Gonario Francesco Sedda
Luciano Violante è un renziano garbato, ha esperienza politica e competenza giuridico-istituzionale. Da tempo spende molte delle sue energie nel tentativo di dare consistenza e coerenza alla riforma costituzionale del chiassoso e noiosamente ripetitivo “comunicatore coatto” di Rignano sull’Arno. Ma è come tentare di rafforzare una bolla di sapone con un’armatura. Si ha l’impressione inoltre che parli di una idea di riforma che è più la sua e poco quella di M. Renzi. Sembra che la riforma renziana sia una deformazione (fino all’indecenza) di quella violantesca. E tuttavia le argomentazioni di Luciano Violante tendono ad accreditare l’idea che votando a favore del “renzismo reale” si voti anche per il “renzismo emendato” secondo le buone intenzioni di … Violante Luciano. Si vota uno e si prende due. Naturalmente il renzismo reale non varrebbe nulla e invece conterebbe solo quello immaginario!
Qui è sotto la lente uno degli ultimi interventi di L. Violante [Corriere della sera, La proposta del Sì è concreta. Il No fa solo critiche, 1 novembre 2016].
1. «I sostenitori della riforma costituzionale hanno una visione realistica: non è perfetta, ma fa funzionare meglio il Paese. Gli avversari criticano le soluzioni adottate ma non propongono un progetto alternativo. Nessuno di loro difende l’esistente … La differenza tra il Sì e il No è netta: il Sì ha una concreta proposta di riforma e ha raccolto le firme per permettere ai cittadini di pronunciarsi. Il No, al di là delle critiche, a volte fondate, a singole regole, non ha una proposta alternativa e non ha neanche raccolto le firme per permettere ai cittadini di pronunciarsi … È tuttavia difficile che personalità così autorevoli non abbiano una idea concreta dell’Italia del prossimo futuro. Né sarebbe sufficiente sostenere che la riforma peggiorerebbe le cose rispetto alla situazione attuale; si tratterebbe di un argomento stupidamente propagandistico». Così L. Violante.
Ma …
a) Perfezione e migliore funzionamento del Paese stanno assieme come patate e pere riguardo a una presunta «visione realistica» della riforma costituzionale. È sicuramente un indice di realismo non millantare una riforma perfetta. Tuttavia chi mai ha ingaggiato una lotta per il trionfo della perfezione sull’umana imperfezione? Non è mai esistita né mai esisterà una Costituzione perfetta. Tra chi dice di essere perfetto e chi dice di essere Napoleone non vi è nessuna differenza. Un realismo basato sul riconoscimento dell’imperfezione è un realismo a buon mercato che non si può negare a nessuna persona normale.
Ma perché mai la presunzione che la riforma sotto referendum faccia «funzionare meglio il Paese» dovrebbe indicare una chiara e immediata attitudine realistica dei suoi sostenitori? Non è stata ancora messa alla prova; e dunque è ancora una “presunzione” che non dà fondamento a nessuna «visione realistica» della riforma costituzionale.
b) È un argomento propagandistico (e non dico «stupidamente propagandistico» con le parole sfuggite a L. Violante contro gli avversari) l’insistenza sulla mancanza di un «progetto alternativo» da parte del fronte del NO.
In primo luogo non siamo più in una fase interlocutoria, non siamo più nel mezzo del processo di revisione. Quella fase si è chiusa con l’approvazione della proposta governativa a maggioranza assoluta nelle due Camere. E dunque con la possibilità di sottoporre a referendum popolare (art. 138 della nostra Carta) quella proposta se, entro tre mesi dalla pubblicazione della legge, ne avessero fatto domanda «un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali». Gli oppositori hanno raccolto nella Camera dei Deputati le firme (oltre il quinto richiesto) necessarie per la richiesta del referendum. Questo bastava affinché i cittadini potessero esercitare il loro diritto di pronunciarsi.
Una parte del fronte del NO ha voluto rafforzare la richiesta del referendum anche con la raccolta delle firme di cinquecentomila cittadini, ma ha mancato l’obiettivo sia pure per poco.
