Massimo Marini
Finalmente lo Stato italiano, per mezzo del proprio Ministero della Difesa, ha di fatto ammesso che i proiettili all’uranio impoverito e le nano-particelle create da esplosioni che sviluppano altissime temperature, provocano gravi malattie e possono uccidere. Dopo decenni di lotte giuridiche e sociali i familiari delle vittime hanno visto riconosciuto il proprio status per mezzo di un rimborso scaturito da un provvedimento promosso da Rifondazione Comunista nella passata legislatura e sorprendentemente accolto e portato a compimento dall’attuale Governo. Un impianto che rompe l’imbarazzo istituzionale che va avanti da almeno un decennio e che ha visto susseguirsi le perplessità di Mattarella, l’assoluto negazionismo di Martino, e per ultime le problematiche argomentazioni di Parisi.
Allargando però il campo visivo, e dando un’occhiata ai movimenti che si stanno sviluppando attorno all’argomento, si rimane quantomeno perplessi dagli atteggiamenti apparentemente contradditori delle Istituzioni. Tanto per cominciare stupisce il silenzio mediatico a cui si è assistito per una notizia che in teoria rappresenta una vera e propria rivoluzione nel rapporto tra Esercito e cittadini su questo delicatissimo problema, soprattutto alla luce del fatto che sono stati estesi i benefici (prima non previsti nella bozza) anche a coloro i quali hanno prestato servizio nei poligoni italiani. Un silenzio che non ha riguardato solo il provvedimento ministeriale, ma che ha interessato anche la giornata di studio internazionale che nemmeno un mese fa a Roma l’Istituto superiore di sanità ha organizzato proprio sull’uranio impoverito, in linea con l’assemblea generale Onu che ha approvato per la seconda volta e a grande maggioranza una risoluzione volta alla ridefinizione delle proprie posizioni riguardo ai micidiali effetti dell’uranio impoverito sulla salute umana e sull’ambiente. Nessun media, nessun tg, nessun grosso quotidiano ha spiegato ai cittadini italiani di cosa si sia discusso e quali siano state le analisi e le eventuali conclusioni dei dibattiti affrontati dal convegno. Probabilmente Governo e vertici militari non ci tengono a far sapere che al convegno sono stati invitati esclusivamente scienziati piuttosto allineati sul ridimensionamento in termini di minimizzazione del problema e sono invece stati totalmente escluse personalità di rilievo, come l’italiano Massimo Zucchetti, docente di ingegneria nucleare al Politecnico di Torino, autore di ricca bibliografia proprio sull’uranio impoverito, utilizzata peraltro dall’ultima commissione d’inchiesta, o come l’equipe di studio irachena che ha avuto “il privilegio” di studiare sul campo in modo continuativo gli effetti per l’uomo e l’ambiente, in grado di produrre una documentazione probante la pericolosità del fenomeno piuttosto importante e ampiamente dibattuta e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale.
Comportamenti contradditori che fanno insorgere il dubbio che i vertici militari italiani, in difficoltà sull’argomento, specie per ciò che concerne l’adeguamento in termini di sicurezza delle proprie attività (si pensi anche al poligono di Quirra), vogliano mettere quanto prima un punto sulla faccenda, riconoscendo uno status alle vittime, corrispondendo un indennizzo, ma contemporaneamente promuovendo, anche a livello bibliografico, la minimizzazione della problematica. Rimane quantomeno la base giuridica per le vittime e i loro familiari, e questo è un dato comunque positivo, sulla quale poggiare le future richieste, come ad esempio l’adeguamento degli importi stanziati, ritenuti insufficienti se rapportati al numero di casi riconosciuti dai periti e dalle commissioni appositamente nominate.
1 commento
1 paolo
11 Gennaio 2009 - 11:42
Tutto questo succede in un paese “quasi normale ” come l’italia dove il maresciallo dell’Aeronautica Marco Luca Comellini è in sciopero della fame da omai 4 giorni per chiedere anche per i miltari il riconoscimento dei “Diritti Costituzionali” in quanto e sotto inchiesta disciplinare e rischia la degradazione per aver rivolto una petizione ai presidenti di camera e senato in base ad una norma costituzionale. Ecco perchè argomenti come quelli dell’uranio impoverito rimangono fuori dalle notizie dei media forse perchè vi sono grosse responsabilite poliche e dei vertici militari.
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