E se pensassimo al voto disgiunto?

9 Gennaio 2009
17 Commenti


Tore Melis

Senza dubbio uno dei nodi centrali dell’attuale fase politica è costituito dall’evoluzione dei partiti politici. Un tempo, il nome di un partito, che fosse esso il Partito Sardo d’Azione, Partito Comunista Italiano, Socialista o Democratico Cristiano, rappresentava un’identità precisa. Non si trattava di sigle o di denominazioni burocratiche, esse, invero, rappresentavano mondi, interessi, culture, più o meno rigore, più o meno moralità. Citare il nome di un partito esprimeva, senza la necessità di aggiungere alcun aggettivo, un modo di essere e di pensare.
Oggi i partiti, invece, sono vuoti. Sono succursali elettorali, incapaci di rappresentare un progetto, un pensiero o un’aspirazione. Oggi, la forza di un partito non discende dalla robustezza delle proprie idee, bensì dall’efficacia o meno della strategia di marketing. Tutto è basato sull’ efficacia degli slogan, sulle frasi ad effetto, sulla maggior capacità di somministrare l’illusione più convincente.
I partiti non sono più strumenti di democrazia, (certamente sono distanti anni luce da ciò che l’art. 49 della Carta Costituzionale ha inteso sostenere), né assolvono più al compito di mediatori delle decisioni istituzionali.
E’, per questa loro debolezza e impropria attività, che impera la plutocrazia, l’immoralità diffusa, l’idea individuale del senso comune (il caso Villari c’è lo testimonia).
E’ in questo contesto che si legittima la “discesa in campo”, del ricco potente. Un imprenditore, specie se ricco, sa usare meglio di qualunque politico le leve del marketing, ed è in grado di utilizzare in modo decisamente più efficace i modelli di penetrazione economico-commerciale. Se quindi i partiti non sono altro che sistemi di propaganda, è chiaro che siano diventati facile conquista del miliardario di turno.
Tornado al PSD’AZ, lo spostamento a destra di un tal partito storico, la cui radice ideologica (almeno nel nome) rimanda al ruolo prezioso dell’azionismo nella costruzione dell’Italia repubblicana e nella conquista delle autonomie locali, rappresenta più di ogni altro l’esaurimento del ruolo del contemporaneo modello partitico nella società. L’obiettivo non è più quello di costruire una società sulla base del proprio pensiero politico, bensì è quello di trovare la miglior posizione di potere possibile. Ormai, l’intelligenza politica si configura come la capacità di scegliere ciò che più conviene al politico. Perciò, fa poca differenza se ci coalizza con una lista definita di destra o di sinistra.
Che fare quindi? Considerato lo status quo, verrebbe immediato assumere le posizioni  critiche di Andrea Pubusa. L’astensione, da lui peraltro non dichiarata, rappresenterebbe un atteggiamento individuale di distacco da un sistema così deteriorato. In effetti, dalla mia piccola posizione, ho avuto modo di osservare il diffondersi di un tal atteggiamento. Certo, per chi ha fatto attivismo politico da una vita, astenersi equivale un po’ ad una sconfitta personale. La sensazione è quella di prendere atto che non ci sia nulla da fare. O magari è semplicemente l’illusione di potersi celare nella speranza di un avvenire migliore, delegando ad altri il compito il compito di determinarlo. Per questo motivo, l’idea del voto disgiunto, inizia a solleticare le mie posizioni, seppur ancora molto lontanamente. Magari proprio attribuendo fiducia a quei sardisti di sinistra che, pur consci della difficoltà di partire privati di una nome e di una bandiera dai noti contenuti simbolici, hanno deciso di affermare con la propria scelta, la difesa di un sistema valoriale che merita attenzione.

17 commenti

  • 1 Sergio Ravaioli
    9 Gennaio 2009 - 11:19

    Certo che il voto disgiunto è una possibilità. Direi l’ultima spiaggia ma sempre meglio dell’astensione.
    Come candidato Presidente non avrei problemi a votare l’avvocato Gianfranco Sollai, persona che stimo e candidato del raggruuppamento indipendentista che pure stimo, ma la cui propsta politica non mi convince.
    Anche i socialisti pare presenteranno un loro candidato Presidente.
    Il problema sarà individuare il partito da votare!
    Aspettiamo la chiusura delle liste per ragionare a bocce ferme.

