Andrea Pubusa
Oggi venerdì 12 alle ore 16, presso la Sala del Banco di Sardegna di viale Bonaria, si terrà una Conferenza del Prof. Federico Sorrentino, costituzionalista della Sapienza, sulla portata delle modifiche costituzionali Renzi-Boschi-Verdini. Per capirne di più partecipa!
Berlusconi con Bossi nel 2006, ed ora Renzi, con Boschi, appoggiati da Verdini, vogliono modificare una quarantina di articoli della Costituzione, nata dalla Resistenza. Una Carta che ha consentito al nostro Paese, sulle macerire del fascismo e della guerra, non solo la ricostruzione materiale, ma anche quella democratica. Anzi, da questo punto di vista, può ben dirsi che è solo con questa Costituzione che l’Italia ha conosciuto, per la prima volta nella sua storia, un vero e profondo sviluppo democratico. Il bicameralismo perfetto (Camera e Senato con uguali poteri) non ha ostacolato in alcun modo questa crescita, che è stata caratterizzata dall’approvazione di leggi importanti di attuazione dei principi costituzionali, dallo Statuto dei Lavoratori alla scuola dell’obbligo, al diritto alla salute, per ricordare solo tre grandi riforme che hanno fatto fare ai ceti popolari un grande balzo in avanti. Tanti di noi sono quello che sono grazie a questa Carta e a queste leggi. Il diritto allo studio in particolare ha portato le scuole in ogni centro, anche nei più piccoli, consentendo a immense masse di giovani, figli di contadini e di operai, di raggiungere i più alti gradi dello studio, dando un contributo fondamentale alla trasformazione del Paese.
Tutto questo è avvenuto in presenza di un forte coflitto sociale e di un confronto spesso aspro fra maggioranza, con al centro la DC, e l’opposizione prima del PCI e del PSI, e poi solo prevalentemente comunista, con un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale. A riprova che la governabilità non è rimessa a strane leggi elettorali, che annientano la rappresentanza, ma alla capacità delle forze politiche di comportamenti e politiche nell’interesse del Paese.
Prima Berlusconi e ora Renzi tentano di scassare la nostra Carta, illudendo che questa è la condizione sine qua non per uscire dalla crisi, mentre è proprio da quando questi scassi sono iniziati, a partire dalla legge elettorale sui Comuni fino al porcellum. che la crisi è cresciuta fino a incancrenirsi, perché è anzitutto crisi morale, che nasce da un deficit di democrazia. Il malaffare, ormai strutturale, è l’effetto della mancanza di rappresentanza, della trasformazione della politica in intrigo di camarille, dalla formazione di leggi elettorali che, come in Sardegna, consentono alla giunta rgionale di avere il 60% dei seggi col 19% dei voti e a fronte dell’astensione del 50% dell’elettorato. Eppure questa concentrazione di potere produce il nulla in termini politici, segno che, per riformare e migliorare, occorre tornare alla regola elementare della democrazia, e cioé che la trasformazione è frutto della spinta e della mobilitazione delle masse, dei cittadini. La loro marginalizzazione, con sistemi elettorali maggioritari, produce i disastri attuali. Così come li produrranno l’Italicum e la riduzione del Senato della Repubblica in un dopolavoro di lusso per un ceto politico regionale, oggi è perfino peggiore di quello centrale.
Si tratta di un vero e proprio scasso della Costituzione, di una manomissione scellerata del suo impianto e dei delicati equilibri fra i poteri, un vulnus al suo spirito liberatore. Molti chiedono: esistono altri modi per aggiornare la Costituzione, per renderla sempre in sintonia coi tempi? Certo, esistono, e forse in questo l’esperienza costituzionale americana è maestra. Negli States la Costituzione è stata emendata in diciassette occasioni dal 1791, ma sempre con piccole integrazioni, che hanno ampliato i diritti, senza intaccare l’impianto originario, che è rimasto invariato. E’ il sistema di revisione tramite emendamenti, con piccole integrazioni. In effetti i primi dieci emendamenti vennero ratificati dagli stati simultaneamente, due anni dopo l’adozione della Costituzione. ma è un corpo di articoli che ampliano le libertà, tant’è vero che sono noti come “Dichiarazione dei Diritti” (Bill of Rights - Carta dei diritti).
Per comprendere, basta ricordare che, per esempio, il primo emendamento garantisce la libertà di culto, il quarto emendamento difende da perquisizioni, arresti e confische irragionevoli e i quattro successivi trattano del sistema della giustizia e dell granzie giursidizionali. Il sesto emendamento garantisce un processo penale rapido e pubblico e il diritto di difesa. Il nono emendamento dichiara che l’elenco dei diritti individuali non è inteso come esaustivo; che il popolo ha altri diritti non specificamente menzionati nella Costituzione. Come si vede, di tratta di integrazioni del testo originario che hanno posto alcuni diritti umani fondamentali al centro del sistema legale statunitense, e sono serviti da modello per le altre Carte costituzionali. Il dato di fondo è che la maggior parte degli emendamenti trae origine dal continuo sforzo di espandere le libertà individuali, civili o politiche. Importanti il XIII (1865): abolisce la schiavitù; il XV (1870): riconosce il diritto di voto agli ex-schiavi; il XIX (1920): estende il diritto di voto alle donne, il XXVI (1971): concede il diritto di voto ai diciottenni. Solo alcuni riguardano gli organi di governo, ma si tratta di modifiche non radicali rispetto al sistema disegnato a Filadelfia nel 1787, come ad esempio la limitazione a due mandati per il presidente, XXII emendamento (1951); il XXV (1967) che muta alcuni dettagli della successione presidenziale e regola la rimozione temporanea del Presidente e la sostituzione dei Vicepresidente. Insomma, si tratta di un lento lavorio di adeguamento delle libertà al mutare della situazione socio-economica e alla sensibilità culturale. La Costituzione americana ha più di duecento anni e nessuno si azzarda a dire che è vecchia, da noi ha 70 anni e già la si vuole manomettere!
In Italia col sistema degli emendamenti, ad esempio, si potrebbe prevedere nell’art. 9 la tutela dell’ambiente, tematica non avvertita nel 1946-’47, anni di elaborazione e approvazione della nostra Costituzione, o qncora molti diritti e tutele legate ai tempi etici. Anche la pubblicità degli atti pubblici o la trasparenza dell’attività amministrativa meriterebbro una considerazione, al pari della tutela della riservatezza.
Si è invece costituzionalizzato il nucleo centrale di una teoria economica, quella liberista, col pareggio di bilancio, alla base del rigorismo economico e della crisi attuale. Adesso con la legge Renzi-Boschi (Verdini) si tocca l’impianto più delicato, quello del bilanciamento degli organi costituzionali, a favore del governo e del premier e a scapito del parlamentio e del corpo elettorale. Si vuole un premierato forte, con l’aggravante di una legge elettorale che non si limita a rafforzare una maggioranza, ma rende maggioranza una minoranza!
Di questo abbiamo già parlato in questo blog e parleremo ancora. Su questi tempi sarà incentrata la relazione di oggi al Banco di Sardegna del Prof. Federico Sorrentino, eminente costituzionalista, in difesa della Costituzione.
1 commento
1 Oggi venerdì 12 febbraio 2016 | Aladin Pensiero
12 Febbraio 2016 - 11:27
[…] - La Costituzione no si piccona! Andrea Pubusa su Democraziaoggi. 12 febbraio 2016 aladinews, Referendum costituzionale NO aladin aladinews […]
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