Rutelli – Veltroni, l’Italia a Berlusconi!

28 Aprile 2008
3 Commenti


Red

La prima considerazione che può farsi a caldo è che il voto capitolino si inserisce perfettamente in quella tendenza emersa già il 13 e 14 aprile: il progetto del PD fa acqua da tutte le parti. La neonata “casa dei riformisti”, infatti, non è nemmeno lontanamente in grado di essere autosufficiente per proporsi quale alternativa credibile.
E ciò accade perché la tanto sbandierata aura di novità che avrebbe dovuto cambiare la politica italiana, è in realtà esistita solo nell’imponente campagna mediatica che ha assistito il progetto di Veltroni e dei suoi; altra cosa, viceversa, è stata la percezione che ne ha avuto l’elettorato e i risultati sono oggi drammaticamente sotto gli occhi di tutti noi. Non solo Berlusconi governerà il Paese con una maggioranza parlamentare senza precedenti, ma, a differenza di quanto accadeva nelle precedenti sconfitte elettorali, il centrosinistra segna il passo anche nelle elezioni amministrative. Emblematica, in questo senso, è la sconfitta subita a Roma. Il duo Veltroni – Rutelli, peraltro, ha già in altre circostanze legato il proprio nome a fatti di rilevanza epocale. Non può non tornare alla mente, a questo proposito, la consegna dell’amministrazione comunale di Bologna al centrodestra, allora guidato da Guazzaloca. Correva l’anno 2000 e Walter era segretario dell’allora PDS. Di lì a poco, sarebbe maturata l’altrettanto cocente sconfitta alle elezioni politiche del 2001, con l’avvento del secondo Governo Berlusconi e Francesco – guarda caso – era candidato premier proprio contro Silvio. Oggi, a parti invertite e in circostanze di luogo diverse (Roma anziché Bologna), si realizza il medesimo risultato, quasi a confermare la regola per cui invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. O meglio, cambia in peggio dato che lo strapotere della maggioranza parlamentare è oggi più evidente di allora e che i tempi – ora come non mai – sembrano maturi per riprovare a distruggere la Costituzione.
Insomma, mala tempora currunt e tra sdoganamenti di post – missini ed una crescente crisi d’identità della sinistra, nulla di convincente per il futuro s’intravede all’orizzonte. Tuttavia, una cosa è certa. Verrà – prima o poi – il giorno in cui nell’intero centrosinistra, maturerà appieno la consapevolezza dell’indispensabilità di praticare un vero e serio rinnovamento, senza farne soltanto l’oggetto di discutibili operazioni sugli organi di stampa che non trovano alcun riscontro nella società.
Solo così, infatti, si potrà scrivere una nuova pagina della biografia – bruscamente interrotta – del centrosinistra italiano, magari ripartendo proprio da “l’Unione” voluta da Prodi, che a tutt’oggi, costituisce la proposta politica più completa ed avanzata degli ultimi anni. Già convincersene pienamente, costituirebbe un bel passo in avanti.

3 commenti

  • 1 paolo
    28 Aprile 2008 - 22:20

    Credo che veltroni dopo il disastro che ha combinato alle elezioni politiche abbia concluso la sua opera distruttrice con il comune di Roma, per chi come me si reca a Roma per motivi di lavoro e non solo nelle zone frequentate dai turisti tutto ciò era scontato, solamente chi ha fatto politica dall’alto del suo piedistallo come il segretario del PD non se è accorto e suoi fidi consiglieri non gli hanno dato i giusti suggerimenti. Credo che dopo questa giusta lezione sia giunto il momento che la sinistra inizi a fare la sinistra facendo politica con la gente ed in mezzo alla gente . Paolo

  • 2 Giorgio Sedda
    29 Aprile 2008 - 07:22

    “Si può fare”, ciò che sembrava impossibile si è fatto. Governo d’Italia e di Roma consegnati a Berlusconi e alle destre. La Costituzione, ben custodita da Prodi, oggi in grave pericolo. L’unità delle forze democratiche a pezzi, la sinistra desaparecida. Un capolavoro di stupidità. Bisogna però pensare a ricostruire. Riprendiamo il gusto dell’unità (l’Ulivo, L’Unione hanno pagato). A sinistra mettiamo da parte il regolamento di conti, i vecchi arnesi e ripartiamo. Perché non fare primarie aperte a tutti per scegliere il segretario (Vendola molto meglio di Ferrero)? E’ una posizione semplicistica e ingenua? Forse. Ma meglio di cullarsi con le falci e i martelli o richiamare vecchi riti, ci cui nessuno capisce più il senso.

  • 3 antonio leoni jr.
    29 Aprile 2008 - 13:19

    Sul sentimento diffuso tra la gente in occasione di queste due tornate elettorali, coglie nel segno Valentino Parlato, che scrive nell’editoriale di oggi del Manifesto: “Se molti operai hanno votato Lega e quartieri popolari di Roma hanno votato Alemanno, significa che le forze di sinistra sono diventate repellenti”. Sul P.D. sembra condivisibile quanto consiglia Ezio Mauro nell’editoriale odierno di Repubblica: “Quel voto reclama una copertura politica dello spazio vuoto a sinistra: cominciando dalla pronuncia di quella parola, l’unica che il dizionario politico veltroniano ha evitato per tutta la campagna elettorale e tuttavia l’unica che può mobilitare (…) quella fetta di apolidi messi in libertà dal fallimento dell’Arcobaleno. Cittadini che esistono, che sono una forza potenziale di alternativa al berlusconismo, solo che qualcuno sappia convertire in politica spendibile il loro peso senza rappresentanza”. Quanto alla Sinistra Arcobaleno, è riuscita in un autentico capolavoro: presentare un candidato premier con l’età e gli argomenti da anni ‘50 insieme a liste da apparati dei gruppuscoli fine anni ”70. Che i soggetti che la compongono possano recuperare un rapporto con gli elettori è assai difficile, anche perchè il suo ceto dirigente sul territorio è totalmente “amministrativizzato” e riesce a dare persino più di altri l’impressione di una casta parassitaria (nemmeno troppo piccola, in proporzione al consenso elettorale). Probabilmente il PD non riuscirà a fare quel che invita a fare Ezio Mauro: la valutazione di Rutelli sul voto romano è stata che si è perso per non aver saputo affrontare il tema della sicurezza. Forse è stato anche per questo, ma non solo per questo: il PD rischia molto se dal voto ricava l’idea di doversi spostare un pò più a destra. In questo momento, forse, una cosa importante da fare subito è proprio fermare questa possibile deriva.

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