  • 2 Federica Grimaldi
    9 Gennaio 2009 - 12:04

    Caro Salvatore, anche io pensavo che l’astensione, per chi ha fatto attivismo politico per tanti anni (e per chi, come noi, l’ha fatto per passione e non per interesse), si traducesse in una sconfitta. Oggi invece mi domando se non sia l’unico modo per liberarci di questa classe politica marcia, da questo personalismo ormai dilagante, da questa idolatria dell’uomo solo al comando. Berlusconi e il berlusconismo potranno essere sconfitti solo riformando la sinistra.Come fare? Proviamo a guardare oltre e ad essere lungimiranti. Forse possiamo provare a cambiare anche partendo dalle elezioni amministrative. Il mio non vuole essere un incitamento all’astensione, sulla quale occorre riflettere molto attentamente. Vorrei solo che, per una volta, non dessimo proprio tutto per scontato.

  • 3 andrea raggio
    9 Gennaio 2009 - 12:07

    Il cittadino elettore non deve mai rinunciare a esercitare il diritto al voto. Se non se la sente o non è messo in condizione di fare scelte nette, ha altre possibilità. Il voto disgiunto è una di queste. Un’altra è la scheda bianca. L’astensione è sempre, invece, una resa, la rinuncia a un diritto fondamentale, un’offesa alla democrazia.

  • 4 Federica Grimaldi
    9 Gennaio 2009 - 12:48

    L’offesa più grande alla democrazia oggi è che siamo in un paese che non è democratico. Lo siamo perchè da una parte c’è Berlusconi e dall’altra la sua brutta copia. Basta retorica e basta certezze assolute.E’ necessario fermare la corsa veloce che stiamo facendo verso il baratro. Poichè nulla di quello che abbiamo conosciuto oggi serve, proviamo a ragionare, senza mettere etichette di offese o altro, su cosa fare. Se non fosse chiaro, negli ultimi venti anni molte cose son cambiate. Continuare a dare le stesse risposte è il modo migliore per continuare a sorbirci Berlusconi.

  • 5 stefano de candia
    9 Gennaio 2009 - 14:04

    egregio sig. Tore Melis possibile che non esista mai limite al peggio?
    La formula d’Azione era una locuzione usata da diversi partiti sorti negli anni 20 e giù di lì e nulla ha a che fare esplicitamente con l’ambito sinistroide.
    Credo che l’ignoranza con cui Lei si avvicina al nostro partito sia quella tipica di chi pretende di dare patenti di moralità e di decidere cosa è giusto o cosa è sbagliato in casa d’altri.
    Il PSd’Az nel caso in cui vengano accettate le condizioni poste andrà in coalizione col centrodestra ma non vuole certo dire che diventerà un partito di destra sia perchè il PSd’Az è un partito che ha un obiettivo non di destra nè di sinistra ma trasversale che è l’indipendenza della Sardegna intesa come condizione indispensabile per il miglioramento delle condizioni di vita e di emancipazione dei sardi.
    Quindi se la smettesse di dare patenti e giudizi su di noi fareste prima di tutto un’operazione di correttezza e poi forse la smettereste di esporvi a brutte figure.
    Se esiste un vero fascista conclamato per sua stessa modalità operativa questo è Soru, pretende l’obbedienza assoluta non deve esistere altro pensiero al di fuori del suo e non può pensare che altri possano essere in dissenso con lui, se questo non è fascismo ditemi voi cos’è.
    Noi abbiamo organismi democratici di decisione che appunto hanno fatto delle scelte, Soru ha sciolto Progetto Sardegna perchè stava diventando un’organizzazione complessa e difficilmente controllabile e quindi dava i primi segnali di dissenso e di richiesta di spazi per tutti…
    Soru vuole sfidare Berlusconi e non Cappellacci e per me questo di per sè vuole dire che non ricosce validità nel suo avversario politico, cosa che potrebbe anche essere vera, ma implicitamente scredita chiunque scelga lui che invece è stato scelto da Veltroni non assecondando le scelte del PD sardo che lo vedeva in minoranza…
    Rifletteteci cari centrosinistrorsi prima di fare le lezioni morali agli altri e prima di idolatrare il dittatore di Sanluri.
    FORTZA PARIS

