Andrea Pubusa
Ho già detto che dai territori le ragioni del NO al referendum sono più comprensibili. E ne ho avuto conferma l’altra sera a Lanusei, dove ho partecipato ad un affollato confronto fra il sì ed il NO, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Lanusei. La prima conferma è venuta all’inizio del dìbattito, il rappresentante del sì, un avvocato di Lanusei del PD, ha preteso di “spiegare” ai presenti il testo renziano attraverso un video, prodotto nientemeno che da un certo Fusaro, oscuro capofila dei “costituzionalisti” renziani contro la cultura costituzionale alta, fatta dagli ex presidenti della Corte costituzionale e dai maestri del diritto costituzionale in attività da Zagrebelsky, a Pace, a Onida, a Villone a Dogliani, per citarne solo alcuni.. Un video di parte, ovviamente, che il rappresentante del sì spacciava per informazione obiettiva, subito contestato dai presenti, e di cui il presidente dell’Ordine forense ogliastrino ha interrotto la proiezione per palese violazione della par condicio. Una dimostrazione dell’arroganza del PD, che a livello centrale occupa tutti gli spazi readiotelevisivi e pretende di farlo anche in periferia in modo sfacciato e protervo, perfino in un dibattito organizzato da giuristi.
Poi è iniziato il confronto ed è emerso un dato sconcertante, e cioé che il sì è d’accordo perché il senato non sia elettivo e, dunque, non rappresentativo dei territori. Di più e peggio: il rappresentante del sì si è detto d’accordo a che lo Stato, per mano del governo, possa accentrare su di sé tutte le scelte strategiche sull’energia e togliere alle regioni perfino il diritto d’essere consultate. E dire che tutto questo viene detto in una zona dove nel 2009 il Governo, attraverso il c.d. decreto sullo sviluppo, voleva localizzare una centrale nucleare. L’Ogliastra - disse il governo - risponde ai requisiti per l’installazione! Ha un meraviglioso angolo di terra, nei pressi della foce del Rio Mannu, dove una centrale nucleare ci sta proprio bene! Lì si voleva la centrale! O, se non proprio una centrale, in ragione del suo isolamento, il luogo di stoccaggio per le scorie radioattive (in alternativa o in aggiunta alle gallerie delle miniere del Sulcis!).
Solo la protesta composta, ma ferma delle popolazioni e dei sindaci ogliastrini ha respinto al mittente quei progetti. Forse l’avvocato renziano mio contraddittore, che ha ammesso l’episodio, allora era fra i manifestanti perché al governo c’era Berlusconi, ma oggi che c’è Renzi, gli va bene addirittura la cancellazione dalla Costituzione del diritto della Regione ad essere informata e sentita, insieme alle istituzioni locali, prima di tali decisioni. E mentre il pubblico rumoreggiava, il sostenitore del Sì diceva che in fondo tutto rimarrà come prima, perché, se si vota sì, ciò che verrà meno sarà solo [sic!] il diritto delle istituzioni regionali d’essere consultate. Tradotto in lingua sarda: per quelli del sì è bene che unilateralmente e senza neppure preavviso il governo installi centrali nucleari o ponga nell’isola le scorie nucleari o decida di trivellare il nostro territorio o di sommergerlo di pale eoliche o panelli solari e simili! E se la gente protesta? Ho avuto buon gioco a dire che, se le popolazioni, a maggioranza, il 4 dicembre diranno sì all’accentramento di queste decisioni, il governo si sentirà legittimato a reprimere con la forza manifestazioni di protesta come quelle del 2009, in quanto “antidemocratiche”.
