Emmeline Pankhurst fu l’ispiratrice della più dura battaglia per i diritti delle donne nella storia dell’Occidente. Nel 1903 fondò la Women’s Social and Political Union, un’organizzazione militante che ricorse a metodi di lotta estremi: incendi di chiese o edifici abbandonati, irruzioni nelle sedi istituzionali, sabotaggi di linee telefoniche, aggressioni a politici e poliziotti. Molte suffragette, tra cui la stessa Pankhurst, subirono arresti e violenze. Quest’autobiografia fu completata agli inizi della Prima Guerra Mondiale, quando nell’interesse nazionale la battaglia suffragista fu temporaneamente sospesa. Nella prefazione la Pankhurst avverte: «La lotta per la piena emancipazione delle donne non è stata abbandonata; essa è stata, per il momento, semplicemente sospesa. […] Non ci potrà mai essere una pace reale sulla terra finché alla donna, la metà materna della famiglia umana, non sarà data libertà nei consessi del mondo».
Suffragette. La mia storia
di Emmeline Pankhurst
Castelvecchi, 2015
Il nome di Emmeline Pankhurst non è probabilmente tra i più famosi nell’ambito delle conoscenze storiche popolari, eppure, soprattutto le donne di oggi, devono molto a questa signora inglese di Manchester, classe 1858, principale esponente del movimento delle suffragette, che nei primi anni del ‘900, si battè strenuamente affinché fosse concesso anche al genere femminile il diritto di voto, fino ad allora ad esclusivo appannaggio dei maschi.
Nel 1903 la Pankhurst fondò l’Unione sociale politica e femminile, e nel 1905 fu condannata e imprigionata per aver interrotto una riunione del partito liberale chiedendo che venisse posto in discussione il tema caldo del diritto di voto alle donne.
In quegli anni, le suffragette combattevano una dura battaglia ideologica nei confronti degli esponenti liberali, considerati il principale ostacolo per l’attuazione delle proprie rivendicazioni, ed erano invece vicine al partito laburista indipendente, cui si appoggiarono politicamente.
Con il passare del tempo, i metodi di protesta del movimento divennero sempre più accentuatamente forti ed esasperati, a volte violenti, suscitando riprovazione e conseguenti reazioni da parte delle autorità.
Lo scoppio della Grande Guerra, con le sue inevitabili ripercussioni in ambito umano, politico e sociale, convinse le suffragette ad interrompere la propria attività, ottenendo in cambio dal governo inglese la liberazione di tutte le detenute per reati politici.
In quegli stessi anni, l’infaticabile Pankhurst intraprese diversi viaggi in vari paesi stranieri, tra cui Canada, Russia e Stati Uniti, promuovendo un’importante campagna di sensibilizzazione sul problema del suffragio universale; quando fece ritorno nella sua Inghilterra, le autorità avevano già concesso il diritto di voto alle donne a partire dal 1918, ponendo fine ad un’antica e sacrosanta lotta del genere femminile per il riconoscimento di prerogative fondamentali.
Nel 1926, Emmeline riprese ad occuparsi attivamente di politica, la vera passione della sua vita, stavolta accanto ai conservatori.
Morì nel 1928 a Londra.
Per saperne di più su questo straordinario personaggio che imperniò del suo pensiero la politica e la cultura di inizio XX secolo, basta leggere la sua autobiografia, My Own Story, pubblicata nel 1914 (Articolo tratto da: www.notizie.it) (Foto da: fli.institute e wikipedia.org).
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