Lucia Bagella
La riforma di una legge, soprattutto della Costituzione, non può essere fatta sotto l’urgenza degli interessi del caudillo di turno da un gruppo di parlamentari con l’applicazione dei vari canguri destinati a eliminare le osservazioni e a troncare le conseguenti discussioni, perché in tal modo non si potranno valutare le conseguenze che si annidano fra le sue pieghe.
Sembra che la riforma del senato proposta non abbia tenuto conto degli statuti regionali e che tutte le regioni a statuto speciale potrebbero rimanere prive di una loro rappresentanza.
La nostra Costituzione, prima di essere riformata, avrebbe dovuto essere attuata perché solo così si sarebbero potuti evidenziare compiutamente i problemi per consentire una riforma più consona ai nuovi interessi di carattere generale emersi nel corso degli anni.
Ma quello che è più grave è che la canea dei difensori del si - che sembrano camminare all’indietro come i gamberi - sostengono ad ogni piè sospinto che non sono stati toccati i principi fondamentali (del resto immodificabili) come se la modifica del titolo V non comportasse una diversa lettura dei relativi articoli. E’ ancora l’Italia una repubblica fondata sul lavoro quella che ha progressivamente eliminato con leggi ordinarie tutti i diritti acquisiti dai lavoratori in virtù del principio espresso nella Costituzione ?
Non è vero affermano i soliti sostenitori del sì che siano stati dati al primo ministro più poteri ma quando in virtù di una legge elettorale – strettamente connessa alla Costituzione – gli si consente (anche perché segretario dello stesso partito) di nominare tutti i capi lista e questo potere spetta anche agli altri segretari, il parlamento sarà per due terzi composto da nominati ed il vincitore di uno strabiliante premio godrà di una maggioranza che nulla avrà a che spartire con la volontà dei cittadini. Questa è la realizzazione del sogno dell’uomo solo al comando anche perché, a cascata, ne conseguirà l’azzeramento degli organi di controllo. Certo, se avessimo una classe politica degna di tale nome, formata da persone con la schiena dritta, non correremmo rischi ma se volgiamo lo sguardo in giro non solo non vediamo eroi ma neppure persone dotate di un minimo di dignità. Ecco perché le gambe degli uomini su cui camminano le idee e le leggi che le attuano sono così importanti. Si risponde che la legge elettorale verrà modificata sulla base di un accordo fumoso contenuto in un foglietto. Solo Cuperlo può credere a ciò ma probabilmente crede anche alla befana ed a babbo natale. Noi che da tempo ci siamo accorti che le cose stanno diversamente non possiamo che sottolineare che andremo al referendum senza neppure sapere come i nostri pseudo rappresentanti verranno eletti!
La Costituzione ha subito negli anni varie modifiche da parte di tentativi talora falliti di modificarne l’assetto ma si è anche modificata, qualche volta giustamente, nel suo contenuto sostanziale a seguito non solo di leggi ordinarie ma anche di interpretazioni che, talora complici gli organi di garanzia, ne hanno comportato uno stravolgimento.
La nostra Costituzione, senza che ce ne siamo accorti, è già qualcosa di diverso da quella dei primi anni.
E’ quindi necessario, nei limiti del possibile, creare un sistema di tutele che ci ponga al riparo dai tentativi sempre in agguato di modifiche e/o di interpretazioni personalistiche ed invece di diminuire le garanzie bisognerebbe aumentarle e rendere i cittadini sempre più consapevoli del dono della libertà che presuppone la sovranità popolare. Anche la scelta dei candidati, sia da parte dei partiti che degli elettori, dovrebbe essere fatta in applicazione del principio della scelta per merito, ma questa forse è solo un’utopia.
Negli ultimi anni la Magistratura in quanto principale titolare dell’interpretazione delle leggi ha subito una serie di attacchi senza precedenti: la si voleva piegare al volere del potere, e, pertanto, ne dobbiamo tutelare l’indipendenza in modo che le gambe dei magistrati siano libere di percorrere la via del diritto senza inciampi di modo che sia sempre possibile dire: “ Ci sarà pure un giudice a Berlino!”
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