Tonino Dessì
Non so più quali canali e quali criteri segua la Giunta per certe nomine. Potrebbe essere intanto che proprio cercando fuori Sardegna si peschino figure residuali, perché i migliori preferiscono altri ingaggi.
In genere peraltro è poco usuale che altre Regioni incarichino persone di provenienza estranea al proprio territorio di riferimento e alle risorse umane di cui quel territorio dispone.
Il fatto che per la sanità in Sardegna si reclutino all’esterno prima un assessore regionale, poi alcuni manager (la prima, la prof. Dirindin, parliamoci chiaro, non ha fatto una buona riuscita; su un precedente direttore generale, Gumirato, all’atto della nomina, era dubbio persino il possesso dei requisiti) è motivato dalla vulgata secondo cui le nomine esterne sarebbero indispensabili per spezzare un permanente consociativismo politico-affaristico.
Devo dire che questa è una scorciatoia poco convincente. È incredibile che in Sardegna non si sia riusciti prima a comporre una griglia di requisiti e di titoli a prova di disonesti e di incapaci e all’interno della graduatoria non si trovino uno o più sardi in grazia di Dio su cui prendersi la responsabilità di scommettere.
Il dott. Zavattaro ha una carriera piena di ombre politiche e giudiziarie, poi. E già questo non è un buon viatico. La linea che esprime nell’intervista che qui riporto non è nemmeno coerente con la scelta legislativa della Regione sull’ASL unica ( https://www.youtube.com/watch?v=hOcqX1BreV8 ). Su questo tuttavia devo dire che sono più d’accordo con lui. Studi e raffronti alla mano, ritengo che accorpare in una pesante megastruttura accentrata più strutture gestionali, in un comparto pubblico, porti alla somma delle disfunzionalità e persino all’aumento dei costi senza aggiungere nulla in efficienza (non parliamo poi degli aspetti della partecipazione e del controllo democratici).
Infine, creare una struttura cui affidare praticamente la gestione di quasi il 50% cento del bilancio regionale significa creare imprudentemente un centro di potere anomalo. Mi chiedo cosa resterà da fare all’Assessorato: e infatti considero la scelta una vera e propria abdicazione politica e funzionale a quei poteri la cui ingerenza si sostiene di voler contrastare.
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