  • 6 antonio leoni jr.
    9 Gennaio 2009 - 14:56

    Astensione e scheda bianca, pur avendo dal punto di vista tecnico conseguenze differenti in ordine ai vari computi elettorali, sono accomunate politicamente dal rifiuto di dare il proprio consenso ad ogni lista o schieramento e in questo senso va inteso il segnale propriamente politico di chi ci sta riflettendo sopra. Si potrebbe persino aggiungere che questo segnale politico è più netto nell’astensione che non nella scheda bianca, perchè, sia pure indirettamente, l’elettore astensionista è identificabile, quello che vota scheda bianca no. Nell’un caso come nell’altro, comunque, non si tratta di scelte che connotino un abbandono definitivo delle proprie prerogative di elettori: si tratta di scelte contingentemente legate a uno specifico contesto. Certo che, a fronte dell’insoddisfazione per la qualità del centrosinistra sardo, insoddisfazione che è presente proprio nel centrosinistra e che emerge con onestà e con disincanto su questo sito, i toni e gli argomenti del post che adotta anche epiteti come “sinistroide” o “sinistrorsi” non incoraggiano nemmeno scelte a favore del campo avverso. Quanto al voto disgiunto, se esercitato tra centrosinistra e centrodestra non sembra proprio leggibile il segnale politico che emergerebbe dal votare contestualmente per una lista di uno schieramento e per il candidato presidente dello schieramento direttamente avverso.

  • 7 stefano de candia
    9 Gennaio 2009 - 15:57

    sig. Leoni jr. gli epiteti, come li chiama Lei, sono niente in confronto a quello che viene detto al mio partito, e per la cronaca chi li usa è una persona profondamente sinistroide o sinistrorsa o se preferisce con idee e principi non correttamente denominati di sinistra.
    Quindi smettetela di fare gli agnellini e comportatevi da uomini dando rispetto e potendolo a ragione pretendere.
    Non ho sentito nessuna presa di posizione quando Soru ci ha dato dei fascisti nè da parte Sua sig. Leoni jr, nè da parte di nessun altro…
    Sinistroide non è un insulto, ma chi ha tendenze di sinistra, così come sinistrorso con la differenza che può anche voler dire che gira al contrario rispetto al senso orario….
    Almeno prima di dare giudizi sulle parole usate da altri controlliamo il vocabolario e ci si renderà conto che non sono insulti, anche perchè non sono avezzo all’insulto gratuito…

  • 8 Sergio Ravaioli
    9 Gennaio 2009 - 17:22

    Calma, calma, calma.
    Evitiamo di accapigliarci sulle virgole.
    E’ vero che sinistroide o sinistrorso non è un epiteto, ma è anche vero che da questo sito nessuno ha mai dato del fascista al PSd’Az.
    Questo blog è un’ottima occasione per ragionare, proprio perchè sono molto rari gli interventi delle tifoserie e molti quelli di chi esprime i propri dubbi e i propri ragionamenti.
    Personalmente conosco bene le argomentazioni dei Sardisti del PSd’Az, tanto da averle riconosciute valide e confermo il mio orientamento, già espresso in questa sede, a votare tra un mese per la prima volta PSd’Az.
    (Sto ancora ragionando se sarà meglio votare PSd’Az e Sollai presidente, oppure PSd’Az e basta, il che però vorrebbe dire PSd’Az e Cappellacci).
    Ho già spiegato quali sono i ragionamenti che mi spingono a questa decisione, e conto di tornare a farlo in queso blog con l’intento di convincere altri a fare la stessa cosa.
    Senza insultare e senza offendermi al primo stormir di fronda, alltrimenti nessuno perderebbe tempo a leggermi.

