Red
Che triste spettacolo la venuta di Renzi a Cagliari. Dovrebbe essere il garante del corretto svolgimento del referendum e invece viene a promettere soldi in cambio di voti contro la Costituzione, come nelle peggiori repubbliche delle banane. E che vergogna quel codazzo di comparse, da Zedda a Pigliaru, che stanno a questo gioco perverso, tentando di dare credibilitò ad una ignobile sceneggiata ai danni dei sardi, della Sardegna e del Paese. Di fronte a questo scempio delle più elementari regole democratiche e del dovere di rispetto dei cittadini, come non convenire con Sa Domu quando lancia la contestazione? “Renzi, Cagliari non ti vuole” E come non condividerne l’appello alla manifestazione della protesta? Eccolo: “Il 16 novembre arriverà a Cagliari il presidente del consiglio Matteo Renzi. In vista dell’appuntamento referendario del 4 dicembre 2016, dove i cittadini sono chiamati alle urne per decidere se modificare la Costituzione, il capo del Governo ha deciso di fare la sua passerella propagandistica nei maggiori centri della penisola e della Sardegna.
Come precari, studentesse, lavoratori, disoccupate, occupanti, cittadine, migranti, sardi e sarde vogliamo costruire un’opposizione sociale ai progetti di Renzi e del suo governo, per le sue politiche di austerità, “flessibilità” e taglio del welfare che ci condannano a una vita da sfruttati in progressivo impoverimento.
Il nostro vuole essere un NO forte e deciso alle politiche di questo governo, che da anni sta attuando uno smantellamento sistematico dello stato sociale, riprendendo il percorso dei governi precedenti. Tutto ciò assicurando stabilità e difendendo gli interessi della governance neoliberista. Le pratiche del Partito Democratico riprendono la falsa riga di tutti i governi che hanno governato gli anni della crisi in Europa, e alle quali da anni ci opponiamo.
La riforma del lavoro ci ha reso tutti più precari, costretti a lavorare gratis per fare curriculum nel nome della flessibilità, dato ai nostri datori di lavoro la possibilità di licenziarci cono più facilità.
La legge 107 ha segnato la distruzione definitiva della scuola pubblica, sempre più simile a un’azienda, con l’alternanza scuola-lavoro che costringe lo studente a lavorare gratuitamente per le imprese e con i bonus che tengono gli insegnanti sotto il ricatto dei presidi-manager.
Lo sblocca-italia ha permesso da una parte ai poligoni militari di poter inquinare di più considerandoli zone industriali, dall’altra ha tolto la possibilità alle istituzioni locali di poter decidere del proprio futuro centralizzando le direttive sui siti di grande interesse economico e strategico di fatto avallando qualsiasi tipo di speculazione.
Il piano casa che porta la firma di Renzi e Lupi annulla qualsiasi diritto a chi costretto da povertà è obbligato ad occupare abusivamente per proteggere se stesso e i propri figli. Inoltre, gli slacci delle utenze nei confronti di chi è costretto ad occupare sono solo l’ennesima dimostrazione di forza di un governo che tutela i proprietari degli immobili e condanna alla povertà e illegalità chi non ha nessuna colpa se non quella di trovarsi in uno stato d’indigenza.
Nonostante il numero dei poveri e degli indigenti continui ad aumentare, il governo progetta grandi opere, regali per i banchieri e a livello locale costruisce nuove piazzette, passeggiate panoramiche ed eco-centri nei quartieri più popolosi e problematici delle città.
Per alcuni la crisi non esiste e le riforme o gli investimenti di certo non incontrano barriere o cavilli burocratici nell’attraversare il parlamento romano. Vengono investiti miliardi di euro per salvare le banche dai crack finanziari, vengono approvati progetti miliardari e grandi opere a spese dei contribuenti che fanno il gioco delle grandi imprese e mafie locali ; si stipulano accordi con gli stati che si stanno macchiando continuamente di crimini internazionali , dalla Turchia all’Arabia Saudita fino ad Israele. Si risparmia invece su sanità, istruzione e trasporti, tre settori cardine che toccano direttamente la vita di tutti i cittadini. Come imposto dall’Unione Europea li deve vendere come beni di commercio e come tali vengono interessati da tornaconti economici e giochi di palazzo del Partito Democratico. Non esiste un progetto che rimetta la popolazione di fronte a interessi, poltrone e disimpegno dello stato dai settori strategici.
Non contento delle politiche lesive verso tutta la popolazione, il governo attuale, vuole giocarsi la carta del referendum con la speranza di avere sempre più poteri nelle sue mani modificando la costituzione.
L’opportunità per i cagliaritani, le cagliaritane e i sardi è di riprendere parola, inondando le strade di Cagliari, dimostrando protagonismo e determinazione nel dire un GROSSO NO a Renzi, il Partito Democratico, il Governo e lo Stato.
Riappropriamoci della possibilità di scegliere per i territori e le comunità che viviamo, riprendiamoci la dignità a scuola, nelle università e a lavoro, lottiamo per non essere costretti ad emigrare, per un futuro e una casa per tutte e tutti. Noi precari, noi studenti, noi lavoratori senza diritti e senza rappresentanza non staremo zitti come ci vorrebbero“.
Ben detto! Manifestare compostamente, ma fermamente il nostro sdegno è un dovere civico.
1 commento
1 Oggi mercoledì 16 novembre 2016 | Aladin Pensiero
16 Novembre 2016 - 08:45
[…] Neanche nelle repubbliche delle banane si arriva a tanto! Red su Democraziaoggi. ——– Caro Massimo, sei irrecuperabile, ora insieme a Renzi baratti perfino la […]
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