Ranzi: addio sogni di gloria, anche la CGIL per il NO

5 Settembre 2016
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Red

La Cgil si schiera ufficialmente per il No. La decisione sarà annunciata all’ assemblea generale che si terrà a Roma il 7 e 8 settembre. Un No che fa seguito a un documento critico che il direttivo del sindacato aveva votato a maggio, mettendo in luce lo «squilibrio tra potere legislativo ed esecutivo» e «l’ indebolimento degli organi di garanzia», oltre ad una «eccessiva centralizzazione».
In quell’ occasione però l’opposizione di alcuni dirigenti più vicini a Renzi, anzitutto il segretario della Fillea (edili) Alessandro Genovesi e il segretario confederale Fabrizio Solari, aveva rinviato una esplicita indicazione di voto e sopratutto l’adesione al Comitato per il NO. E un risultato i renziani della CGIL lo hanno ottenuto: l’assenza del sindacato ha impedito al Comitato di raccogliere le 500 mila firme per la richiesta del referendum, precludendo di avere spazi Radio-TV e finanziamenti nella campagna referendaria. Stavolta, seppure tardivamente i confronti tra delegati e iscritti sul merito della riforma hanno indotto la Cgil, pena una totale perdita di credibilità a schierarsi apertamente: e lo fa con un ordine del giorno che sarà votato dagli oltre 350 componenti dell’assemblea, l’ organismo più rappresentativo del sindacato.
Si tratta di vedere come poi si muoverà il sindacato, quanto sarà ampia e convinta la sua mobilitazione. In ogni caso, dal punto di vista dell’elettorato della sinistra, il fatto chela CGIL si aggiunga all’ANPI nella scelta del NO, lascia a Renzi e alla Boschi uno spazio solo nell’area di centro dello schieramento politico. Ragionevolmente, con la CGIL contro, Renzi può già dire addio ai suoi perversi sogni di gloria.

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