Giovanni Masala Dessì
Vincenzo Bacallar Sanna, La Sardegna paraninfa della pace e un piano segreto per la sovranità 1712-1714, a cura di Sabine Enders, Stoccarda 2011, Giovanni Masala Verlag, traduzioni dal francese e dal tedesco di Cesarina De Montis e G. Masala; ISBN: 978-3-941851-03-0; 238 pagine (www.sardinnia.it)
La storica dell’arte Sabine Enders si è già occupata di storia sarda del Settecento in un volumetto pubblicato nel 2007: Vedute sarde di Jacopo Amigoni [in Baviera]. Nel 2011 ha pubblicato il presente studio, in cui descrive un episodio pressoché sconosciuto della storia della Sardegna tra Spagna e Piemonte (1700-1720). Si tratta dell’edizione italiana del volume La Sardaigne Paranymphe de la Paix (1714), arricchita da ulteriori materiali documentali inediti provenienti da archivi tedeschi tradotti e commentati per la prima volta in italiano. L’argomento è la cessione della Sardegna nelle conferenze di pace di Utrecht e di Rastatt al principe elettore di Baviera, circostanza che avrebbe significato per l’isola un’ampia autonomia con un proprio re.
“Il Regno di Sardegna ha bisogno di un Re, ma di un Re che possa risiedervi personalmente… poiché, senza esagerare, il Regno di Sardegna diverrebbe sicuramente, per la presenza del suo Re, un vero paradiso terrestre” (Bacallar Sanna, p. 122). È una frase che si legge nel libro: La Sardaigne Paranymphe de la Paix (La Sardegna paraninfa della pace), un’appassionata e partecipata descrizione geografica, storica e politica della Sardegna, dato alle stampe nel 1714 da autore anonimo e che ebbe in tutta Europa una grande diffusione. Fu scritto dallo scrittore e politico cagliaritano Vincenzo Bacallar Sanna, ce lo assicura Sabine Enders, che ha studiato il testo molto a fondo curandone la prima edizione italiana (pp.75-125).
Nel suo saggio introduttivo Il regno di Sardegna, il duca di Baviera e Vincenzo Bacallar. Storia di un libro (pp.11-73), la curatrice analizza le opinioni controverse concernenti la paternità de La Sardaigne Paranymphe de la Paix. Contrariamente al parere di alcuni autori i quali avevano attribuito il volume allo scrittore francese Jean Rousset de Missy, in base a nuovi argomenti la curatrice si decide per Vincenzo Bacallar Sanna (pp. 30-56), la cui partecipazione appassionata per la sua patria è facilmente riconoscibile in numerosi passaggi del libro. Spesso il libro fu erroneamente considerato come un’opera precoce della letteratura di viaggio in Sardegna. Ma l’autrice (pp. 11-30) lo contestualizza collocandolo invece nel periodo delle conferenze di Pace di Utrecht e di Rastatt (1713-14) che posero fine alla Guerra di Successione Spagnola.