  • 9 Tore Melis
    9 Gennaio 2009 - 17:28

    Infatti, dopo il mio essere peggio, sig. de candia, c’è proprio il suo esserlo, per questo concordo sul fatto non posso essere considerato il limite del peggio. Per ciò che riguarda il mio esprimere giudizi, le assicuro che non sono assolutamente intimidito dal suo insulto, e finché ancora mi sarà concesso, continuerò ad esprimere ciò che penso, senza per altro pretendere la sua approvazione. Non ho dato patenti a nessuno, né ritengo di godere della licenza di attribuirne. Semmai i giudizi li leggo proprio nel suo post. Mi sembra sia lei e non io ad attribuire la patente di fascista a qualcuno. Che lei poi sia soddisfatto del livello di democrazia del suo partito, è affar suo. Io, invece, faccio parte del 70% degli italiani, che si ritiene insoddisfatto.
    Infine, a proposito della mia ignoranza sull’azionismo, dovrebbe prendersela con i miei professori di storia, i quali non mi avevano detto che l’azionismo avesse esaurito la propria valenza negli anni venti. Pensi, invece, che mi fecero studiare che fu l’unica forza politica che sorse in funzione della lotta contro il fascismo, scegliendolo come avversario primo ed essenziale. Mi avevano anche fatto studiare che il CNL fu una forza interpartitica di cui fecero parte anche gli azionisti. Inoltre, pensi un po’, mi hanno raccontato di un certo Cesare Pintus e di come i fascisti lo abbiano ben servito e di altri che furono costretti all’esilio e che comunque continuarono tenacemente la propria lotta di resistenza,
    Vede sig. De Candia, il mio asserire che l’azionismo abbia avuto un ruolo importante nella costruzione dell’Italia repubblicana, discende esattamente da queste conoscenze e da ciò che i miei professori di storia mi hanno insegnato. Chi poi ha ritenuto collocare il sardismo a sinistra, no sno certo io, bensì un certo Emilio Lussu, (vedi la rivista il Ponte del 1951), ma è possibile si sbagliasse, dato che per 30 anni è stato iscritto al Partito Socialista. Non capisco, però, come mai il Psd’AZ continuo a posizionare fra i propri padri nobili, proprio Lussu. A meno che, con l’alleanza a destra, non abbiate democraticamente deciso di rimuoverlo!
    Ma poi mi scusi sig. de Candia, per quale motivo il PSD’Az si è sempre alleato con coalizioni di sinistra o centro sinistra o semmai, quando non raggiunse accordi soddisfacenti, ha preferito andare da solo? O avete sbagliato sino ad oggi, o state sbagliando da adesso in poi, tertium non datur. Essere contro Soru, e le assicuro che non lo stimo per nulla, non significa essere di destra o coalizzarsi con essa.

