Tonino Dessì
Continuiamo il dibattito sul voto al M5S con questa riflessione di Tonino Dessì.
Personalmente non credo che la “sinistra” organizzata del quattro-cinque per cento abbia gran che da offrire come convenienza tattica o strategica al M5S, il quale a ragion veduta immagino che nemmeno accetterebbe un’alleanza con quei piccoli partiti-apparato.
Al momento ritengo anche che per molti come me, i quali hanno una storia e una cultura radicalmente di sinistra, non sia possibile neppure un’identificazione col M5S, che ha connotati culturali e forme di soggettività politica troppo diverse.
Tuttavia una questione ormai ineludibile si pone, per i tanti democratici e per i tantissimi elettori di sinistra che prevalentemente, in questi anni, son stati costretti a escludersi dalla partecipazione alla politica attiva e persino dal voto.
In Italia non sono sorti movimenti come Syriza o come Podemos. Nel contempo, come in tutta Europa, movimenti radicalmente di destra, come la Lega, hanno preso piede e si sono radicati profondamente in ampi settori dell’opinione pubblica e dell’elettorato.
Il M5S ha presentato finora l’offerta politica che ha incanalato protesta e malessere verso una forma di populismo moderato, intercettando voti che in assenza avrebbero potuto avere ben più pericolosi e duraturi sbocchi, antidemocratici e perfino eversivi.
Non solo. In questa fase della vita politica e sociale del Paese, i progetti di modifica della Costituzione, abbinati a quelli degli strumenti elettorali, portati avanti con decisione da partiti che ormai con un orizzonte di sinistra non hanno più alcun rapporto, vanno configurando una risposta sempre più oligarchica alla crisi della democrazia.
Il più importante partito nato dall’originaria matrice di centrosinistra, in Italia, è il principale interprete di questa proposta politica e già governa il Paese in alleanza con soggetti provenienti dal centrodestra. Il PD si appresta (altra strada del resto non pare possa nè intenda praticare) a ricevere il testimone del periodo berlusconiano e ad assorbire una vasta area di apporti e di consensi che vanno ridislocandosi a seguito della crisi politica di Forza Italia e dell’imminente prevedibile venir meno del suo leader.
Il M5S a questi progetti si è opposto e si oppone esplicitamente ed è l’unico ostacolo dinamico, all’interno del quadro costituzionale vigente e in dichiarata coerenza con esso, a quei processi.
Occorre aggiungere che in molte città importanti del Paese si pone un problema non meno radicale. I blocchi di potere che le hanno governate e che si ripropongono non offrono a crescenti strati sociali nè risposte adeguate alle loro difficoltà nè, ad essi e ad altri, apertura alcuna alla permanente esigenza di trasparenza, di partecipazione, di identificazione in progetti coinvolgenti di rinnovamento democratico.
Al meglio, ci si trova di fronte a governi locali ispirati a concezioni tecnocratiche. Al peggio (ma è il fenomeno più diffuso), i blocchi di alleanze economiche, sociali e politiche trasversali su cui si reggono molte governances cittadine si fondano, generano, sono condizionate da profondi legami corruttivi e illegali.
Penso che ogni occasione per inceppare queste macchine politico-burocratiche cieche, incrostate, asfittiche e soffocanti e per rimettere in movimento molte importanti realtà urbane debba essere valutata con serietà e con responsabilità.
Non si tratta di dare deleghe in bianco. Si tratta di esercitare un ruolo autonomo di opinione pubblica e di elettori che, pur in condizioni di estrema ristrettezza degli strumenti, segnalano di poter ancora determinare cambiamenti in percorsi che altrimenti verrebbero subiti con inerzia e con rassegnazione.
Sarebbero segnali validi a tutto campo, per il presente e per il futuro, perfino nei confronti di chi, come il M5S, in questa occasione, si trovasse ad avvantaggiarsene.
Certe lezioni, in caso di uso negativo del consenso occasionalmente ricevuto, non risparmierebbero successivamente neppure loro.
Per un’analisi simile si veda
http://ilmanifesto.info/perche-si-puo-votare-5stelle/
1 commento
1 Nel dibattito elettorale: 5 stelle sì, 5 stelle no… | Aladin Pensiero
14 Giugno 2016 - 16:21
[…] Votare M5S può essere una scelta responsabile 14 Giugno 2016 Tonino Dessì su Democraziaoggi. - Caro Vito, il M5S è l’unica alternativa a renzisconismo. 13 Giugno 2016 Andrea Pubusa su […]
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