E se salvassimo i socialisti dalla “bella” morte?

16 Gennaio 2009
9 Commenti


Andrea Pubusa

I socialisti stanno lavorando alle liste, nella prospettiva di presentarsi al voto da soli, fuori da qualsiasi coalizione. E con un proprio candidato presidente, che però ancora non è stato individuato. Hanno avuto uno scatto d’orgoglio. Soru, con arroganza, non li aveva neppure ricevuti e poi aveva direttamente comunicato al segretario nazionale Nencini le liste di proscrizione. Fuori non solo Balia, ma anche la Caligaris. E se per il primo una sollecitazione al ritiro dopo cotanto cursus honorum poteva starci, per la Calligaris l’ostracismo è dettato solo dal fatto che, benché eletta nel listino, questa donna socialista si è mostrata molto autonoma e battagliera, per nulla disposta ad ubbidire ai diktat di Soru.  Ha onorato il mandato. E’ stata una delle presenze più attive e autonome nel Consiglio regionale, nella battaglia contro la Statutaria, in tante iniziative femminili, certamente nulla da spartire con le donne di “servizio” del Presidente.
Nell’ostracismo di Soru verso i socialisti poi c’è una questione di linea politica. I socialisti sardi, riprendendo un filone antico e spesso dimenticato della loro storia, hanno posto al centro della loro azione la difesa degli spazi democratici. Si sono battuti per un sistema parlamentare o comunque si sono dichiarati disponibili ad un presidenzialismo temperato. Hanno preso posizione su tutti i tanti cozzi di Soru contro il principio di legalità. Hanno contestato con fermezza la disciplina sul conflitto d’interessi della Statutaria. E Soru, che è vendicativo, questo non lo ha dimenticato. Li ha aspettati al varco nel difficile passaggio elettorale. Ed ora missione compiuta: vendetta è fatta.
E’ inutile negare che i socialisti sardi rischiano di perdere la rappresentanza in Consiglio regionale e si avviano probabilmente alla scomparsa. Eppure c’è nel loro agire di quest’ultimo periodo un tratto di positività e di dignità che, di questi tempi prodighi di opportunismi, non và sottaciuto. E cioè che, in fondo, sono l’unica delle diverse piccole forze della sinistra a preferire la morte con onore ad una vita da subalterni, che, soprattutto per chi dice d’essere di sinistra, è solo apparenza di vita a fronte di un’estinzione sostanziale.
Per capirci, cosa c’è di comunista o solo di sinistra nell’azione di Rifondazione sarda o dei comunisti italiani? Il loro piatto servilismo al Presidente in cambio di posticini cos’ha da spartire con l’antica orgogliosa e battagliera caparbietà dei comunisti? E che dire di SD sarda che, anziché proseguire sul cammino di lunga lena per la riunificazione della sinistra su un nuovo progetto socialista, con un colpo di mano di alcuni consiglieri regionali fuoriusciti da vari partiti, ripropone una lista nel disperato tentativo di una conferma? E per questo ha sacrificato le pur corrette posizioni assunte dal coordinatore Maurandi, e ha messo in angolo una parte consistente dei compagni/e che hanno dato per anni battaglia nei DS contro la deriva verso il PD. Non è questa già la morte e la sepoltura del progetto e dello spirito originario? Anche se elegesse un consigliere che futuro avrebbe?
Ebbene, di fronte a questo scempio, i socialisti sardi, ormai affrancati dalla gestione del potere, scelgono la bella morte. Non accettano di stare sotto il tallone di Soru, non fanno giravolte trasformistiche verso destra, e ripropongono un progetto di normalità democratica per l’Isola. Chissà come saranno le loro liste. Si dice che Balia - a differenza di quanto ha fatto Giacomo Sanna nel Psd’az - voglia passare la mano. E se riuscissero anche a fare buone liste? A candidare persone normali, attive e autonome come è stata, per esempio, la Calligaris? Potrebbero essere un’attrattiva nel seggio per quella parte dell’elettorato democratico, che non voterà mai Cappellacci, ma certamente non voterà neppure Soru. Staremo a vedere.

