Andrea Pubusa
Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, ha spiegato su il Fatto quotidiano i 15 motivi per dire NO alla deformazione della Costituzione voluta da Renzi. E’ bene leggerli e diffonderli. Ecco il link:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/06/referendum-costituzionale-gustavo-zagrebelsky-spiega-i-15-motivi-per-dire-no-alla-riforma-voluta-da-renzi/2522863/
I punti trattati da Gustavo Zagrebelsky sono tutti interessanti e molto precisi. Preme qui parlare dello scempio del testo della nostra Costituzione. Com’è noto, le Carte sono frutto di attenta riflessione e contengono disposizioni solenni, semplici e chiare, di cui il popolo deve comprendere lo spirito e il significato. Per un grande linguista come Tullio De Mauro, la nostra Costituzione è un testo esemplare. “È uno scritto - dice - di grande limpidezza, frutto evidente dell’attenzione dei padri costituenti per la chiarezza e l’accessibilità. Un risultato che si deve a scelte nell’organizzazione dei periodi improntate alla semplicità e all’ampio uso di parole tratte dal vocabolario di base. Pregi straordinari, soprattutto se si considera la nostra tradizione scolastica, giuridica e culturale». E soggiunge: «A decenni di distanza appare sempre più nitido l’alto valore linguistico della Costituzione italiana, un valore in cui si fece e ancora si fa concreto, percepibile, attivo, lo spirito democratico che ispira e sorregge le norme».
Non a caso un Premio Strega speciale è stato assegnato al ‘libro italiano‘ per eccellenza: la Costituzione. Nel 2006 il 21 giugno, proprio alla vigilia del referendum sulle controriforme Berlusconi-Bossi il gruppo degli Amici della domenica ha consegnato il premio Strega ad honorem alla Costituzione nelle mani di uno dei padri costituenti, l’ex Presidente dello Stato Oscar Luigi Scalfaro. Il significato del premio speciale è stato così illustrato dalla Fondazione Bellonci e dalla casa editrice Utet: “la nitidezza e l’attualità dei principi che essa enuncia“. Un modo per ricordare quanti contribuirono “a tessere la trama civile e democratica dell’Italia rinata alla libertà“, come ha scritto Tullio De Mauro nell’introduzione all’edizione speciale della Costituzione Italiana pubblicata da Utet per l’occasione. “La nostra Repubblica - fa notare il linguista - nonostante instabilità, crisi, incertezze politiche e giuridiche, rimane solida nelle sue strutture e istituzioni grazie a una Costituzione che fu pensata per l’Italia del futuro e non soltanto per risolvere i problemi lasciati dal fascismo e per attrezzare uno Stato nascente su nuovi principi e in una proiezione europea“.
Ora un testo di così alto valore civile, politico, morale e linguistico, viene imbrattato da Renzi con articoli sconci e incomprensibili. Dice Zagrebelsky nel suo scritto sopra menzionato: “Quanto… alla bontà del testo di riforma dal punto di vista tecnico, ci limitiamo a questo esempio, la definizione delle competenze legislative da esercitare insieme dalla Camera e dal Senato (sì, il Senato rimane, il bicameralismo anche e, se la seconda Camera non si arenerà su un binario morto, i suoi rapporti con la prima Camera daranno luogo a numerosi conflitti): “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per (sic!) le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all’art. 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella (?) che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore e di cui all’art. 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116 terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma“.
Se questo pasticcio è il prodotto dei “tecnici”, noi diciamo che hanno trattato la Costituzione come una legge finanziaria o, meglio, come un Decreto milleproroghe qualunque: sono infatti formulati così. Un pasticcio dell’ultima ora che darà filo da torcere a che dovrà darne attuazione: parallele convergenti, quadratura del cerchio…”.
Fin qui Zagrebelsy. A noi rimane l’indignazione per la profanazione anche linguistica del testo della Carta, ridotta, nella sua formulazione, a un articolato da regolamento condominiale. Un modo voluto, perversamente ricercato da Renzi e dai suoi per proclamarne lo svilimento.
Forse questa è la madre di tutte le ragioni per dire un NO secco a questo sconcio.
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