Gianna Lai
Domani due classi del Liceo Alberti inizieranno un viaggio a Fossoli, Marzabotto e al Museo Cervi nell’ambito del Percorso su Storia e mimoria, organizzato dall’ANPI e dallo SPI-CGIL insieme ai docenti.
Mina Cilloni, Segretaria regionale dello SPI-CGIL, ha illustrato agli studenti del Liceo Alberti il significato di questo viaggio. Ecco la sintesi dell’intervento,
In questo viaggio, sarebbe interessante mettere in luce le diversità regionali, secondo il valore che lo SPI-CGIL attribuisce alle differenze. E ragionare di memoria, ripercorrere storia e memoria, attraverso i racconti delle persone. E di laicità, democrazia, uguaglianza, coesione sociale, per un mondo da costruire insieme. Non ci riteniamo i saggi per eccellenza, possiamo invece costruire insieme il cambiamento, giovani e adulti, reciprocamente scambiandoci pensieri e conoscenze. Tanti i nostri protagonisti che sanno raccontare di Resistenza, Costituzione, diritti e Statuto dei lavoratori, perché gli anziani hanno ricostruito un paese libero, sulle ceneri del territorio completamente distrutto dal fascismo.
Io sono nata in una famiglia emiliana e antifascista nel 1952, non ho perciò vissuto la terribile miseria del dopoguerra, e mi sento profondamente orgogliosa di mio padre partigiano, medaglia d’argento, e di mia madre staffetta partigiana. In una Regione della tradizione dei tortellini, i cappelletti, simbolo di lotta contro oppressione e dolore, che si facevano il Primo maggio, giorno dello stare insieme. E che, proprio per questo, erano stati vietati dai fascisti, al punto da passare nelle case a manganellare chi li mangiava, in occasione di quella festa.
Tre le realtà legate, in un quadro di insieme, su cosa è stata la Resistenza in questa parte di Emilia Romagna.
1) Fossoli, unico campo di concentramento in Italia, nato nel 1942 vicino a Carpi, vi si può ancora leggere una significativa poesia di Primo Levi. Vero lager per ebrei omosessuali, rappresenta il nazifascismo in tutta la sua portata, da qui partivano i treni verso i campi di concentramento sparsi in Europa. La memoria degli emblemi è Fossoli, lo verificherete nell’incontro con quei pochi testimoni ancora rimasti, Fossoli campo di concentramento e di morte.
2) Casa Cervi, Papà Cervi è la memoria ancora fortemente presente in tutto il nostro Paese. Una condizione più avanzata rispetto al territorio, una grande famiglia che acquista ettari ed ettari di terreno, a partire dal 1934. Grandi contadini che lavorano nel mondo, i fratelli Cervi, pur non acculturati e senza possibilità di frequentare la scuola, hanno stravolto l’agricoltura con i ‘Campi rossi’, emblema di Reggio Emilia e dell’Italia lavoratrice. Furono assassinati dai fascisti nel 1943 i sette fratelli, e oggi nella loro Casa si coglie, attraverso gli oggetti, l’essenza della famiglia antifascista, come se i suoi componenti fossero ancora presenti: è museo della Resistenza italiana, luogo di eccellenza della Resistenza in pianura, riconosciuto tale dalle Istituzioni.
3) Marzabotto, l’eccidio nei paesi tra i boschi, fu vera mattanza che travolse civili, donne e bambini. Rimane negli occhi e nel cuore di chi visita i luoghi verso Monte Sole, anche grazie al lavoro che hanno fatto, in tutti questi anni, gli alunni delle scuole. Pochi resti indicano lo svolgimento della tragedia, lo sterminio di vecchi, donne e bambini, ormai senza via di fuga, ad opera dei nazisti di Reder, che aveva inutilmente cercato di scovare i partigiani, alla macchia tra le montagne.
Tre luoghi che danno il senso compiuto della deportazione e della Resistenza nelle sue varie forme, i partigiani di pianura e i partigiani di collina e di montagna, nell’Italia centrosettentrionale.
Voglio raccontare storie di uomini e di donne che hanno vissuto la Resistenza, l’Anpi racconta vicende di persone comuni, che fanno la grande storia, e non si tratta solo di eroi. Così qui in Sardegna, ci son state azioni che non hanno trovato riconoscimento nella ricerca, o rilevanza attraverso la memoria. Voglio raccontare di Resistenza, di partigiani e di staffette, quasi tutte donne, che mettevano in relazione i combattenti della montagna con quelli di pianura e di collina. E portavano armi, cibo e cura, e contribuivano al mantenimento di relazioni affettive e sociali, secondo un ruolo ancora determinante nel dopoguerra, per la ricostruzione di legami e rapporti interni alla Comunità. Anche se quasi mai riconosciute dalla grande storia, esse fanno parte del vissuto delle persone, dentro la mia casa, dentro la mia famiglia. Quanto dolore e sofferenza vissero i giovani per liberare il mondo dall’oppressione!
E’ un territorio questo, che mantiene i caratteri e la cultura della Sinistra, Cabriago, per esempio, vicino al Museo Cervi, conserva ancora nella sua piazza la statua di Lenin. Luoghi profondamente saldati nello spirito della Sinistra che, nel dopoguerra, prima che case e chiese hanno rimesso in piedi il teatro, la sacralità dell’incontro, espressione del cambiamento in atto. Qui, sul fiume Enza, le persone si passavano l’un l’altra i sassi, per ricostruire i centri della socialità e della partecipazione: dal buio alla luce, la crescita e lo sviluppo di una Comunità nuova e progressista. Mi auguro che il viaggio vi procuri emozione e, insieme, curiosità, per un mondo che è diverso dal vostro: capire l’altro, confrontarne le esperienze è sapere e conoscenza, rafforzamento della comunicazione.
Montesole, Marzabotto e il Parco Naturalistico, aperto agli incontri internazionali dei ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo, che lavorano, ininterrottamente da anni, nel progetto per la Pace. Modena, Bologna, Reggio Emilia, la ricchezza storica dei luoghi e dei piccoli borghi, dove si può ridere, cantare e divertirsi. Il Museo Cervi mantiene ancora tutta la suggestione del tempo, e sarebbe bello andarci il 25 Aprile, in occasione della Spaghettata della Resistenza, che offre da mangiare a tutti, per rivivere, a decenni di distanza, l’ospitalità di quella famiglia di antifascisti, la loro particolare esistenza di contadini, oggi che quel territorio è divenuto luogo della memoria.
Le domande dei ragazzi
Mattia. A Fossoli ci son stato, Ho visto dei caseggiati molto grandi, alcune costruzioni danneggiate dal terremoto. I luoghi son rimasti ancora così?
Mina. Dopo il terremoto, come dopo la guerra, la gente si rimbocca le maniche. ‘Pareven furmighi’, il film di Daniele Segre che ripercorre i passaggi significativi della ricostruzione, nella terra della Sinistra, dei sindaci comunisti, dei preti operai. Dell’Emilia rossa, dove c’è la cultura del fare, del fare qualcosa di collettivo: prima di case e chiese, ricostruzione dei luoghi di lavoro, delle scuole, degli asili nido.
La particolarità di quei luoghi consente di avviare un rapporto tra la Regione e gli studenti che ospita, in questo caso voi sardi, per rileggere la storia dell’Emilia, e indurci a lavorare sulla memoria e sulla storia della Sardegna. Un vissuto diverso, per un confronto ampio sulla Storia generale.
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