Caro Massimo, ora giochi al trasformismo!?

2 Gennaio 2016
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Amsicora

Caro Massimo,

ora proprio mi hai rotto, a che gioco stai giocando? Cinque anni fa ti sei presentato ai cagliaritani come il protanigonista di una nuova stagione, collettiva e alternativa al vecchio modo di amministrare della destra e della  sinistra moderata. Avevi anche lanciato lo slogan  ”Ora tocca tocca a noi“, e noi avevamo inteso che quei ”noi” eravamo proprio noi movimenti, organizzazioni, associazioni stanchi della piatta gestione dei Delogu, dei Floris, sensibili agli interessi forti più che alle esigenze dei ceti popolari. E invece? E invece, ahinoi!, abbiamo scoperto che quel “noi” si riferiva a “voi“, alla cricchetta dei tuoi compagnucci di SEL, sintonizzati sui piccoli e grandi vantaggi del potere (incarichi istituzionali o da portaborse, poco importa)  più che ai problemi della gente. Questi bisogni sono stati sempre estranei al vostro orizzonte e “noi” anziché essere chiamati a dare una mano per trasformare la città e l’amministrazione siamo rimasti fuori dalla porta, chiusa in faccia rumorosamente. Ora, completi il percorso all’insegna dello strappo dalle decisioni di SEL nazionale, che si è sciolta per confluire in Sinistra italiana, per confermare l’alleanza col PD. E così, mentre “Sinistra italiana” rompe col PD e si pone come alternativa a Renzi, tu, insieme a Uras, ed ad una parte di SEL sarda rompi con Vendola e ti allei con Renzi. Non è un caso che Renzi ti abbia citato nella conferenza di fine anno: un sindaco di SEL che si mantiene in posizione subalterna al PD, pur di rimanere al potere, è un esempio da mostrare alla sinistra, come Alfano e Verdini lo sono per la destra. Prende forma il “Partito nazionale”, un aggregato dei opportunisti di tutte le bandiere agli ordini di Rensi. E tu sei lì anziché con “noi”.
Caro Massimo, questo si chiama trasformismo, male antico del nostro Paese, che proprio per questo motivo ha conosciuto le controriforme ma non le riforme.
Molti pensano che tu non ce la farai ad essere rieletto. Io penso invece il contrario, credo che tu abbia il vento in poppa. Questo tuo voltafaccia, comprovato dalla piatta performance amministrativa di questi cinque anni, dà affidamento non solo al PD di Renzi, ma anche alla destra benpensante cagliaritana. Loro non si lasciano spaventare da qualche slogan o richiamo alla sinistra, ma guardano alla sostanza: un’amministrazione, che lascia fuori dal suo orizzonte i ceti popolari e l’intellettualità progressista, non intimorisce anzi attrae i moderati. E così, in due mosse, tu scarichi i movimenti che ti hanno portato al Palazzo civico e carichi l’elettorato conservatore, che l’altra volta aveva votato Massimo Fantola. Non è un caso che il centrodestra trovi difficoltà a individuare un candidato forte da contrapporti. La contrapposizione qui non ha senso perché tu impersoni le loro aspirazioni ad un’amministrazione priva di nerbo politico, che fa un po’ di girardinetti e marciapiedi, ma non fa politica sociale e culturale.
D’altra parte, il tuo giro di valzer lascia scoperta una sinistra già di per sé confusa e dispersa. A guardare le cose con realismo non si vede all’orizzonte chi possa batterti. “Noi” dobbiamo attrezzarci a vivere un’altra lunga notte amministrativa a Cagliari come nella Regione. Ma ci abbiamo fatto l’abitudine. Anche se a Roma c’è almeno chi si contrappone a voi e può battervi.

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