Salviamo il Martini…subito”!!!

11 Dicembre 2015
1 Commento


Lettera aperta alla Presidente della Commissione Cultura del Comune di Cagliari Francesca Ghirra in risposta alla missiva che quest’ultima ha inviato agli studenti e docenti del Martini, pubblicata su L’Unione di ieri.

Cara Presidente,
la ringraziamo per la sua attenzione al problema dello spostamento delle scuole in periferia ed in particolare all’urgente questione dello storico Istituto “P. Martini”.
Diamo atto anche al Sindaco di aver espresso la sua sensibilità con la partecipazione alla iniziativa pubblica organizzata dal Forum delle Associazioni Professionali degli Insegnanti, lo scorso 2 Dicembre.
Ciònonostante, al di là del titolo molto significativo della sua Lettera di pieno sostegno alla lotta contro il trasferimento del Martini, rileviamo che ancora una volta ci si nasconde dietro il tema delle competenze amministrative, che ovviamente noi conosciamo molto bene.
In questo caso però non si tratta di competenze amministrative bensì di scelte politiche in una dimensione inter-istituzionale tra Comune, Regione e quel che resta della Provincia.
L’ipotesi da voi proposta, di rinviare la soluzione del caso all’ eventuale istituzione della Città Metropolitana  con la  riforma degli enti locali in discussione in Consiglio regionale e che potrebbe attribuire tutte le competenze in materia di edifici scolastici al Sindaco, non ci sembra praticabile. Intanto perchè non tiene conto dei tempi del varo della riforma, né dei risultati possibili alle prossime elezioni amministrative, nè altresì dell’urgenza di una iniziativa data l’imminenza del trasferimento del “Martini”, a poche settimane dalle iscrizioni per il nuovo anno scolastico che vedrebbero l’Istituto sicuramente penalizzato dalla situazione di precarietà e incertezza.determinatasi. Cosa che quindi non ci consente di rinviare le inizative di lotta per salvare il Martini ad un prossimo futuro di cui non si sa niente.
Piuttosto pensiamo che il Sindaco, il Commissario della Provincia e la Regione Sardegna, nella persona dell’Assessore all’Istruzione Claudia Firinu e del suo Presidente – Francesco Pigliaru, potrebbero aprire un immediato tavolo di confronto con le parti, per rivedere la decisione di spostare il Martini nella sede del Besta di Monserrato, assunta dal Commissario Provinciale. Ciò potrebbe agevolare l’individuazione di una alternativa che consenta, da un lato, la realizzazione degli urgenti lavori di consolidamento e, dall’altra, agli studenti, primi danneggiati da queste decisioni in corso d’anno scolastico, di proseguire gli studi a Cagliari, anche se in altra sede provvisoria individuata in città, perchè il centro di Cagliari deve essere continuare ad essere popolata da studenti
Questa è quindi la richiesta degli scriventi:
Apriamo un tavolo immediato prima del trasferimento del Martini. (notizie ufficiose indicano come data per il trasferimento  la ripresa delle lezioni a gennaio ).

Attendiamo quindi di essere convocati per questo tavolo urgente

 Per Il Comitato Salviamo il Martini        

Rosamaria Maggio docente, Silvio Trudu doc., Claudio Siddi studente, Luisa Sanna genitore, Rita Pistis gen., Sandra Mureddu doc., Pirastu Silvia doc., Anna Maria Ortu doc., Nevina Pintori doc., Tiziana Pelleu doc., Serenella Melis doc., Roberto Obino doc., Elisabetta Sollai doc., Anna Maria Lai doc., Margherita Cioppi doc., Francesco Casula  ex docente, Franco Meloni ex studente, Marco Sini ex stud., Francesco Cocco ex doc., Pietro Loi ex doc., Per il Forum delle associazioni, la Presidente Rita Sanna doc., Per il CIDI, la Presidente Maristella Curreli doc.

