Francesco Cocco
Tra gli slogan al sostegno del SI per la “deforma” della Costituzione vi è quello che approvare la proposta degli illustri costituzionalisti Renzi-Boschi-Verdini è meglio di niente. Secondo i sostenitori di tale tesi sarebbe comunque un primo passo dopo un attesa decennale in cui alle generiche proposte nulla è seguito di costruttivo.
Una tale posizione l’ho sentita sostenere a Cagliari da un noto pensatore (diciamo così) molto presente nei talk-show televisivi. Ricordo che qualche anno fa mi fece prendere un incazzo sostenendo che era un’ idiozia ridurre le indennità parlamentari perché comunque erano ininfluenti sul bilancio complessivo dello Stato. L’illustre pensatore evidentemente ignora il modello di comportamento che deve venire dall’ alto, che al di là del dato contabile conta l’esempio, che la sfiducia nella “classe politica” nasce dalla smodata ricerca del privilegio. L’illustre pensatore oggi è per il sì , forse convinto dalla fola renziana che la “deforma” diminuisce il costo della “casta”. Lode alla coerenza e soprattutto lode alla logica quando essa serve ad interpretare il mondo alla rovescia…..”brancasa a susu! “, come diciamo noi sardofoni.
Siamo in presenza di una posizione illogica e piena di falsità. Certo fare è meglio che non fare. Ma in tal caso il fare presuppone che il risultato sia positivo. Nella fattispecie in esame si distrugge un assetto costituzionale frutto delle maggiori intelligenze costituzionali del ‘900 per sostituirlo con un impianto caotico, finalizzato esclusivamente a concentrare il potere nelle mani del governo e per esso del suo presidente. Quindi il “niente” vuol dire mantenere in vita un ordinamento costituzionale che ha consentito all’ Italia il miracolo economico degli anni 50 e 60, negli anni 70 una legislazione di tutela dei lavoratori , poi una modificata avanzata del diritto di famiglia. Questo è certamente preferibile a norme involute, persino scritte con uno stile abborracciato, quando una Costituzione per sua natura deve avere la massima chiarezza in quanto deve essere compresa dall’ intera Comunità nazionale . Il “niente” sarebbe la vigente Carta costituzionale , che non è certo una defecata.
Abbiamo un numero di parlamentari superiore a quello di qualsiasi altra democrazia occidentale. Ricordo che il PCI al Congresso di Firenze, segretario generale Alessandro Natta, avanzò la proposta di un sistema unicamerale con soli 300 deputati. Così oggi si racconta la fola che si sta raggiungendo un tale obiettivo. La verità è che resta in vita una Camera dei deputati pletorica, spessa degradata con manifestazioni carnascialesche.
Si vuol quindi mantenere in vita una Camera di nominati a libito del partito di maggioranza in base al cosiddetto” Italicum”. Permane il Senato col suo costoso apparato e si racconta la fola della diminuzione dei costi come se i sindaci e consiglieri regionali in trasferta nella capitale vi andassero a proprie spese. Una riforma pasticciata, illogica e bugiarda, capace però di sedurre le legioni di aspiranti a salire sul carro del potente di turno . Viva la coerenza, viva la logica, viva il mondo alla rovescia !!
1 commento
1 | Aladin Pensiero
8 Giugno 2016 - 07:47
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