  • 10 Marcello Desole
    9 Gennaio 2009 - 19:16

    Sig. Melis, il PSdAz non è contro Soru ma è per la Sardegna e in virtù di questo ha aperto un confronto con chi vuol costruire delle cose “necessarie” e “fondamentali” per la nostra terra e per le quali i sardisti hanno sempre combattuto. Cose molto concrete e puntuali, realizzabili con perseveranza spero, mantendendo la schiena dritta, e che faranno capire ai Sardi cosa significa la parola sovranità, innescando un processo di cambiamento e di sviluppo di cui, ora, abbiamo fondamentale bisogno.
    Altrove, a mò di specchio delle recenti discussioni, da simpatizzanti, militanti della PdL, viene asserito che il Partito Sardo è interessato alla divisione del bottino (vedi assessorati, etc..) e questa è la tipica visione di chi definendosi sardo, non capisce le ragioni della scelta del confronto in atto. I sardisti hanno tenuto conto di un elementare quanto fondamentale valore: la responsabilità per la Sardegna e per i Sardi.
    Privatevi di tutto quello che avete (del lavoro, della sicurezza della casa, del minimo sostentamento, di tutto) e provate a ragionare con empatia nei confronti di voi stessi, ovvero quelli che non sanno dove attaccare la corda! Io preferisco che ci sia qualcuno che prova a sporcarsi le mani mettendosi in gioco, provando a dare risposte concrete, risposte che si aveva a profusione da anni e che nessuno ha mai voluto sentire in regione, se non per scopiazzarle ora in campagna elettorale; per giunta mi sembra che qualcuno di rispettabile abbia anche capito il valore che avrebbe il PSdAZ dentro un eventuale governo. E sono parole credibilissime perchè nei mesi precedenti ragionavano con il valore sottolineato prima e con l’intenzione di costruire una terza via credibile e praticabile. Mentra altri la snobbavano perchè avrebbe portano a percentualine…
    Capisco Stefano ma gli dico anche che, dopo aver assistito al Consiglio Nazionale di sabato e vista la responsabilità con la quale la trattativa è in atto (vedasi le dichiarazioni del presidente del nostro partito sulla Nuova di oggi) questo tentativo il PSdAZ doveva farlo ed anche io auguro che possa dare solo frutti positivi e sinceri, non velenosi. Mi auguro allo stesso modo che gli altri gruppi indipendentisti siano presenti con responsabilità dentro il governo del parlamento sardo perchè i sardisti saranno aperti con tutti e in primis con i nostri fratelli ma anche con i partiti italiani perchè siamo dei democratici, purchè si ragioni sulla Sardegna e non ci si inventi scenari di guerra e schieramenti di buoni e cattivi, da usare a piacimento, a batto morto!

  • 11 stefano de candia
    9 Gennaio 2009 - 19:26

    Sig. Melis, il peggio non era riferito a Lei ma alla Sua presa di posizione in base alla quale siccome abbiamo il “d’Azione” dobbiamo stare col centrosinistra o da soli senza nessuna argomentazione a supporto.
    Ciò che le hanno fatto studiare i Suoi profesori sono cose giuste peccato che nessuno di noi ha rinnegato l’antifascismo ma peccato anche che noi non fossimo l’unico partito d’azione e peccato ancor più che essere antifascisti non vuol dire essere di sinistra.
    Se poi per Sua comodità Lei ci vuole per forza di sinistra è un Suo modo di vedere la storia e di certo il fatto che Emilio Lussu sia stato per 30 iscritto del partito socialista nulla toglie al fatto che i socialisti per primi sono stati col centrodestra a livello italiano per tantissimi anni, a meno che lei non pensi che il cd pentapartito non fosse una coalizione di sinistra…
    Se poi volessimo entrare nel merito della figura di E. Lussu le direi che era il meno sardista tra i sardisti fondatori e sopratutto dobbiamo a lui gran parte delle colpe se abbiamo uno statuto speciale così mite a differenza della Sicilia ad esempio….
    Ma a parte il rivangare la storia, che sicuramente non è cosa che mi faccio insegnare da Lei, non dobbiamo rimuovere nessuno, tanto più Lussu che è morto!!!
    Circa la sua equazione siccome fino ad oggi siete stati o a sinistra o da soli allora o avete sbagliato fino ad oggi o stiamo sbagliando adesso Le ricordo che le condizioni storiche sono mutate radicalmente e che da qualche legislatura è cambiato il sistema elettorale che rende impossibile, o molto difficile sopravvivere per partiti di piccole dimensioni elettorali.
    Capisco che per Lei questa sia una scoperta o che Lei faccia finta di non conoscere le cose ma il fatto di far parte di una coalizione di centrodestra non significa essere di destra soprattutto in questi anni in cui non esiste più la matrice ideologica, se non nei movimenti indipendentisti…
    Se Lei è critico con Soru o lo esalti sono problemi Suoi nei quali non posso entrare ma almeno per quel che riguarda il partito in cui milito io, e non Lei, credo che le patenti di incoerenti ecc che dal Suo articolo uscivano fuori in quantità gridasse replica.
    Lei è tra quel 70% di italiani scontenti… pazienza ma questo cosa c’entra con la democrazia che esiste all’interno del PSd’Az?
    Primo io sono sardo e non italiano, secondo se in italia c’è carenza di democrazia nel nostro partito invece esiste ancora… quindi La invito ad aderVi con entusiasmo.
    Da ultimo non ho problemi ha domandare scusa se Lei ha pensato il mio fosse un ‘insulto ma mi pare che anche altri, oltre Lei, qui dovrebbero ragionare su cosa scrivono se cioè possono offendere o meno qualcuno e se il personaggio che portano come esempio di virtù sia davvero così o meno.
    Sempre e comunque FORTZA PARIS