9 commenti

  • 1 francesco cocco
    16 Gennaio 2009 - 12:40

    Mi pare un esempio di dignita. Virtù sempre più rara in tempi in cui la cortigianeria sembra dominare la vita politica ed istituzionale. Credo che dalla dignità possa e debba iniziare il riscatto.

  • 2 Carlo Dore jr.
    16 Gennaio 2009 - 13:26

    Personalmente, non ho condiviso parte delle scelte tenute dallo SDI nel corso della legislatura appena compiuta, e non ho grande simpatia per quegli eredi del craxismo che hanno scientemente affogato nel fango della Milano da bere il nobile insegnamento di Nenni e Pertini.
    Però, su un punto mi trovo d’accordo con l’autore dell’articolo: le componenti del centro-sinistra che, non riconoscendosi nella politica di Soru, scelgono di correre da sole e di rinunciare ad una rappresentanza in consiglio regionale meritano il massimo rispetto (quello stesso rispetto che proprio non riesco a riconoscere a quelle forze politiche che hanno barattato il nome di un partito rispettabile con un posticino nel listone berlusconiano). E’ una posizione rispettabile, dicevo, che si presta però ad una forte obiezione: il voto allo SDI viene interpetato dall’autore dell’articolo come un segnale di rottura rispetto al dupolio Soru - Cappellacci, lanciato da una parte dell’elettorato democratico che non vuole accodarsi a Mr. Tiscali ma non vuole nemmeno avvantaggiare i berluscones. Attenzione però: ormai ci troviamo (sia a livello locale sia a livello nazionale) in un sistema che corre verso il bipolarismo; un bipolarismo imperfetto, contestabile, per certi versi soffocante, ma comunque presente ed operativo. Ebbene, in un sistema bipolare, ogni voto progressista che non viene accordato a Soru è un voto che indirettamente aumenta il consenso di Cappellacci, considerato che il centro-destra sosterrà in massa il suo candidato. E allora, la domanda è la solita: l’avversione per Soru è davvero così forte da indurre una parte dell’area progressista a sopportare - in conseguenza dell’astensione o della dispersione del voto - cinque o dieci anni di governo di un sodale del Cavaliere?

  • 3 antonella
    16 Gennaio 2009 - 13:31

    L’ho detto in un precedente post. Onore al merito al coraggio alla coerenza dei socialisti.
    Come donna, come donna di sinistra, come imprenditrice che si è dovuta sudare sempre tutto, senza contributi nè finanziamenti a fondo perduto, che Soru ha contribuito a mandare a fondo, sono una grande ammiratrice della Calligaris.
    Le faccio i miei migliori auguri e spero di continuarla a vedere sullo scranno di via roma perchè i Sardi e non un Soru che elargisce e punisce, l’avranno autorizzata ad occupare in piena dignità per continuare con coerenza le sue battaglie.

  • 4 admin
    16 Gennaio 2009 - 14:09

    Caro Carlo,
    mettiamola così: i clienti, al mercato, comprano solo la merce gradita; quella che ritengono indigesta, la scansano, la lasciano negli scaffali. Quindi, per vendere, il commerciante accorto deve fare in modo che la merce non sia indigesta, sia gradita al pubblico. Non si può criticare il consumatore perché non compra la merce che non gli piace. Semmai la critica và rivolta al venditore che non soddisfa il gusto del pubblico.
    Nel tuo ragionamento, i termini del problema sono capovolti. E, anche ammettendo che qualcuno dei clienti, per antipatia verso un altro fornitore, acquisti un prodotto non gradito, questa condotta non investirà mai la grande massa dei consumatori che non amano quel prodotto. L’astensione, insomma, da quella merce sarà comunque estesa. Al di là dei tuoi e dei miei proclami, che non incidono sui grandi numeri.

