Ieri niente quorum, ma ad ottobre Renzi non potrà farsi scudo dell’astensione

18 Aprile 2016
6 Commenti


Red
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E’ stata del 32,15% l’affluenza alle ore 23 in Italia per il quesito referendario proposto da nove Regioni con cui si chiede l’abrogazione parziale di norme relative alla durata delle trivellazioni in mare. Il quorum, pertanto, non è stato raggiunto. Ma l’85% dei votanti ha detto sì contro le trivellazioni. In Sardegna, il 90% è Notriv.
Scandalosa conferenza stampa di Renzi mentre è in corso lo spolio. Si rallegra per la scarsa partecipazione alle urne. Ma - si ricordi - che ad ottobre non potrà nascondersi dietro l’astensione! Nel referendum costituzionale non c’è quorim e lì dovrà misurarsi la forza degli assalitori della Costituzione contro di noi che la difendiamo.
Di ben altro tenore la dichiarazione di Emiliano. E’ stato comunque “un successo” di affluenza -  dice il governatore della Puglia, evidenziando come a conti fatti siano andati alle urne 14 milioni di elettori. Praticamente, sottolinea, sono “gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa”, il governo, dunque, dovrà tenerne conto.

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6 commenti

  • 1 francesco Cocco
    18 Aprile 2016 - 08:31

    Certo Renzi ad ottobre non potrà giovarsi della mancanza di quorum per il referendum costituzionale. Questo però non deve illuderci . Bisogna programmare un’ azione capillare, riprendere il contatto porta a porta perchè le menzogne di Verdini, Renzi e del suo cerchio magico vengano sbugiardate e sconfitte. Sono abilissimi nella menzogna , non dimerntichiamolo !!!

  • 2 Tonino Dessì
    18 Aprile 2016 - 08:38

    Il punto è che ormai, con i processi di concentrazione della rappresentatività e dei poteri in capo agli esecutivi, a loro volta sostenuti da maggioranze parlamentari tanto blindate quanto elettoralmente poco rappresentative, il quorum strutturale nei referendum abrogativi di norme di legge è diventato anacronistico. Aveva senso in sistemi basati su leggi elettorali proporzionali, nei quali le istituzioni parlamentari erano sufficientemente rappresentative, ma non è ormai sostenibile in un sistema sempre più maggioritario.
    In paesi come la Svizzera e negli USA già non esisteva settant’anni fa, quando si discusse (un pò sommariamente, peraltro) la questione in Costituente.
    E si tratta di Paesi nei quali al referendum si ricorre ordinariamente (l’anno scorso dieci, in California). La regola -anche per economia dei mezzi- è che nel pronunciamento popolare decide chi vota e chi vuol decidere va a votare. Semplice, chiaro, efficiente.

  • 3 admin
    18 Aprile 2016 - 12:36

    Andrea Pubusa

    Caro Tonino, ricorderai che in Sardegna esiste un quorum del 30%, che avevamo introdotto - al tempo in cui ero presidente della Prima Commissione - con la finalità specifica d’impedire che i no si potessero avvalere del fisiologico astensionimo. Se fosse stato così a livello nazionale oggi Renzi starebbe festeggiando una sconfitta.
    Ma hai ragione tu, oggi le leggi elettorali non rinforzano maggioranze, ma trasformano in maggioranza bulgara una stretta minoranza. L’astensionismo si è così ampliato a dismisura perché molti elettori non si sentono rappresentati. Ecco perché sarebbe meglio eliminare il quorum. sarebbe uno stimolo alla partecipazione e un antidoto alle furbizie.
    A Francesco ricordo che noi stiamo già lavorando da qualche mese: il locale comitato per il NO ha già assunto tre iniziative di discussione, tutte molto partecipate. Il lavoro porta a porta presuppone un’organizzazione che al momento noi non abbiamo. Una buona ragione per invitare tutti ad aderire al Comitato e a partecipare alle sue iniziative.

  • 4 Lunedì 18 aprile 2016. Vi ricordate quel 18 aprile? | Aladin Pensiero
    18 Aprile 2016 - 14:35

    […] Ieri niente quorum, ma ad ottobre Renzi non potrà farsi scudo dell’astensione. Red su Democraziaoggi E’ stata del 32,15% l’affluenza alle ore 23 in Italia per il quesito referendario proposto da […]

  • 5 admin
    18 Aprile 2016 - 19:34

    Lucio Garofalo

    Nessuno si illudeva, credo, di cambiare radicalmente lo stato delle cose presenti con un Sì espresso in cabina elettorale.
    Era un quesito referendario sul rinnovo delle concessioni petrolifere entro le 12 miglia marine. Le multinazionali degli idrocarburi avrebbero continuato a spadroneggiare ugualmente, forse con un po’ di certezze ed arroganza in meno.
    Il capitalismo è un sistema economico di stampo ottocentesco dipendente dai combustibili fossili e solo una drastica rivoluzione potrebbe invertirne la rotta.
    Il discorso è assai complesso e non si esaurisce con un commento a caldo. Piuttosto, servirebbe ragionare sul perché il referendum di ieri sia fallito.
    Ieri sera ho ascoltato in TV Renzi auto-celebrarsi per l’esito del referendum, senza ammettere che l’astensionismo non era un merito ascrivibile alla sua persona, anzi. In Italia, nelle ultime tornate elettorali, incluse le consultazioni amministrative, laddove la gente viene addirittura deportata ai seggi, si registra un tasso di astensione cronica che si aggira attorno al 40%. Per cui si deduce che lo scarto di un 25% (al massimo) si potrebbe accreditare al fronte del No.
    Insomma, è una minoranza esigua. Eppure, il premier abusivo ha cantato vittoria per lo scampato pericolo. E così hanno esultato i suoi amici petrolieri.

  • 6 francesco Cocco
    19 Aprile 2016 - 09:34

    Sì, caro Andrea, non dico che le riunioni del comitato sono inutili, solo che vorrei si tenesse conto del fatto che chi partecipa alle riunioni del comitato o alle interessanti e dotte conferenze è gìà convinto. Bisogna uscire da Cagliari, andare nei centri della provincia,, fare quel che a suo tempo abbiamo fatto per la statutaria. . Riprendere quelle iniziative e moltiplicarle per dieci, per cento. Anche io sciancato, ormai ottuagenario sono disposto ad andare di porta in porta come facevo a 20/30 anni.

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