  • 12 antonioleoni. jr
    9 Gennaio 2009 - 21:19

    Come è stato ricordato, nessuno su questo sito ha tacciato i Sardisti di fascismo e chiunque avrà potuto constatare non da oggi che non abbondano su questo sito gli estimatori di colui che ha usato quell’epiteto (Dizionario Zingarelli: “epiteto: 1. Sostantivo, aggettivo o locuzione che qualifica un nome indicandone le caratteristiche. 2. Titolo ingiurioso”) nei confronti dei Sardisti. Su questo sito e in questa circostanza si stanno svolgendo dei ragionamenti seri e non dei processi sommari. Tuttavia dai ragionamenti emergono convinzioni e su queste ciascuno di noi poi basa il proprio giudizio: non sulle persone, ma sulle conseguenze dell’eventuale prevalere di certe posizioni. A me l’uso di epiteti come “sinistroide” (Dizionario Zingarelli: “sostantivo maschile e femminile, anche aggettivo, specialmente spregiativo; chi o che manifesta simpatie politiche di sinistra) e “sinistrorso” (Dizionario Zanichelli, “B. aggettivo, anche sostantivo; Sinistroide” e Dizionario Gabrielli: “2. scherzoso, spregiativo: Sinistroide”), richiama una memoria di tempi infausti e fa suonare un campanello d’allarme per il futuro. Nessun democratico vuol trovarsi a passare dalla padella alla brace. Ciò costringe a entrare anche su qualche preciso punto di merito. Il Psd’Az si accinge all’alleanza con uno schieramento nel quale il razzismo e la xenofobia non sono semplicemente manifestazioni ideologiche di qualche componente residuale, bensì specifici connotati culturali di almeno due componenti politiche fondative (la Lega e la destra post-fascista), fino ad essersi tradotti persino in proposte di governo, come la schedatura mediante prelievo delle impronte digitali dei bambini Rom e l’introduzione delle classi differenziate per extracomunitari nelle scuole pubbliche dell’obbligo. Poco importa ricostruire la storia del PSd’Az per stabilire se è stato o no di destra o di sinistra o se non è oggi nè l’uno nè l’altro: quel che conta è che qui ed oggi si allea con una compagine che, se potesse, adotterebbe quei provvedimenti in Italia e che in quel caso niente osterebbe alla loro applicazione in Sardegna. Per chi abbia una formazione etica ispirata ai valori dei fondamentali diritti umani universali non v’è indipendenza, sovranità, autonomia futura della Sardegna che possa essere evocata e perseguita al prezzo dell’alleanza attuale con chi di quei diritti fondamentali ha una percezione perlomeno affievolita. Eludere questa contraddizione vuol dire come minimo acconciarsi a non essere capiti ed esorcizzarla con l’esaltazione di una propria astratta diversità non aiuterà ad incrementare i consensi. Infine una precisazione che il professor Pubusa, più competente di me in materia, potrà confermare: Lussu fu, tra il 1945 e il 1947, in assoluto l’unico uomo politico sardo che si battè per scongiurare l’approvazione di uno statuto speciale sardo più debole di quello siciliano, fino a proporre proprio l’estensione alla Sardegna delle norme approvate per la Sicilia. Restò solo, nella Consulta, in Assemblea Costituente e persino nel PSd’Az. La nostra storia è bene maneggiarla con qualche obiettività.