  • 5 Raffaele Pilloni
    16 Gennaio 2009 - 14:39

    E’ stata una scelta, quella dei socialisti, che in un panorama come quello odierno può apparire eroica, soprattutto visto ciò che accade intorno: a me pare una scelta nientemeno che coerente. I socialisti hanno messo in discussione alcuni punti del programma del centrosinistra ed immediatamente l’equlibrio (già precario da tempo in realtà) si è rotto. Soru a mio parere si è dimostrato poco lungimirante e piuttosto avventato nel chiudere categoroicamente al dialogo, come più volte è accaduto. Ad onor del vero và detto che i socialisti premevano “a contrario”, soprattutto sui punti nevralgici del programma del centrosinistra (urbanistica e statutaria), per cui alla fine è meglio probabilmente una “non alleanza” che una “alleanza pro tempore” o addirittura di comodo.
    Và comunque apprezzata e riconosciuta la coerenza politica dei socialisti, che non hanno ripiegato su altre strade forse più appetibili (nonostante in queste elezioni regionali pare sia una moda particolarmente ricercata).
    Ho avuto modo di dibattere con la Calligaris in occasione di un incontro sulla statutaria e nonostante la diversità di vedute non ho problemi a riconoscerle la grande passione che nutre nel fare politica e l’attenzione alle opinioni altrui.

  • 6 stefano de candia
    16 Gennaio 2009 - 15:38

    MI scusi professore.
    Noto in molti dei suoi interventi quasi una missione e cioè lei sembra osannare chiunque vada da solo o quanto meno non si schieri con Soru o col centrodestra.
    Nnon capisco cosa ci trovi di affascinante nel vedere un futuro consiglio regionale formato per la quasi totaliatà da solo 2 coalizioni e con movimenti e partiti con storie e uomini importanti fuori a rimirarsi nella loro grandezza passata.
    Poi non posso far altro che concordare con lei che tutta la sinistra, quella che dovrebbe essere la vera sinistra, si sia appiattita sulle posizioni di Soru in maniera acritica.
    Però anche loro sono consapevoli che andando da soli probabilmente prenderebbero percentuali da estinzione e quindi andare apparentati con Soru gli garantirebbe una scusante alla disfatta.
    I socialisti, il Partito Sardo, la sinistra, l’UDC e i Riformatori sono partiti che con questo sistema elettorale senza apparentamento sparirebbero o quasi.
    Poi c’è come sempre il discorso sulle persone, ma non è possibile eludere una piaga che è vecchia come le elezioni…
    Nel precedente consiglio regionale era presente il peggio del panorama politico sardo non il meglio come dovrebbe essere.
    E’ stato così e lo sarà ancora sia che vinca Soru che vinca Cappellacci, perchè negarlo?
    La speranza è che qualche buona cosa esca fuori in mezzo agli interessi personali che verranno sicuramente portati avanti dai consiglieri chiunque vinca…
    Fortza Paris

  • 7 Sergio Ravaioli
    16 Gennaio 2009 - 20:40

    Caro Andrea,
    non fare il pindaccio!
    Non è affatto scontato che i socialisti vadano verso la “bella morte”.
    I socialisti, con una campagna elettorale adeguata, potrebbero raccogliere il voto di tante persone di sinistra, sopratutto ex DS-PDS-PCI, che non si rassegnano all’espropriazione del PD da parte del miliardario Soru. E non credo saranno pochi.

  • 8 Sergio Ravaioli
    16 Gennaio 2009 - 20:44

    P.S. (nel senso di Post Scriptum riguardo il PS): non sottostimiamo il fatto che nei collegi provinciali il sistema elettorale è puramente proporzionale, con preferenza e con resti regionali da ripartirsi.

  • 9 antonella soddu
    25 Febbraio 2009 - 15:22

    Onore al merito di M. Grazia Caligaris, io credo sia stato un grande errore non candidarla, certamente la sua candidatura avrebbe fatto solo bene al Ps alle scorse elezioni regionali. Per il suo impegno, per la sua coerenza, per la sua sempre riconosciuta forza nel combattere le piu’ difficili battaglie.
    Antonella Soddu

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