In questi territori questo è un tasto dolente, si sente molto il peso della progressiva cancellazione di ogni rappresentanza. Un senato formato dal presidente della Giunta, dal sindaco di Cagliari o Sassari e dal leader dell’opposizione in Consiglio regionale, come prevede la deforma Renzi, è di solito affare che si gioca tra Cagliari e Sassari, nelle oscure segreterie dei partiti o delle consorterie politiche, le periferie saranno totalmente escluse. Ma chi ne rappresenterà le esigenze e i bisogni? All’Ogliastra hanno tolto la provincia, ora voglio togliere ospedale e tribunale, cosa rimarrà a Lanusei? Chi difenderà le loro sacrosante ragioni? In questa lotta fra poveri, non saranno certo le città dove questi servizi verranno trasferiti a protestare. Insomma, la mancanza di rappresentanza finirà per sguarnire le zone periferiche di diritti elementari, la scuola, la sanità, le poste, la giustizia. Provocherà lo scadimento della qualità della vita, incrementerà lo spopolamento. Gli avvocati ogliastrini, ad esempio, senza tribunale, dovranno spostarsi a Nuoro o a Cagliari, al pari dei malati senza ospedale, saranno soggetti ad una perdita secca di diritti, costretti a continui spostamenti.
Non sono questioni di campanile, in gioco c’è la rappresentanza, la capacità dei territori di concorrere democraticamente alle decisioni che li riguardano. In gioco c’è l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio effettivo e concreto dei diritti fondamentali. C’è la parità nelle opportunità occupazionali e d’intrapresa economica. Renzi dice che non tocca la prima parte della Costituzione, ma questa diritti veranno ancor più intaccati! I sindaci ogliastrini, nei documenti del 2009, chiedevano trasparenza e ascolto sui criteri di scelta della localizzazione del nucleare sul proprio territorio; pretendevano di conoscere i progetti del governo e di concorrere alle decisioni nazionali per mezzo delle proprie istituzioni rappresentative. Dopo aver perso la provincia elettiva, si vuol togliere loro anche il diritto di scegliere i senatori e e si vuole negare alla Regione sarda di dire la propria sulle scelte energetiche statali. Se pensiamo alle iniziative per togliere anche Tribunale e Ospedale, vien proprio da dire che gli oglistrini li si vuole lasciare in mutande e senza neppure il diritto di protestare! Anzi i sostenitori del sì vorrebbero che questi cittadini dicessero sì a questa fregatura.
L ‘altra sera a Lanusei, l’uditorio di fronte a questa prospettiva contenuta nella deforma Renzi, nella stragrande maggioranza, ha mostrato fastidio e anche rabbia. Si son sentiti presi in giro. Come dargli torto? Un bel NO è la risposta semplice e giusta per mettere le basi per una prospettiva diversa, rispettosa dei diritti fondamentali e protesa verso la pari dignità sociale dei cittadini.
5 commenti
1 Oggi lunedì 31 ottobre 2016 | Aladin Pensiero
31 Ottobre 2016 - 09:32
[…] Lanusei: la deforma Renzi lascia senza rappresentanza gli ogliastrini, ma il NO la sommergerà . Andrea Pubusa su Democraziaoggi – segue – ‘Costituzione e legge elettorale, Italicum’ (Gianna Lai, ANPI) […]
2 francesco Cocco
31 Ottobre 2016 - 12:07
I quesiti referendari sono una palese presa in giro non solo per l’ Ogliastra ma per tutti i Sardi e per tutte gli Italiani.
3 severino
31 Ottobre 2016 - 19:36
Ha parlato di tante cose senza capo ne coda. E’ vero che la riforma è perfettibile ma dopo 68 anni mi pare sia il caso che si finisca con questo ping pong tra deputati e senatori per poi concludere con la solita concertazione e sciogliere le camere .I nuovi eletti ricominciano una nuova partita a PING PONG e nuova concertazione, tutto a spese dell’ignaro cittadino, senza legiferare.Questo è bicameralismo perfetto.
