paese, la sanità. Altri sono rimasti in dignitoso riserbo per paura di ritorsioni di mascalzoni travestiti da amministratori locali. E non parlo neppure di quanti, pur nei ceti più elevati, hanno mantenuto un basso profilo, per scongiurare ingiuste vendette. Sopratutto per loro noi ci siamo battuti e ci battiamo. Siamo dell’ANPI, ai veri partigiani non li hanno spaventati i fascisti e i nazisti, immaginate se a noi ci spaventano i caghetti del sì. No, io parlo di coloro che scandalosamente hanno fatto professione di servilismo, hanno esibito e voluto esibire la loro inclinazione alla prostituzione. Questi sono coloro che hanno concorso a fare dell’Italia un Paese ingiusto e incivile, un ordinamento che non può neppure votare subito perché non ha legge elettorale. Costoro hanno assecondato, con azioni e omissioni, la riduzione della nostra Costituzione a carta straccia, al massacro dei diritti dei più deboli. Costoro hanno lavorato ad assimilare il nostro ordinamento allo Stato delle bananas. Altro che recupero! Che stiano alla larga! Grandi pezzi di merda!

  • 7 bruno lobina
    9 Dicembre 2016 - 00:21

    Il quattro dicembre ho votato convintamente NO alle proposte referendarie volute da Renzi. Col mio NO e con la mia piccola e personale battaglia per far votare così le persone che conosco ho inteso bloccare quel processo politico (eversivo ) col quale si voleva mettere all’angolo la democrazia, le sue articolazioni istituzionali, riducendo e umiliando la partecipazione dei cittadini. Il NO ha vinto il quattro di dicembre ma soprattutto deve vincere ancor di più ora. Questo risultato non va lasciato in mano a chi ne rivendica SOLO la sua vittoria esclusiva ( La lega, 5 stelle, forza italia. La destra insomma ). La sinistra che ha votato NO non deve rivendicare SOLO una parte di quella vittoria ma deve soprattutto indicare oggi con chiarezza cosa intende fare. Quale azione politica, quale azione progettuale intende elaborare e proporre per costruire una alternativa credibile ed adeguata alla realtà economica sociale dell’Italia maltrattata dalle politiche economiche di destra e non solo . Questo però a mio avviso deve fuggire da giudizi rancorosi o dall’utilizzo di metri di misura che intendono verificare la ruvidezza dei peli dello stomaco di chi ha votato si. Il nostro NO deve guardare avanti, deve ricostruire e mettere insieme, unire e non dividere, privileggiare il confronto con proposte progettuali su ciò che la sinistra intende fare e che per tanti motivi (compreso le nostre tante divissioni ) in questi ultimi decenni non ha saputo fare. Questo NO deve essere lo STRUMENTO per creare quel grande progetto di egenomia gramsciano alla quale ha fatto riferimento con la solita intelligenza politica Francesco Cocco. Sarebbe bello ma soprattutto utile per noi di sinistra e non solo rivederci parlarci e confrontarci per costruire e unire.

    Risposta di A. Pubusa

    Caro Lobina,

    anzitutto i miei giudizi non sono rancorosi (non ho mai avuto e non porto rancori per nessuno), sono semplicemnte veritieri. Su quei soggetti, di cui ho detto cosa sono (e confermo), non puoi costruire nulla di buono. Uniamo, dunque, come abbiamo fatto nella recente battaglia, ma togliamoci dalla testa che dal NO sortirà dalle ceneri come l’araba fenice una nuova sinistra. La sinistra è stata uccisa e molti dei sicari, anche quelli che hanno votato NO, sono ancora lì a gestirsi le sempre più sparute truppe. In Regione sono tutti strettamente avvinti al PD, forza, nella sua maggioranza, eversiva della Carta e dello Statuto speciale. Puntellano chi voleva scassare la Costituzione! Libero ognuno di proporre, progettare e fare. Per parte mia, come componente della riserva democratica, posso solo partecipare a battaglie di scopo: nuova legge elettorale; nuova legge sul lavoro, ma non aspiro e non sarò fondatore o rifondatore di alcun partito. E pensare di trasformare il Comitato per il NO in movimento politico-partitico significa mandare in frantumi questa bella esperienza referendaria, che ci ha visti mobilitati ed uniti pur essendo diversi. Ma su questo mi riservo di buttar giù due righe nei prossimi giorni.

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