Caro Massimo, sei irrecuperabile, ora insieme a Renzi baratti perfino la Costituzione

16 Novembre 2016
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Amsicora

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Caro Massimo,

credimi, cavolate ne hai fatte tante nella tua sindacatura e nulla ne lasciava presagire la fine. Eppure mai e poi mai ho pensato che tu potessi arrivare a tanto, a fare da comparsa nel baratto conclamato che Renzi fa della nostra Carta costituzionale. Chi l’avrebbe mai detto quando, nei giorni dell’epopea di Sergio Cofferati, tu alla Fiera di Cagliari lanciasti, anome di tutti noi, un grido di lotta, ch’era una promessa e un impegno verso i lavoratori e i democratici di Cagliari e della Sardegna intera. Erano i giorni in cui demmo battaglia alle burocrazie del PDS di D’Alema, Veltroni e Fassino, che si apprestavano alla più assurda e autolesionistica liquidazione di quel che  restava del grande patrimonio del Partito comunista italiano. Un lascito di grande valore morale e politico, oltre che di organizzazione e di tensione civile. Ora, ti sei ridotto ad avere una particina nella sceneggiata di Renzi, proteso, come capofila di oscuri umori reazionari, a liquidare la Costituzione antifascista. Neanche Berlusconi era arrivato a tanto! Barattare la Costituzione con promesse false e bugiarde. Peggio di Lauro, che nel 1958 scese in Sardegna e fece una dispendiosa campagna elettorale. In cambio di voti prometteva soldi e scarpe. Però dei soldi dava le banconotte tagliate a metà  e delle scarpe solo la destra. Poi, a elezioni avvenute e voti presi, dava il resto delle banconote o la scarpa sinistra. Renzi non dà subito neanche la metà dei soldi e neppure una scarpa! Promette, sapendo di non poter adempiere. Una vergogna e un’offesa ai democratici, ai cagliaritani e ai sardi. Guarda con quale doversa dignità si è mosso De Magistris quando Renzi è andato a Napoli a fare una sceneggiata simile a questa noostra. Altro che sorrisi e abbracci, non lo ha neppure ricevuto in Municipio. Così come Emiliano a Bari. Gente dalla schiena dritta, non comparse in un gioco perverso a cui tu e Pigliaru partecipate, ai danni dei  sardi di cui avete la rappresentanza.
Caro Massimo, questo è un tradimento del testamento morale e politico che Umberto Terracini pronunciò dopo l’approvazione della nostra Costituzione. Era il 22 dicembre del 1947 e il Presidente dell’Assemblea costituente dava voce a quanti si erano battuti nella terribile lotta al nazifascismo, a tutti coloro che per la nostra libertà avevano sacrificato perfino la vita. Senti, caro Massimo, il passaggio finale di quel discorso:

[…] “L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un solenne patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa lo affida perchè se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore. E noi stessi, onorevoli deputati, colleghi cari e fedeli di lunghe e degne fatiche, conclusa la nostra maggiore opera, dopo avere fatta la legge, diveniamone i più fedeli e rigidi servitori. Cittadini fra i cittadini, sia pure per breve tempo, traduciamo nelle nostre azioni, le maggiori e le più modeste, quegli ideali che, interpretando il voto delle larghe masse popolari e lavoratrici, abbiamo voluto incidere nella legge fondamentale della Repubblica.
Con voi m’inchino reverente alla memoria di quelli che, cadendo nella lotta contro il fascismo e contro i tedeschi, pagarono per tutto il popolo italiano il tragico e generoso prezzo di sangue per la nostra libertà e per la nostra indipendenza; con voi inneggio ai tempi nuovi cui, col nostro voto, abbiamo aperto la strada per un loro legittimo affermarsi.
Viva la Repubblica democratica italiana, libera, pacifica ed indipendente!

Caro Massimo, quanto stride con queste nobili parole e questo impegno solenne la chiacchiera ridanciana dell’attuale presidente del Consiglio! Quanto è volgare il suo lanciare promesse di bonus al vento per convincere gli italiani a stravolgere la nostra Carta, il “solenne patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano” di cui ci ha parlato Umberto Terracini. E tu, ahinoi!, ne sei parte consapevole. E sei pure convinto d’essere stato abile e furbo nel serbare il silenzio sul tuo pensiero (ma hai un pensiero?) sull’imminente referendum costituzionale. Ci hai promesso riflessione sulla questione e invece tramavi col bugiardo di Rignano questa presa in giro ai  nostri danni. Ci lasci stupiti e senza parole. 
Ma, credimi, questa ridicola sceneggiata, moltiplica le nostre energie, la nostra battaglia per il NO. E non puoi immaginare quanto di bello ti stai perdendo nel disertare questo impegno ricco di passione civile e di impegno disinteressato e generoso. Ma è ormai inutile parlare con te di queste cose.,, sei irrecuperabile.   

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