I fatti di Colonia: incultura, atti criminali o altro?

18 Gennaio 2016
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Lucia Pagella


Cosa sia successo a Colonia ed in altre città tedesche non è ancora chiaro.
Le notizie sono filtrate lentamente e ci sono voluti giorni perché cadesse la testa del capo della polizia. In questi ultimi giorni sembra essere calata una cortina di silenzio.
Stando a quanto riportato da autorevoli giornali tedeschi ed a quanto emerso dai servizi della televisione e dalle dichiarazioni della Merkel i fatti sarebbero questi : la notte di capodanno nella centralissima piazza antistante il duomo di Colonia e la stazione principale della città una folla di uomini ubriachi di origine nordafricana e/o araba avrebbe pesantemente molestato le donne presenti arrivando in due casi persino allo stupro.
Anche le denunce delle vittime sono arrivate alla spicciolata o quantomeno se ne è data notizia a rate.
I fermati, rispetto alla  gravità dei fatti, sono per il momento pochi ma fra loro vi sarebbero anche richiedenti asilo.
 Tali fatti  non depongono a favore di una  Germania che pretende di insegnare all’Europa e, in particolare, ai paesi mediterranei le regole dell’onestà e dell’efficienza. La politica della Merkel viene ora pesantemente criticata. La sua decisione di accogliere i siriani che ne facessero richiesta ha portato nel corso dell’ultimo anno circa un milione di profughi entro i confini dello stato ed ha messo in ginocchio le strutture di accoglienza Ovvio, quindi, che si sia cercato di mettere il silenziatore a questo evento sciagurato. Ora la Merkel sembra decisa a porre riparo ad una ospitalità apparentemente dettata da grande generosità ma sicuramente da ascrivere anche ad una buona dose di pragmatismo.
Fatti analoghi sono successi anche in altre città tedesche. In particolare si segnala l’assalto ad una discoteche da parte di cinquecento uomini ubriachi che hanno aggredito le donne presenti.
Nei più accreditati giornali tedeschi si è inoltre riportata una notizia estremamente grave : le aggressioni sarebbero state organizzate e questo, ovviamente, fa pensare ad un preciso disegno.
Si è parlato del fallimento della politica di integrazione e i movimenti di estrema destra, sempre presenti in Germania, hanno colto la palla al balzo per rialzare la testa.
Oggi sotto attacco vi sono i profughi. Tutti i profughi.
A me sembra ingeneroso parlare di un fallimento della politica di integrazione che ha tempi lunghi e non può dispiegare i suoi effetti nel giro di pochi mesi, come mi sembra assurdo che uomini che per giungere in Germania hanno sfidatola morte su barconi fatiscenti e lungo le strade dei Balcani disseminate di filo spinato, arrivati a destinazione, abbiano pensato di festeggiare il capodanno con orge improvvisate a danno della popolazione che li ha accolti.
Si è parlato di una incompatibilità culturale fra islamici ed  europei ma la gravità dei fatti ( sempre che questi vengano confermati nella loro gravità ) è tale che non si possono ricondurre ad una tale ragione tenendo anche presente che sono ormai decenni che i tedeschi e gli islamici convivono pacificamente.
Appare più esatto parlare di fatti criminali. Ma anche in questo  caso il numero dei reati commessi è tale da far pensare, come sostenuto dalla stampa tedesca, ad un evento organizzato.
 E’ ovvio che a questo punto occorre chiedersi il perché di questo attacco.
Si è avanzata l’ipotesi che siano stati i gruppi di estrema destra a simulare gli attacchi per farne ricadere le conseguenze sui profughi. Anche se nulla può essere escluso  mi sembra però difficile che sia stato possibile convincere nordafricani e profughi a compiere una simile azione autolesionista.
Con tutte le cautele del caso penso che vi possa essere un’altra spiegazione,  la più terribile e, quindi, quella che si tenta di esorcizzare con il silenzio.
Da qualche tempo autorevoli  personaggi, a cominciare da Papa Bergoglio,
parlano di terza guerra mondiale in atto. Quella che viene combattuta nel medio oriente non è soltanto una guerra civile ma una vera e propria guerra di conquista e di dominio combattuta per interposta persona, talvolta con armi non convenzionali ( i droni ) che affiancano le armi tradizionali , in molti casi con atti terroristici che hanno le stimmate degli atti di guerra per i termini, i luoghi e l’oggetto della loro esecuzione e talvolta con le armi della finanza, per “interposti motivi” e dove è difficile capire chi è contro chi. E’ una guerra asimmetrica dove gli alleati sono talvolta anche fra loro nemici e dalla quale ci ritenevamo indenni. Ma se non fosse così?
Il califfato islamico è un mostro creato dall’occidente ( lo ha ammesso recentemente anche Hillary Clinton ). Questo mostro che doveva aiutare i potentati economici a modificare la mappa delle zone petrolifere ad esclusivo vantaggio  degli “esportatori di democrazia” è sfuggito dalle mani degli odierni apprendisti stregoni ed ormai sembra perseguire propri fini.
Si autoproclama “islamico” ma ben poco ha di islamico e uccide i veri islamici distruggendone la civiltà e la ricchezza perseguendo un folle disegno di dominio.
Ora quello che da qualche tempo sta accadendo in Europa sembra uscire dagli incubi del califfo nero.
I fatti accaduti in Francia nello scorso anno hanno tutte le caratteristiche della Jjhad ( sia quelli di gennaio che i più recenti). Come nei loro paesi di provenienza i così detti terroristi hanno voluto colpire il modo di vivere occidentale, i valori fondanti della nostra civiltà, la nostra libertà di pensiero e di espressione, il nostro amore per la musica, il nostro desiderio di essere felici che contraddice una visione del mondo cupa dove il sangue e la morte sono strumenti di potere. E se anche i fatti di Colonia compiuti da uomini ubriachi ( ma i veri islamici non sono astemi? ) fossero da ascriversi ad una volontà di punire le donne occidentali così libere, così lontane dal modello delle loro avvolte in neri mantelli e destinate ad una vita dedicata al servizio di padroni che hanno su di loro potere di vita e di morte ?
A me sembra che i fatti che si stanno verificando in Europa siano vere e proprie manifestazioni di guerra. Solo la presa di coscienza di una tale realtà potrà – forse – salvarci. Occorre distinguere i profughi dai seguaci del califfo, accogliere i primi nei limiti del sostenibile, integrarli e non abbandonarli nelle periferie che sono luoghi di degrado e di disperazione e farsene degli alleati;  occorre aiutare gli altri nei  paesi di origine  modificando la nostra politica verso i paesi di provenienza; va  inoltre sottolineato che  i disperati che versano somme ingentissime a questi moderni negrieri per percorrere poche miglia marine in condizioni di pericolo e di disagio estreme sono uno dei tanti modi di autofinanziamento dell’ISIS a cui si deve porre fine. Per fare tutto ciò, però, è indispensabile toccare interessi indicibili e purtroppo temo che per l’avidità di pochi si arriverà al disastro totale.

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