Lucia Pagella
Di recente mi sono imbattuta in una notizia data da Carlo Tecce, giornalista del Fatto Quotidiano, nel corso della trasmissione “prima pagina”.
Si trattava della formulazione del quesito referendario costituzionale che merita qui di essere riportato integralmente :”Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal parlamento e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 88 del 15 aprile 2016?”
La notizia veniva data più che altro come una curiosità e si accennava di sfuggita al fatto che il testo del quesito in effetti conteneva i principali argomenti che verranno usati da Renzi e dai suoi reggicoda per far vincere il si’.
Indignata per un formulazione che proviene dall’Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione e che trasforma il quesito stesso in uno spot pro Renzi, ho voluto saperne di più e, in particolare, l’ho voluto confrontare con il testo dei due quesiti referendari costituzionali del 2001 e del 2006 in cui non si faceva alcun riferimento alle meraviglie che dall’approvazione degli stessi sarebbero derivati agli Italiani ma molto più sobriamente si chiedeva loro se volevano approvare il testo della legge costituzionale approvata dal parlamento e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Oggi, invece, arrivati a questo punto, si poteva anche formulare il quesito chiedendo agli italiani se volevano approvare la riforma costituzionale per vivere felici e contenti, assicurare l’avvenire dei figli, e garantire al paese il rispetto dovutogli in Europa : la sostanza non sarebbe cambiata.
L’accenno fatto dal giornalista non è stato notato solo da me ma anche da altri ascoltatori. Ad uno di questi è stato consentito di chiedere se fosse stato opportuno inserire nel referendum gli assit per Renzi. Il quesito era piuttosto involuto e ciò ha dato agio al giornalista, dopo alcune piroette logiche, di affermare che mai più si poteva intravedere nel quesito un aiutino a Renzi e che tutto andava bene madama la marchesa. Il ché mi ha convinto una volta di più della esattezza del detto popolare secondo il quale “ dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io “.
Poi il buio.
Per rispondere ad una vulgata frequente non è vero che gli Italiani abbiano l’anello al naso ( soprattutto quelli che si recano a votare ) e che, quindi, essendo dei semi illetterati, non leggeranno il quesito. Se questo può essere vero quando il testo è incomprensibile perché troppo tecnico come quello sulle trivelle, la situazione cambia radicalmente quando il quesito è comprensibile e mette il cittadino di fronte alla responsabilità di dire no a simili meraviglie. Peccato che chi ha formulato il testo non abbia sentito anche il dovere di mettere nero su bianco quali erano le controindicazioni.
In ogni caso il quesito, come è stato autorevolmente osservato, nasconde almeno tre “imprecisioni”
1° ) Non è vero che il testo della legge contiene disposizioni che consentono di superare gli asseriti guasti del bicameralismo perché invece complica l’iter delle leggi atteso che il così detto senato può chiedere di mettere becco in dodici modi diversi. Problema peraltro non così grave visto che in Italia, nonostante il bicameralismo perfetto, siamo riusciti a mettere insieme ben 50.000 leggi a fronte delle 5.000 della Germania. Ma forse vogliamo vincere il primo premio dell’Universo.
2° ) Se è vero che viene diminuito il numero dei parlamentari, tale riduzione riguarda solo 260 parlamentari su 945.
3° ) Non è vero che questa riforma sia tale da ridurre considerevolmente il costo delle istituzioni sia perché ci sarà sempre posto per i più fedeli scelti dal caro leader e dai vari capobastone, sia perché la mastodontica struttura del senato con i suoi costi stellari ( ivi compreso l’affitto del palazzo ) rimarrà in piedi con tanti saluti alle forbici per la felicità del taglia nastri nostrano.
Ma vi é qualcosa di ancora più inquietante : se ad un privato cittadino, per convincerlo a stipulare un contratto, gli si fa credere che realizzerà cospicui risparmi, e poi questi saranno di minima entità e lo esporranno a gravi rischi ( taciuti ) per il suo sistema di vita, questi, qualora lo facesse perché indotto in errore, potrebbe trascinare la controparte in Tribunale per truffa.
Dal 21 di maggio inizierà la campagna per il si ed avremo un ampio campionario di menzogne, mezze verità, verità taciute contenute in slogan semplici a cui sarà difficile rispondere con pari semplicità e senza l’ausilio dei giornaloni schierati per compiacere il caudillo e poi passare ad incassare la mancetta degli interventi di stato.
Nel frattempo sono cominciati a girare voci sull’opportunità per il movimento 5 stelle di battersi per il no e la considerazione che anche Renzi potrebbe pentirsi. Su tutto poi aleggia lo spettro delle dimissioni di un premier che tutto il mondo ci invidia. E qui, se gli Italiani abboccheranno, saremo alla farsa. Quando mai Renzi ha mantenuto un impegno, quando mai non ha pervicacemente perseguito il suo disegno di potere? Egli, inoltre, non ha nessun obbligo in tal senso e la canea dei suoi sostenitori - che già da ora prefigurano sciagure per l’Italia orbata da tanto spirto – indurrà il buon Mattarella a richiamarlo al suo posto di comando.
Si continuerà a dire che non ci sono alternative. Se fosse vero saremmo veramente non alla frutta ma alle bucce.
Resta da vedere come possiamo difenderci cominciando a non distrarci a partire dalla formulazione del quesito referendario che deve essere modificato per lo meno a tutela del comune senso del pudore e preparandoci a rispondere con slogan altrettanto chiari e non pubblicati esclusivamente su giornali di nicchia i cui lettori sono già pienamente convinti di dover votare NO.
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