Fino ad allora la Sardegna, come Napoli e la Sicilia, faceva parte dei possedimenti italiani della monarchia asburgica spagnola, e il Trattato di Utrecht prevedeva di cedere l’isola sarda a Max Emanuel di Baviera (della dinastia dei Wittelsbach) quale compensazione per le perdite di guerra. In questo contesto storico il progetto del patriota sardo Bacallar Sanna era quello di dare alla sua terra una maggiore autonomia ma con un re che risiedesse nell’isola; e anche il principe elettore di Baviera aveva contemplato una simile eventualità. “I principi assenti dal loro Stato non conoscono virtù e vizi dei loro sudditi…Quale soddisfazione per questi popoli nel vedere il loro principe e nel farsi vedere da lui; e poter parlare direttamente a colui che deve punire i vizi e ricompensare la virtù!” (Bacallar-Sanna, p. 121)
Nel sottocapitolo Saccheggiatori (pp. 56-73) della sua prefazione la Enders dimostra inoltre che diversi autori del Settecento copiarono alla lettera decine di pagine del libro La Sardaigne Paranymphe de la Paix senza citarne la fonte, soprattutto Domenico Azuni, il quale contribuì “grazie” alla Paraninfa a perpetuare all’estero un’immagine della Sardegna in parte distorta e non più attuale:
“Il giurista e scrittore sardo pubblicò nel 1799 a Parigi il suo Essai sur l’Histoire géographique, politique et naturelle du Royaume de Sardaigne e nel 1802 una versione ampliata dal titolo Histoire géographique, politique et naturelle de la Sardaigne, che ricordano entrambi già nel titolo le successive edizioni della Sardaigne Paranymphe de la Paix. Nella prefazione egli critica… le presunte esagerazioni della Paraninfa, per poi copiare alla lettera molte delle già note citazioni nel suo capitolo Déscription géographique de la Sardaigne relativamente al clima gradevole ed alla fertilità dell’isola, all’abbondanza di pesce e di comodi porti… Il secondo capitolo dell’Essai sulla storia sarda, Origine de la nation Sarde et de son Gouvernement en général, copia pressoché testualmente ampie parti dalle pagine 19-26 della Paraninfa. E infine il terzo capitolo, Gouvernement Espagnol en Sardaigne, è per lo più una copia solo leggermente modificata della Descrizione politica della Paraninfa. Il plagio di Azuni fece diventare questo capitolo della Paraninfa – con le sue impegnate descrizioni sulle desolanti condizioni della Sardegna dell’inizio Settecento – la fonte principale dell’immagine della Sardegna all’estero per lungo tempo” (Enders, p. 62).
La seconda parte del libro (Un piano segreto per la sovranità; lettere e documenti 1712-1714, pp. 127-196), dedicata al piano vero e proprio del principe elettore bavarese per essere incoronato re di Sardegna, contiene numerosi materiali inediti provenienti dall’Archivio di Stato di Baviera e dall’Archivio della Casa Wittelsbach a Monaco.
Ma di ciò si dirà in altra occasione (segue).
2 commenti
1 Giuanne Masala
11 Febbraio 2016 - 21:48
“Questo Principe, godendo delle delizie dell’affascinante vista del mare e di quest’isola fortunata, potrebbe osservare la differenza tra le torbide acque del Reno e la trasparenza di quelle che bagnano questo Regno, e tra il clima variabile di Duesseldorf o Heidelberg e la dolcezza costante di quello di Sardegna”. Con questa frase così seducente un testo francese dell’inizio del Settecento presentava a un principe tedesco la bellezza della lontana e sconosciuta Sardegna. Il volume anonimo, intitolato “La Sardaigne Paranymphe de la Paix”, fu pubblicato nel 1714 a Boulogne all’epoca della conclusione della pace seguita alla guerra di successione spagnola e successivamente ristampato in seconda edizione a Cologne nel 1716. Due successive edizioni del medesimo testo recanti il titolo “Déscription géographique, historique et politique du Royaume de Sardaigne”, furono pubblicate nel 1718 e nel 1725 rispettivamente a Cologne e all’Aia. Se ne può dedurre, pertanto, che a quell’epoca tale pubblicazione sulla Sardegna suscitò un notevole interesse. Ai nostri giorni invece non solo è praticamente dimenticata ma anche trascurata nel suo significato storico; e in questa sede La Sardegna Paraninfa della Pace (Descrizione geografica, storica e politica del Regno di Sardegna) viene presentata nella sua prima versione italiana (Sabine Enders, p. 11).
2 Giuanne Masala
12 Febbraio 2016 - 12:57
Quello tra Francia e Olanda è uno dei trattati di pace firmati a Utrecht in data 11 aprile 1713.
A pag. 145 la cessione della Sardegna al duca e principe elettore di Baviera Massimiliano II Emanuele.
http://www.heraldica.org/topics/france/utrecht6.pdf
Il curatore della pubblicazione alla nota 2, pag. 145, scrive: “Le traité de Rastatt [1714], moins favorable au duc de Bavière, le déposséda de la Sardaigne et du titre de roi, en lui restituant ses États héréditaires”
Non capisco quindi perché nei manuali di storia leggiamo sempre che l’11 aprile 1713 la Sardegna è stata confermata all’Austria.
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