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Notizie negative sul fronte della raccolta delle firme per il referendum. Come già per l’Italicum il tetto delle 500.000 firme non è stato raggiunto: ostacoli nell’autenticazione, silenzio stampa e TV sulla campagna per il NO, la partenza tardiva hanno inciso sull’esito negativo. Buone notizie invece sulla mobilitazione generale in vista della consultazione dell’autunno. Beppe Grillo a Roma ha lanciato ufficialmente la campagna del M5S per il No. L’impegno è serio. Grillo lo ha enunciato davanti ai gruppi parlamentari al Senato dove ha delineato la strategia del Movimento: «Le riforme del governo sono scritte malissimo. Non si capisce nulla. Sono un pasticcio. Dobbiamo impegnarci per bocciarle», ha detto Grillo. In gioco c’è anche la permanenza di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Elemento, quest’ultimo, che i cinquestelle mettono però in secondo piano per «non cadere nella trappola e personalizzare il voto».
La mobilitazione pentastellata sul referendum riguarderà tutti i «portavoce» del M5S, sindaci e consiglieri comunali inclusi. A loro si rivolgerà Davide Casaleggio in un incontro, allargato anche agli europarlamentari, in programma giovedì a Milano. Luogo e orario sono segreti per evitare «imbucati» ma la riunione «formativa» – si apprende da fonti del movimento – sarà incentrata sulla comunicazione più che su questioni politiche.
Il M5S partirà subito. Comizi e iniziative nelle località di villeggiatura, per spiegare vizi della revisione renziana. Con Alessandro Di Battista pronto a fare il volto, l’uomo in prima fila, con un tour in solitaria fra spiagge e stabilimenti balneari. Nel M5S, tra giunte da far partire e territori da (ri)organizzare, si comincia dunque a lavorare sul serio alla campagna per il No, che trarrà certo vigore da questa decisione, data la usuale vivacità del Movimento e la sua capacità di catalizzare l’attenzione dei cittadini con iniziative originali e coinvolgenti.
Sulla strategia il movimento punta a non «appiattirsi sul comitato per il No» presideuto da Pace, Zagrebelsky, Rodotà: come da tradizione il M5S non partecipa a coalizioni più allargate, anche se, in questo caso, non si tratta di altri partiti ma di forze sociali in senso lato. Danilo Toninelli, responsabile delle questioni costituzionali, sintetizza così: «Comitati per il No? Il M5S è il Comitato per il No. Forse il maggiore che ci sia».
Noi non condividiamo questa impostazione, ma ci va bene l’impegno del M5S per il NO. E’ un contributo fondamentale, che può risultare decisivo per battere la manomissione della Costituzione. A Cagliari poi i rapporti del Comitato col M5S sono collaborativi, così come con le altre formazioni politiche del fronte del NO, per cui si può coordinare l’impegno in modo che siano massimizzati i risultati. Finite le elezioni amministrative è auspicabile che anche le altre formazioni politiche per il NO, da Sel a SI, a Rifondazione e ai Comunisti italiani battano un colpo e passino all’azione. Per vincere c’è bisogno di tutti.
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