Postilla di Andrea Pubusa

Scusate questa intrusione, dettata dal solo fine di semplificare l’iter decisionale per salvare il Martini. Bisogna prendere atto che la Provincia (contra Constitutionem et Statutum) non è più un ente esponenziale, espressione dell’automia della comunità di riferimento, ma una semplice branca dell’Amministrazione regionale, tant’è che è retta da un funzionario regionale, nominato dalla Regione in veste di Commissario.
Il tavolo, dunque, deve vedere due sole parti: il Comune e la Regione, in stretto contatto - s’intende - col Comitato per la salvezza del Martini. Sarà poi la Regione ad impartire al Commissario della ex provincia l’ordine di revoca del trasloco, con l’indicazione delle misure organizzative da adottare per regolare la fase transitoria di svolgimento dei lavori di restauro della scuola, garantendo la permanenza degli studenti a Cagliari durante la manutenzione e fino al rientro nella sede storica dell’Istituto.
Nelle more, le chiavi e il possesso dello stabile devono rimanere in capo al preside della scuola in modo che sia chiara la condizione giuridica dello stabile, che rimane Istituto tecnico Martini anche coi lavori in corso. A tal fine il Preside deve seguire lo svolgimento dei lavori al fine di stimolarne la fisiologica e tempestiva conclusione. Stante la passività del Preside (chi è costuit? dov’è costui, mentre il dibattito investe le istituzioni e la città) occorre che il Comitato per la salvezza del Martini, per il tramite di una sua rappresentanza, rivendichi e assuma il compito di verificare il rapido svolgimento della manutenzione della scuola in vista del rientro. Insomma, anche mentre si svolgono i lavori dev’essere chiaro che il Martini rimane il Martini, non bisogna lasciare campo libero all’ufficio tecnico provinciale, da cui è partita (questa sì che è incompetenza assoluta!) l’idea di accorpare lo stabile del Martini alla Legione dei Carabinieri.  

1 commento

  • 1 Franco Meloni
    11 Dicembre 2015 - 10:30

    Hic manebimus optime. E’ il titolo che avevamo dato all’articolo di Rosamaria Maggio (pubblicato nei siti di Vito Biolchini e Democraziaoggi e da Aladinews il 12 ottobre scorso) con il quale si apriva di fatto la vertenza per la permanenza dell’Istituto Martini nella sua sede storica di via Sant’Eusebio.
    La frase (“Signifer, statue signum, hic manebimus optime”, vessillifero, pianta l’insegna, qui resteremo benissimo), è attribuita dallo storico latino Tito Livio a un centurione romano, come risposta alle intenzioni del Senato, che proponeva il trasferimento della capitale da Roma a Veio, dopo l’incendio di Roma a opera dei Galli (390 a. C.). Tale espressione, divenuta proverbiale e ripetuta anche in altre occasioni storiche, si usa per indicare la ferma volontà di non abbandonare un luogo o una determinata posizione.
    E, appunto con questo significato io l’ho riportata volendo dare conto della ferma volontà dei ragazzi, delle famiglie, dei docenti e del personale tutto del Martini, di quanti vissero quei luoghi in passato come studenti o operatori della scuola, e, aggiungiamo, della gran parte dei cittadini cagliaritani, di opporsi all’allontanamento del Martini dalla sua sede storica. Non mi ero accorto che tale espressione è iscritta in testa a una lapide all’ingresso dell’Istituto, dedicata agli studenti del Martini che perserò la vita nella prima guerra mondiale. Dell’esistenza e del significato di questa lapide ci ha parlato alcuni giorni fa su Democraziaoggi Gianna Lai: “Ma avete visto la lapide degli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale morti durante la Prima Guerra mondiale? Si, quella di marmo posta all’ingresso, nell’androne, spettacolo commovente e monito contro tutte le guerre, picioccheddus costretti a abbandonare la aule per andare a morire in trincea? Trasferiamo anche quella al Besta o la regaliamo direttamente ai carabinieri, che la mostrino ai turisti in occasione di Cagliari musei aperti, insieme all’elenco degli ultimi 670 studenti, quelli di quest’anno, che hanno vissuto in questa scuola?”. Sono stato per cinque anni studente del Martini (dal 1964 al 1969) ma quella intitolazione proprio non me la ricordavo. Forse perché noi studenti gli ultimi scalini all’uscita dalla scuola, al termine dei quali sta la lapide, li facevamo con la massima fretta, a volte volandoci sopra, quando al suonar della campana lasciavamo le aule, dopo aver a malavoglia subito la costrizione di stare irregimentati (e rallentati), rigorosamente in fila per tre, secondo l’ordine impartito dal severissimo preside Remo Fadda! Però evidentemente quella frase l’avevo letta e introiettata. Questa mattina sono passato davanti al mio vecchio Istituto, sono entrato nell’androne per vedere la lapide e l’ho piacevolmente scoperta. Obbligatoria la foto, che trovate in testa a questo scritto. E dunque “hic manebimus optime”!
    Con questa premessa che ribadisce il nostro impegno per il Martini e per tutte le scuole che sono in situazioni analoghe, riportiamo la lettera del Comitato Salviamo il Martini, che cogliendo l’occasione di una risposta alla lettera pubblicata su L’Unione Sarda di ieri da Francesca Ghirra (non riassumo nulla perché le pubblichiamo entrambe, integrali), aggiorna e rilancia la vertenza. Noi ci siamo e ci saremo. (Franco Meloni)
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