  • 13 andrea raggio
    9 Gennaio 2009 - 21:52

    Restiamo al tema. Chi non va a votare, per apatia o per proesta, delega ad altri il suo potere di scelta, nel caso incombente a Cappellacci o a Soru. Contribuisce, consapevolemente o meno, allo svuotamento della democrazia, processo in atto da tempo in Italia e in Sardegna. Ben diversa è la condotta di chi recandosi alle urne depone scheda bianca perchè non condivide le proposte di nessuno degli schieramenti in competizione. Negando il proprio consenso esprime un giudizio consapevole e intenzionale di rifiuto, una bocciatura delle politiche e dei comportamenti attuali dei partiti. La scheda bianca è, dunque, l’espressione di un voto in senso pieno, politicamente leggibile. L’astesnsione, invece, può essere tutta scambiata per indifferenza, poichè è difficile distingere la protesta dall’apatia. Anche da questo punto di vista l’astensionismo giova solo a coloro che, a Roma e a Cagliari, pretendono di convincerci che della democrazia si può fare a meno.

  • 14 antonioleoni. jr
    9 Gennaio 2009 - 22:38

    Non sono un ideologo dell’astensione e mi astengo persino dall’entrare in questa sede nel merito del problema se alle prossime regionali sia questa la scelta migliore. E’ comunque una scelta, come quella di votare scheda bianca, che può essere adottata a seconda delle circostanze e sempre fino a quando non è messo in questione il fondamentale diritto stesso al voto. Dal punto di vista strettamente pratico, però, votare scheda bianca significa concorrere alla validità del procedimento elettorale e alla determinazione dei diversi quorum, da quello partecipativo (necessario nei referendum abrogativi e sia pure discutibilmente ritenuto tale anche in quelli statutari sardi) a quelli, interni al procedimento elettorale, occorrenti per l’assegnazione dei seggi. Ribadisco l’opinione, che è solo un’opinione e che attiene sempre solo a un profilo pratico, che l’astensione sia un dato politico più leggibile della scheda bianca, non foss’altro che per una ragione di trasparenza, anche individuale: nessuno può sapere se, nel segreto dell’urna, chi ha votato ha depositato la scheda eprimendo o meno un voto, mentre è certo il comportamento di chi non è proprio andato a votare.

  • 15 elio pillai
    9 Gennaio 2009 - 23:52

    Non farei molti distinguo tra votare scheda bianca e l’astensione.
    In entrambi i casi si manifesta soggettivamente una non condivisione dei programmi e dei candidati.Sappiamo tutti che gli I’elettori che non vanno a votare sono disgustati di questa politica.Il 13/14 aprile è ancora sotto i nostri occhi.Un bel pezzo di elettorato di sinistra non è andato a votare.Anche questo è un modo per manifestare il proprio dissenso.Avete visto quanti enti inutili sono stati sciolti?Il PD è ancora in piedi,per poco ancora, diamo tempo a Veltroni e &.E’ questo il problema,questo gruppo dirigente ha messo in cantina la cultura e la storia di un intero popolo.
    Semmai per gente come me come Tore,come Raggio,Federica,gli amici sardisti,indipendentisti e Andrea e altri compagni,resta tutto intero il problema del che fare dopo il voto.
    Una cosa è la manifestaziione del voto comunque sia,altro è organizzarsi e organizzare un nuovo modo di interpretare la politica partecipata e democratica.Bisogna ripartire per invertire il senso di marcia di questa politica basata sulle chiacchere:la politica fatta di slogan come un qualsiasi prodotto commerciale.Chi investe piu’ risorse in spot pubblicitari vende piu’ prodotti.Questa è la legge del mercato tanto cara ai protagonisti di questa competizione elettorale.Chi investe piu’ risorse in campagna elettorale vince le lezioni.Mi chiedo che differenza c’è tra lo spot che invita a votare Soru o berlusconi oppure Capellacci e l’invito a comprare duracel?…..Io non ne vedo!
    Invece vedo l’urgenza,al di la del voto, di un impegno comune politico che parli di persone,delle condizioni di vita delle donne e degli uomini,che a sentire questi signori basta pensare positivo e tutti diventano automaticamente benestanti.Serve un serio e grande impegno comune che porti alla partecipazione di tutti gli stratti popolari alla vita politica,dove la democrazia si sviluppa e non diventi un elemento in parte superfluo e in parte di ostacolo.Bisogna impedire questa deriva,non ci serve il diritto al voto ma il diritto all’elettivita’.
    Attenzione a non depoliticizzare il non voto; potremo iniziare proprio da qui parlando con chi vota sceda bianca e con chi non va a votare.

