Il più autorevole costituzionalista italiano, Gustavo Zagrebelsky, con il professor Francesco Pallante, illustrano le ragioni del NO alle riforme istituzionali promosse dall’attuale governo nel nuovo volume “Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali” Editori Laterza, che esce anche con il logo di Libertà e Giustizia.
Loro diranno: siete conservatori.
Noi diciamo: non ci interessano “riforme” che non sono tali
Loro diranno: le riforme servono alla “governabilità”.
Noi diciamo che la parola che usate è ambigua.
Loro diranno: ce lo chiede l’Europa.
Noi diciamo e chiediamo a nostra volta: che cos’è l’Europa?
Zagrebelsky e Pallante argomentano per il rinnovamento di una democrazia partecipata, contro le modifiche della Costituzione -di cui si vorrebbero cambiare ben 47 articoli (oltre un terzo del totale)- e contro la legge elettorale.
Oltre alle critiche di merito (contraddizioni, errori concettuali, complicazione del sistema), vengono messe in evidenza le forzature procedurali che hanno connotato il percorso di approvazione delle due leggi. Ne emerge un quadro tutt’altro che rassicurante: le nuove regole del gioco politico risultano essere, a giudizio degli autori, sempre più un’imposizione unilaterale basata su rapporti di forza incostituzionali – leggi approvate in tutta fretta e al costo di qualunque forzatura.
In proposito, occorre anzitutto rilevare che è Renzi ad aver posto scorrettamente il dilemma “se perde il sì me ne vado”, seguito penosamente dalla Boschi. In realtà, la scorrettezza costituzionale è ancor più profonda se si pensa che la proposta di modifica parte dal governo in una materia per sua natura riservata al Parlamento e che le votazioni sono state accompagnate da richieste di fiducia e da minacce di scioglimento delle Camere (concetto reiterato anche in direzione, nella quale Renzi ha minacciato di mandare a casa i parlamentari più che se stesso!).
Inoltre, Renzi, come Berlusconi dieci anni or sono, ha approvato un testo che modifica circa 50 articoli della Carta con una difficoltà ad una risposta semplice quale è il si o il no. Questa considerazione fa prendere risalto al fatto che le Carte si modificano tramite emendamenti su singoli punti che consentono una risposta semplice col sì o con il no. La Carta degli States, ad es., è sempre quella di fine Settecento dei padri fondatori, le modifiche sono avvenute con gli emendamenti come tutti sappiamo. Questa tecnica corretta consente inoltre di adeguare il testo in modo migliorativo. Gli emendamenti alla Costituzione americana sono infatti tutti ampliativi di diritti (salvo quello di acquistare e portare armi): si pensi all’abolizione della schiavità, al voto alle donne, alla libertà di stampa etc. In effetti, quello di Renzi, come già quello di Berlusconi, più che un adeguamento è uno stravolgimento della Carta anzitutto nei suoi delicati meccanismi di bilanciamento dei poteri.
Il libro si chiude offrendo al lettore il confronto, articolo per articolo, del testo della Costituzione vigente con quello che scaturirebbe dalla riforma. Ciò allo scopo di offrire al cittadino una chiara visione d’insieme del nuovo dettato costituzionale.
Gustavo Zagrebelsky è presidente onorario di “Libertà e Giustizia” e professore emerito nell’Università di Torino. Francesco Pallante fa parte del Consiglio di Direzione di “Libertà e Giustizia” ed è professore di Diritto costituzionale nell’Università di Torino.
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