Il PD non solo ha raccolto facilmente le firme alla Camera, ma anche superato abbondantemente le cinquecentomila firme di cittadini necessarie per la richiesta del referendum. Tuttavia non sono queste ultime che hanno “permesso” (come vuol far credere L. Violante) «ai cittadini di pronunciarsi». Bastava già la richiesta delle opposizioni sulla base della nostra Carta.
In secondo luogo la parte del fronte del NO nella quale si colloca la stragrande maggioranza di “personalità autorevoli” non concepisce il processo di revisione come “scontro” di progetti alternativi di parti in lotta, ma come “confronto e concertazione” nello sforzo di raggiungere un accordo alto e largamente condiviso. E il nostro garbato renziano non può aver dimenticato che confronto e concertazione erano “in gran dispitto” del cinguettante condottiero Brancaleone da Rignano sull’Arno. La proposta di M. Renzi è nata come patto privato ed estraparlamentare tra due partiti (Patto del Nazareno) e ha fatto gran parte del suo percorso parlamentare restando sostanzialmente blindata. Le critiche e le puntuali proposte alternative sono state dichiarate irricevibili in quanto fuori o contro quel patto privato. Il cinguettante “comunicatore coatto” aveva scoperto che l’iPhone non funzionava col gettone e lo aveva comunicato ai quattro venti convinto che nessuno lo sapesse. Dunque, da una parte il nuovo, la velocità, la decisione, l’efficienza; dall’altra il vecchio, la lentezza, l’indecisione, l’inefficienza. Eppure, dice oggi L. Violante, nessuno degli avversari difende l’esistente sempre e comunque; e nel passato non sono mancate proposte di cambiamento anche da parte loro. Ma se addirittura ammette che «è tuttavia difficile che personalità così autorevoli non abbiano una idea concreta dell’Italia del prossimo futuro», perché ripete il luogo comune della propaganda renziana secondo cui gli avversari della riforma sanno solo criticare e dire no?
2. Può capitare anche a L. Violante che la passione del tifoso prenda il sopravvento su di lui, come il demoniaco signor Hyde sul virtuoso dottor Jekyll. E così in un attacco acuto di renzite produce un sermone di ispirazione messianica parlando di un referendum non assimilabile a nessun altro recente, ma confrontabile per importanza solo con quello del 1946 sull’alternativa tra Monarchia e Repubblica; di un referendum che riguarda il parlamento, il governo, le regioni, il riconoscimento di alcuni nuovi diritti dei cittadini e delle minoranze parlamentari, che riguarda la società e le istituzioni, quindi l’intero Paese; di un referendum che fa presagire un’Italia migliore, che deciderà sull’Italia di domani, cosa dev’essere, come e quando costruirla; di un referendum che ci permetterà di non essere più instabili e lenti nelle decisioni, di non perdere competitività e di garantire il futuro dei giovani. Buuummmm!!!!
Alla fine il garbato renziano si congeda con una sganasciata che dovrebbe abbattere anche il più resistente dei “chiacchieroni” del NO: «di fronte alle critiche che vengono mosse alla riforma, verrebbe alla mente una riflessione di Keynes sul capitalismo: “… non è bello, non è intelligente, non è virtuoso … Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto restiamo estremamente perplessi». Sfortunatamente per L. Violante è una sganasciata che vale anche contro la “concreta” e prodigiosa riforma sotto referendum. Infatti per quanti difetti possa avere la nostra Carta, «quando ci chiediamo cosa [vuole] mettere al suo posto [il noiosamente ripetitivo “comunicatore coatto”] restiamo estremamente perplessi» e fermamente convinti di votare e far votare NO.
2 commenti
1 francesco Cocco
7 Novembre 2016 - 10:37
Caro Gonario, a livello nazionale e locale guardiamo chi si schiera col si e col no . Violante forse studia ancora da presidente della Repubblica. Come ho già scritto su questo blog,, il SI in generale è per chi tende a salire sul carro del potere, il NO implica una decisione di lotta, è per chi non si arrende al degrado.
2 Oggi martedì 8 novembre 2016 | Aladin Pensiero
8 Novembre 2016 - 11:22
[…] a costo zero! Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Luciano Violante, un renziano poco convincente Gonario Francesco Sedda su Democraziaoggi. ————— - Ecco il testo della Costituzione con gli articoli della […]
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