Oggi dibattito sulla modifica del procedimento legislativo

12 Aprile 2016
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Oggi un interessante incontro di approfondimento sulle modifiche costituzionali in discussione alla Camera dei deputati per l’ultima votazione prima del referendum oppositivo, da tenersi probabilmente ad ottobre. Proprio, in vista di questa consultazione, è bene capire il reale contenuto e gli effetti prevedibili della manomissione della Costituzione.
Ecco la locandina dell’incontro, cui segue un’indicazione di alcuni dei temi del dibattito di oggi.

Quale l’oggetto del dibattito?
I quesiti fondamentali, a cui si tenterà di dare risposta, attengono al rispetto del testo rispetto agli obiettivi dichiarati dal trombettiere di Pontassieve.
Quali gli obiettivi annessi da Renzi alle modifiche sul procedimento fi formazione delle leggi? Maggiore efficienza del sistema politico, procedimento legislativo più semplice e agile, riduzione dei costi della politica.
Quali i mezzi? Funzionale all’attuazione di questo obiettivo sarebbe il “superamento dell’attuale bicameralismo perfetto”: l’impianto della riforma si regge infatti sulla presenza della Camera dei Deputati (eletta grazie all’Italicum) a cui spetta il potere di accordare la fiducia al governo e di approvare gran parte delle leggi (quelle per la cui approvazione la Carta non richiede il concorso del Senato), e appunto di un Senato descritto come una sorta di Bundesrat all’italiana.
Il nuovo Senato  - composto da 21 sindaci e da consiglieri regionali designati dai rispettivi Consigli di appartenenza (previa “indicazione” dei cittadini), oltre che dai membri di nomina presidenziale, che rimangono in carica per sette anni - “rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”, e svolge inoltre una funzione di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’UE.
Ecco il quesito: le soluzioni scelte da Renzi & C.  sono in linea con gli obiettivi dichiarati?
Muovendo dal problema della riduzione dei costi della politica, occorre subito segnalare che la qualità di una democrazia non può essere valutata esclusivamente in termini economici. E’ certo che la mancata corresponsione di una indennità ai nuovi senatori (la cui remunerazione si esaurisce nelle spettanze ad essi riconosciute in ragione della loro carica di sindaco o di consigliere regionale) porterà ad una riduzione della spesa corrente, ma è altrettanto certo che questa riduzione non sarà tanto sensibile da alleggerire in maniera decisiva il bilancio dello Stato. I nuovi senatori, infatti, avranno comunque diritto a dei rimborsi per le spese di viaggio e di pernottamento; inoltre, la presenza di un “Senato” (seppure non elettivo) implica comunque che, lungi dall’essere trasformata in un museo, la struttura organizzativa di Palazzo Madama continuerà ad operare, e i costi che questa struttura comporta continueranno a gravare sulle casse dello Stato.
E sotto il profilo della maggiore efficienza della politica e della semplificazione? Oggi il procedimento legislativo è gravato dal fardello della navetta tra Camera e Senato: il testo della legge dev’essere identico nelle due Camere. Le norme costituzionali al momento in vigore che disciplinano il procedimento di approvazione della legge si caratterizzano, però, per la loro assoluta linearità e trasparenza. Una chiarezza che stride con l’autentico “sudoku” della pluralità di procedimenti che la modifica delinea nel tentativo di differenziare le competenze tra le due Camere, di superare cioè il bicameralismo perfetto: Viene fuori una sorta di monocameralismo spurio (o, più precisamente, di bicameralismo sciancato) la cui ricostruzione non risulta né semplice, né tantomeno rapida. Si delineano incertezze sulle materie e conflitti in concreto sulle competenze legislative del Senato.
Semplificazione o complicazione? Ecco il quesito. Le relazioni e il dibattito di oggi cercheranno di dare risposta. Partecipate!

1 commento

  • 1 Martedì 12 aprile 2016 | Aladin Pensiero
    12 Aprile 2016 - 08:20

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