Avete notato la dignità del Sindaco di Napoli. Diserta la riunione con Renzi, calato a Napoli per mettere le mani sulla città e fare campagna elettorale. Luigi de Magistris non ci sta e sull’intervento su Bagnoli attacca: “E’ una torbida saldatura tra presunto interesse pubblico e ben individuato interesse privato. Questa è una grande battaglia democratica e Renzi la perderà, stia sereno. Non metterà le mani sulla città fino a quando ci sarà gente con mani pulite che difende la Costituzione“.
De Magistris ritiene che Renzi abbia “tradito Napoli e gli accordi presi», non accetta il commissariamento dell’intervento su Bagnoli. “Non ritenendo gli atti del Governo successivi al 14 agosto coerenti con gli impegni assunti in tale occasione“, il sindaco con una nota ufficiale “comunica di recedere, con effetto immediato, dagli accordi firmati il 15 agosto 2014 e precisamente; dal protocollo d’intesa relativo alla bonifica del sni di Bagnoli-Coroglio; all’accordo di programma quadro relativo alla ricostruzione di Città della scienza“.
L’Italsider di Bagnoli spense le ciminiere nel 1990, e da allora si parla del futuro di questi terreni, potenziale Eden sospeso tra verde e mare, che può essere terreno di scorribanda degli amici del quartierino. I fondi per il risanamento sono consistenti: 162 milioni per i terreni, 48 per il litorale, 59 per il mare. Per un totale di 272 milioni. Previsti un porto turistico con 700 posti barca, uno stadio della vela per regate, alberghi, un polo per l’eccellenza artigianale e del food, un campus universitario, piscine e una terrazza sul golfo per rilanciare un turismo non solo estivo.
Piano imponente, troppo imponente per essere rimesso, nell’attuazione, ad una collaborazione con l’amministrazione comunale. Il governo vuole accentrare tutto nelle sue mani e sopratutto ha escluso il Comune. La linea che Renzi vuole costituzionalizzare con la modifica della Costituzione in chiave autocratica e anti-autonomistica. Anche per questo, Demagistris non ci sta, e a Napoli c’è stata una vasta mobilitazione popolare: “Da Napoli inizia la grande battaglia contro il governo Renzi e contro le sue politiche di macelleria sociale“, hanno ripetuto i manifestanti davanti a una sagoma che raffigura un Pd-Pinocchio.
Voltiamo pagina veniamo a casa nostra. Il sindaco di Cagliari Zedda, un tempo promotore dell’alternativa all’establishment, fa la bella statuina nell’ennesimo spot propagandistico del trombettiere di Pontassieve. Banda larga, anzi ultra larga! Cagliari tra le prime città in Italia - con Perugia, Venezia, Catania e Bari - nel piano del Governo con Enel per la predisposizione della nuova rete internet ultraveloce. Il sindaco Massimo Zedda fa da megafono, anche se poi lui e il Comune sono del tutto estranei alla facenda: “Prima fase al via da maggio, poi il completamento su altri 224 Comuni“, annuncia Massimo in conto terzi. E poi via a Roma per far da codazzo alla conferenza stampa-spot del presidente del Consiglio, pensando alla sua campagna elettorale.
Che diversa stazza Demagistris! Napoli può ben dire di avere un sindaco. E Cagliari?
La banda …larga
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