  • 16 stefano de candia
    10 Gennaio 2009 - 01:09

    Per Antonio Leoni jr, Le consiglio di controllare lo statuto speciale sardo e quello siciliano e vedrà quanto sono differenti e quanto quello siciliano è davvero uno statuto speciale che dà ampie garanzie di differenziazione sia in materie come il commercio che l’edilizia ecc.
    Circa la altre Sue osservazioni non mi trova affatto concorde per almeno 2 motivi, il primo è di natura formale e cioè allearsi col centrodestra in Sardegna non vule in alcun modo dire essere xenofobi o razzisti, altrimenti stare col centrosinistra si ridurrebbe ad essere come quelli che gridavano, 10,100 e 1000 Nassirya e potrei citarne altri 100 di esempi.
    Il secondo motivo è di natura ideologica e si basa sul fatto che le ideologie non esistono più, e non mi venga a dire che i governi di centrosinistra hanno fatto politiche di sinistra, o impropriamente dette di sinistra…
    La verità è che voi vi volete piegare alla logica del o con me o contro di me tipica del sistema elettorale che ci è stato imposto, io no, sono per poter sfruttare gli altri come loro hanno sempre fatto con noi.
    Il PSd’Az ha come fine l’indipendenza della Sardegna e la sua emancipazione per il miglioramento delle condizioni dei sardi e questo suo fine ultimo è un percorso che in questo momento ci ha presentato una scelta che in nessun modo ci potrà far diventare xenofobi o razzisti o qualcosa di peggio, ma semplicemente ci consentirà, o almeno io spero ci consentirà, di fare un passetto in avanti nel migliorare le condizioni dei sardi.
    Non capisco cosa ci sia di difficile da capire o da accettare in questo discorso, inoltre non riesco a comprendere perchè dovremmo andare con chi non ci ha voluti precedentemente e che ci dà dei fascisti e che ha avuto 5 anni per governare e farci vedere di che pasta è fatto e ci ha proprio convinti che non è una pasta che ci piace…
    Sul tema in oggetto io ho solo da dire una cosa, per me il voto è sacro e che si voti in maniera disgiunta o congiunta conta poco, si dovrà scegliere il meno peggio come sempre, anzi oggi forse più di prima viste le alternative, ma l’astensione non la prendo nemmeno in considerazione.
    Preferisco l’annullamento della sceda con dichiarazione ma l’astensione di fatto dà il mio voto a chi vince, specialmente se è quello che ritengo il peggiore in assoluto.

  • 17 tore melis
    10 Gennaio 2009 - 12:55

    Non ho l’ardire di insegnare nulla a nessuno, tantomeno a persone che anziché confutare con argomentazioni il punto di vista altrui, cercano di costruirne la caricatura, magari tacciando chi esprima pareri differenti dal proprio, di ignorante o al limite del peggio.
    Per quanto riguarda il Psd’Az, non ho mai detto che era l’unico partito d’azione, peraltro, vorrei significare che non sono così interessato, come sembra ritenere lei, alle future sorti del partito sardo. In ordine alle mutazioni storiche di cui parla, le condizioni non mi sembrano molto differenti da quelle di 4 anni fa, ma è possibile che io viva in mondo diverso. Comunque sia staremo a vedere. Le elezioni sono fra 1 mese. Ne riparleremo osservando i risultati elettorali, se avete scelto un’alleanza a destra, considerato che siete un partito democratico, certamente avrete un grande consenso elettorale, proprio perché state facendo la scelta che i vostri elettori auspicavano.
    In tutta questa accesa discussione, la questione più appropriata, mi sembra quella di Pillai, vale a dire sul ciò che vogliamo fare subito dopo le elezioni. Ma questo non riguarda Lei sig. de Candia, che mi sembra avere già le idee molto chiare.

Lascia un commento