Amsicora
Compagni ed amici, ieri è stata una giornata di buone notizie, politicamente parlando. I prof. Ciarlo e Demuro hanno fatto girare un appello per il Sì alla revisione Renzi-Boschi-Verdini, promosso insieme a Lapola. Le cose si mettono bene per il NO, ho pensato, perché l’ultima volta che Ciarlo e Demuro hanno preso posizione per il Sì al referendum approvativo pro esecutivo hanno perso malamente. Pensate che sono riusciti ad assecondare, negli anni ruggenti, Soru, il riformatore di Sardegna, non ancora evasore (parola del Tribunale di Cagliari), a promulgare la Legge Statutaria. Sennonché quella legge era stata battuta al referendum approvativo, identico a quello per il quale voteremo a ottobre. Com’è noto, questi referendum sono senza quorum, vince chi, fra il No e il Sì, prende un voto in più. E in quel referendum prese non uno ma molti voti in più il NO; dunque la legge statutaria non era stata approvata, non era legge. Loro invece hanno consigliato al Capo il contrario, cosìccché la Corte costituzionale, investita della questione, caso unico nella sua storia, non ha annullato la legge statutaria…per la semplice ragione che non esisteva, ha annullato la sua promulgazione, disposta da Soru benché la legge non avesse completato positivamente il proprio iter. Glielo dicemmo in tutti i modi a Soru (e ai suoi consiglieri), niente da fare! Non se n’è convinto, finché non ha sbattuto il muso contro la porta della Consulta. Leggere la sentenza per credere.
Quindi, se i nostri, oggi come allora, sono per il Sì, abbiamo buone speranze di farcela. Anche perché, ora come allora, sono sforzati i loro argomenti. Dicono, nell’appello, che il procedimento legislativo viene semplificato col nuovo Senato, ma sembra che non abbiano letto quel guazzabuglio che è il nuovo art. 70. Un’offesa innanzitutto formale alla nostra bella Carta, già vincitrice del premio letterario Strega nel 2006. E alla barba della semplificazione, questo articolo prevede una decina di procedimenti legislativi con interventi anche del Senato, in cui il criterio di riparto per materia è quantomai incerto. Caos dunque in vista addirittura sul modo di fare le leggi! Molto lavoro per la Corte costituzionale e alle ortiche il principio della certezza del diritto!
E che dire poi dell’elogio fatto dai due appellanti alla clausola di prevalenza dello Stato sulle Regioni in una terra di forte tradizione autonomistica con spinte sovraniste? Ebbene i nostri dicono che è positivo che il Governo possa intervenire in qualsiasi materia di competenza regionale se ritiene coinvolto l’interesse statale. Alla faccia del dialogo e della leale collaborazione Stato/Regioni, se - come previsto nel nuovo testo - l’avocazione della materia al Governo è disposta unilaterlamente! In buona sostanza, con la clausola di prevalenza viene meno una sfera, costituzionalmente garantita, di competenze autonome delle Regioni. I nostri plaudono, dunque, all’accentramento nella terra di Lussu, Laconi, Bellieni e Simon Mossa, giù giù fino a Umberto Cardia e Mario Melis. E Soru, defensor Sardiniae, novello Sardus Pater, che ne pensa?
E pensare che Renzi dice che noi sostenitori del il NO lo facciamo per salvare le nostre poltrone e i nostri ben remunerati incarichi conferiti da giunte e governo!
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