Etica pubblica: Cagliari non è come Roma?

4 Aprile 2016
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Amsicora

Avete visto la Guidi? Presenta un emendamento pro fidanzato, pro affari del fidanzato, pro Total? E tac, dimissioni. Come poteva stare al governo quando si scopre che è lì per elargire favori? Colta sul fatto, usando il potere in modo parziale, idest arbitrario. E Maria Elena? Era della partita. Sapeva ed approvava. Può far finta di nulla? Può ritenersi indenne sol perché il favorito era il compagno di un’altra ministra? Letto e politica, alla Berlusconi, seppure in versione più soft. E dire che queste persone, dalle mani non certo pulitissime, sono le stesse che si permettono di toccare la Costituzione, nata dalla Resistenza!
Così a Roma. E a Cagliari? Caso Zedda-Crivellenti. Per carità! Non parliamo della sentenza del Tribunale penale che ha assolto Massimo, anche perché non si conosce ancora la motivazione, di là da depositare. E poi le sentenze si rispettano anche quando non si condividono. Si sà, la ricerca della giustizia è quanto di più difficile esista. Si può sbagliare in danno o a favore dell’imputato. Ma è sempre meglio a favore. La condanna di un innocente cozza col sentimento di giustizia più dell’assoluzione di un colpevole. Massimo, comunque, al momento è penalmente innocente.
Lasciamo da parte il penale, dunque. Anche se vien da chiedersi dell’opportunità di una candidatura di persona che è sempre sub judice, per l’appello preannunciato dal PM e dalla parte civile, e dunque a rischio decadenza secondo la legge Severino. Ma le regole di correttezza politica, valgono solo a livello ministeriale? La Guidi, al momento e salvo sviluppi, si è dimessa solo per questo: violazione del principio d’imparzialità. Certo, la Crivellenti non era la fidanzata di Massimo, questo è pacifico. Ma cambia qualcosa essergli solo amica o conoscente? Anche questo è pacifico, lo ha detto lo stesso Zedda. Presentazione della Crivellenti a Zedda ad opera di Fava, dirigente dei SEL, in una iniziativa di partito e frequentazione successiva tra manifestazioni politiche e incontri culturali. Ma nominarla fuori dalla procedura è discrezionalità o arbitrio? Omettere l’esame di cittadini che hanno fatto regolare domanda e tirar fuori di tasca il curriculum di chi neanche lo ha presentato cos’è? Mettetevi nei pani dei pretermessi. Vostra figlia o vostra sorella presenta domanda ad una selezione secondo bando e…il sindaco di Forza Italia, tira fuori il curriculum di una sua amica o conoscente e la nomina senza esaminare l’istanza di vostra figlia o sorella. C’è violazione del principio di imparzialità? C’è arroganza? C’è arbitrio? Beh, c’è poco da discutere: se il sindaco è di Forza Italia c’è arbitrio di sicuro, e come! E se il sindaco è del PD o di SEL, cambia qualcosa? E’ violazione del principio d’imparzialità? Direi di sì, violazione spaccata, indiscutibiòle. Questo è in sintesi il caso Crivellenti. E qui c’è a dirlo la sentenza del TAR passata in giudicato.
Detto questo, è opportuna la candidatura di chi ha mostrato questa spregiudicatezza o scorrettezza nell’esercizio del potere? Rientra negli schemi e nella cultura della sinistra? C’è in questa condotta quella “disciplina ed onore” che la Carta richiede in chi occupa incarichi pubblici? Un motivo di riflessione per l’elettorato, almeno per quello che ritiene di giudicare con lo stesso metro, a Roma come a Cagliari, a dritta come a manca, gli amministratori di destra e di quelli sedicenti di sinistra, che fanno le cose della destra.

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