Risposta di Andrea Pubusa
Caro Severino, leggiti l’art. 70 e, se ci capisci qualcosa, vedrai che il ping pong continua, solo che lo faranno sulla vostra testa le oligarchie nominate nelle oscure stanze dei capibastone. Perché sei così autolesionista da non voler partecipare, con gli altri, in modo unitario e solidale, alle decisioni del tuo territorio? Perché vuoi che siano altri a decidere per te? Pensi che gli altri si curino degli interessi tuoi e della tua zona?
4 Giorgio
31 Ottobre 2016 - 21:09
Ci spieghi l’on. Pubusa quale contributo ha dato alla elezione di senatori ogliastrini o se lui da onorevole si e mai fatto carico dei problemi di questo territorio
Forse pensa che abbiamo la memoria corta???
Risposta di Andrea Pubusa
Caro Giorgio, io sono stato eletto in altra circoscrizione, ma tramite il mio partito di allora, Il PCI, abbiamo dato contributi validi anche per la soluzione dei problemi dell’Ogliastra, a cui tu, come rappresentante della zona, hai senz’altro dato contributi più specifici. Non capisco però in nome di che cosa e perché ora vuoi castrare anche quella rappresentanza. Non capisco neanche questa tua acrimonia. In fondo, mi sono limitato a dire che l’Ogliastra, come tutte le aree periferiche, non deve perdere la forza di concorrere alla politica del proprio territorio e che la devastazione delle autonomie locali insita nella deforma Renzi-Boschi toglie ogni voce agli ogliastrini come a tutte le aree lontane dai grandi centri. Se non è così, dimostra il contrario, con argomentazioni di merito, non con insinuazioni gratuite.
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5 Andrea Murru
1 Novembre 2016 - 09:53
“Da inizio legislatura fino al 18 ottobre camera e senato hanno discusso e approvato 252 leggi. Di queste, 50 hanno richiesto la navetta parlamentare a causa di modifiche da parte di un ramo: il 19,84% del totale. Nella XVII legislatura, quindi, 1 legge su 5 ha subìto un’estensione dell’iter ordinario, che già richiede due approvazioni.” (Fonte : Openpolis).
Dall’analisi di cui sopra emerge chiaramente come costituisca un falso problema (leggasi pretesto) quello del c.d. ping pong tra le due camere in un contesto quale quello attuale. Occorre avere memoria, anche a medio termine, e ricordare come ad es. la legge sul legittimo impedimento approvata dal governo Berlusconi ebbe breve gestazione, poche settimane.
Il Prof. Pubusa non è stato mai onorevole pur avendo onorato la politica sia da consigliere regionale, promuovendo sempre la più ampia partecipazione popolare nelle materie maggiormente impattanti per i cittadini sia, al di fuori delle istituzioni, avendo cura di difendere lo Statuto regionale sardo e la Costituzione.
Piuttosto che sterili attacchi personali, che al più denotano carenza di argomenti, si entri nel merito di questa dissennata deforma. Offro uno spunto di riflessione: la Mia Ogliastra (Biddamannesu soe) si trovò inserita in una sorta di short list quando si discuteva circa l’individuazione del futuro Deposito Unico delle scorie nucleari. Ora, ed ove dovesse prevalere il si, molte delle competenze sin’ora ina capo alle Regioni, quali ambiente, energia ecc. verrebbero riaccentrate in capo al governo centrale. Parallelamente, sul versante regionale, l’attuale giunta Pigliaru ha deciso, nonostante contraria pronuncia della Corte costituzionale, di declassificare i terreni su cui insistono usi civici con il concreto rischio ch’essi perdano i vincoli ambientali di cui sono portatori. Ora, come in quel semplice gioco in cui si uniscono i punti, proviamo ad ipotizzare quale rischio corre la Nostra terra anche avendo cura di ricordare che una volta posto mano alla riscrittura dello Statuto, che avverrà d’intesa con lo Stato centrale, le norme presenti nella nuova versione della costituzione non faranno distinzione tra regioni ordinarie e (non più) speciali ma, per tornare all’ipotesi prima richiamata, alla sismicità o meno del territorio.
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