CONTRO LA PULIZIA ETNICA IN PALESTINA
FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA!
E’ partito nei giorni scorsi l’attacco dell’esercito di occupazione israeliano sulla inerme popolazione civile palestinese già stremata da un lungo embargo che ha reso insufficienti e privi di strumenti adeguati gli ospedali della Striscia di Gaza. A due giorni dai primi raid aerei israeliani sulla Striscia si contano più di 700 morti e 3100 feriti gravissimi, un bilancio destinato purtroppo a crescere.
Tra le vittime, dicono i mezzi d’informazione ufficiale, tante donne e tanti bambini, i cui corpi stanno arrivando a brandelli negli ospedali; secondo le fonti sanitarie di Gaza occorrerà trasferire i feriti più gravi in Egitto e non c’è un sufficiente numero di ambulanze per trasportarli.
I morti e i feriti di Gaza sono l’ennesima testimonianza della pulizia etnica che lo Stato israeliano da 60 anni sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull’intera popolazione palestinese. Il pretesto dell’attacco “difensivo” dai missili qassam, che il primo ministro Olmert si è affrettato a propinare ai ministri degli esteri di tutto il mondo, vuole distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dal fatto che a Gaza un milione e mezzo di persone sta rischiando la morte da quasi due anni di embargo, che ogni giorno produce vittime.
Complici dell’aggressione israeliana, l’appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei lasciano che in Medio Oriente prosegua indisturbato il tentativo di cancellare la Palestina dalle cartine geografiche e con essa il suo popolo. E’ ormai evidente che la comunità internazionale non ha intenzione di condannare e porre fine a questo progetto aberrante di cancellare il popolo palestinese.
Chiediamo a tutte le forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e alla società civile di aderire alla manifestazione che avrà luogo sabato 10 gennaio 2009 alle ore 16,30 con raduno a Cagliari in piazza Garibaldi per:
- LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELL’ATTACCO MILITARE SULLA STRISCIA DI GAZA;
- LA FINE DELL’EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE DI GAZA;
- IL CONGELAMENTO DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI ECONOMICI E MILITARI TRA L’ITALIA E ISRAELE;
- LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA.
VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE
Percorso del corteo: Piazza Garibaldi, Via Garibaldi, Via Manno, Piazza Yenne e ritorno. Conclusione in Piazza Garibaldi.
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
La comunità Palestinese in Sardegna
Prime adesioni:
Partito della Rifondazione Comunista della Provincia di Cagliari, A Foras, A Manca pro s’Indipendentzia, Tzirculu 28 de Abrili, Antonello Tiddia (RSU Carbosulcis), Sinistra Critica, Circolo PRC Antonio Gramsci - Cagliari, Cagliari Social Forum, Partito dei Comunisti Italiani – Cagliari, Associazione Italia - Cuba – Sassari, Comitato Sardo Gettiamo le Basi, Partito Comunista dei Lavoratori, Associazione Deggo, Associazione el Gato Obrero, Alessandra smenghi -segretaria Filcem-CGIL Cagliari, Giovani Comunisti - PRC SE – ORISTANO, Circolo Ernesto “Che” Guevara - PRC SE – Arcidano, Fondazione Luca Raggio.
2 commenti
1 francesco cocco
8 Gennaio 2009 - 13:07
E’ terribilmente triste ed angosciante per chi nella sua infanzia, jha visto il nascere dello Stato d’ Isdraele vederlo oggi artefice di azioni belliche che richiamano le stragi della Seconda Guerra Mondiale, e segnatamente i lager nazisti. Tutto ciò è triste perchè ci eravamo illusi che certi esperimenti sociali di quel nuovo paese avrebbero favorito la solidarietà umana ed il dialogo tra i popoli.
L’orrore per le persecuzioni naziste non è scemato con il trascorrere del tempo, anche perchè avvertiamo che quelle stragi non sono cessate, che l’olocausto oggi rivive nelle sofferenze e nelle stragi di cui è vittima il popolo palestinese.
2 angelo aquilino
10 Gennaio 2009 - 07:33
appello per la partecipazione alla manifestazione pro palestina di oggi pomeriggio e’ stato fatto da Soru il 6 gennaio scorso durante l’apertura della sua campagna elettorale. forse quelli che si dicono di sinistra potrebbero accorgersi di cio’ che li unisce e non di quello che li divide.
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