Andrea Pubusa
Prima di fare il “bagnetto” in spiaggia leggo i giornali: Il massimo spasso viene dalle notizie sul PD. Hanno chiesto e ottenuto i voti alle ultime elezioni politiche per sbiancare il giaguaro, per difendere e sviluppare il disegno costituzionale ed ora fanno come l’ex cavaliere: attaccano la Carta, comprimono i diritti del lavoro, mettono mano ad una pessima legge sulla scuola e, colmo dei colmi, pretendono il consenso dell’ANPI. E siccome non lo ottengono anzi rimediano un sonoro NO alla manomissione della Costituzione, ecco che li scomunicano (”sono come quelli di Casa Pound”) e poi pretendono di averli alla festa de La (defunta) Unità per dire sì o per parlare delle gesta partigiane, ma non del referendum imminente. E siccome i partigiani non si son fatti zittire dal duce, e tantomeno si fanno censurare da questi ragazzotti arroganti, di fronte al fermo No di Smuraglia devono scendere a più miti consigli e accettare che l’ANPI, che nelle feste de L’Unità (quella vera) aveva un rilievo centrale, possa andare e dire ciò che vuole, liberamente. Non vi fanno sorridere quei dirigenti PD che precisano, specificano, prescrivono verso l’ANPI nell’intento di limitare di esprimere posizioni sulle quali loro hanno ottnuto i voti ed ora governamo. Poi si lamentano se il M5S fa sfracelli! Non si rendono conto che, dopo il voltafaccia più grande della storia patria, votare i pentastellati, che la Costituxione la difendono, è il meno che si possa fare.
Ma giriamo pagina. In Francia impazza la questione burkini. Il pericolo n. 1 per i nostri cugini d’Oltralpe! E dire che le stragi nella terra della Grande Rivoluzione hanno mostrato una condizione dei servizi segreti a dir poco preoccupante. Ma non è questo il problema… Burkini sì o no, questa è la questione. Lasciare che le mulsumane si bagnino vestite o pretendere che, se vogliono mettere piede in spiaggia, si spoglino. Mentre leggo mi viene in mente che proprio a P. Pino negli anni ‘50, quando le famiglie dei paesi del Sulcis la domenica venivano al mare, con malloreddus, cibraxiu, casu e ogni ben di dio al seguito, portavano anche le madri o le nonne spesso “bistiasa a nostrada“, vestite alla sarda, e queste donne si rinfrescavano le gambe sollevando su manteu (la lunga e ampia gonna sarda) sotto il ginocchio. Un burkini ante litteram. Ma chi avrebbe mai pensato di spogiarle queste brave donne di campagna! In paese circolavano cun su muncadori, il foulard sardo sempre sul capo e a coprire anche parte del mento. Anche gli uomini non andavano mai a conca sciorta, ossia senza cappello. Ed anche al mare i contadini più anziani non si toglievano la canottiera. Alcuni miei vecchi prozii non hanno mai portato i pantaloni corti, Mai, neppure nelle giornate più calde d’estate. Li avreste messi in bermuda con la forza? Ricordo Giovanni Battista “Tittino” Melis, il fratello maggiore di Mario, chiacchierando ai margini di un’udienza, non so a quale proposito disse che molte donne sarde delle campagne non si mostravano nude neppure al marito, mai!
Eppure le donne sarde pian piano hanno preso a spogliarsi…Sempre negli anni ‘50 a P. Botte, quando scoppio’ la moda del bikini, i gendarmi percorrevano la spiaggia col metro per misurare il due pezzi e se non aveva le dimensioni regolamentari (!?) sanzione e invito alla vestizione! La destra talora fa vestire, talaltra svestire! Ecco perché apprendo con sollievo che il Consiglio di Stato francese ha detto l’unica cosa sensata: ogni donna entra in acqua come meglio crede, anche vestita. E’ una questione di libertà. Il costume si modifica con la cultura. Ecco perché davanti a me, dove, nella mia fanciullezza, donne sulcitane entravano in acqua cun su manteu, ora passano due ragazzine col perizoma (in sardo spaccatroddiu) e son carine: le natiche al sole sono l’espressione della loro spensierata e allegra stagione della vita. Approvo. Meno quando vedo le madri, grasse e sfatte, in bikini. Buon senso suggerirebbe almeno il costume intero. Poi vedo due grassone in quasi perizoma. Scusate, con tutto il rispetto, qui ci vorrebbe il burkini, quello integrale! O il divieto di spiaggia. Non è questione di integralismo, ma di occhio. Anche quello vuole la sua parte. Naturalmente, par condicio sempre e comunque! Per gli uomini grassi un bel kaftano che copre fino ai piedi. Io l’ho già ordinato al mio amico Serigne, che mi ha promesso di portarmelo di ritorno dal Senegal.
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